Le mostre sono state rese possibile anche grazie al contributo del Festival dei Due Mondi e della Sardegna Film Commission.
RezzaMastrella: Euforia Carogna
A cura di Flavia Mastrella e Marco Tonelli
Palazzo Collicola, Spoleto
Inaugurazione 24 giugno
Un habitat di sculture interattive, una mostra documentaria, un percorso evolutivo, un allestimento di scena, video e fotografie: questo è altro è Euforia Carogna, progetto appositamente pensato per gli spazi di Palazzo Collicola e realizzato anche grazie al contributo del Festival dei Due Mondi, a cui Antonio Rezza e Flavia Mastrella prenderanno parte con lo spettacolo Porte.
Un‘occasione espositiva quindi in pieno clima festivaliero, con due artisti/performer/scrittori/registi il cui linguaggio si muove tra dissacrazione e critica, parola e nevrosi, forma e sperimentazione, ibridando suono, rumore, oggetto, corpo in una continua metamorfosi portata spesso ai limiti della “crudeltà”. Come loro stessi hanno scritto per l’occasione: “Avere trentacinque anni di lavoro alle spalle e sapere che probabilmente non ce ne saranno altri e trentacinque davanti, getterebbe nello sconforto chiunque. Ma trattandosi di noi accettiamo il verdetto del tempo fiduciosi di smentirlo, perché avvertire la libertà senza la necessità di idealizzarla, è un’occasione che non teme l’incertezza del futuro”.
Euforia Carogna è in sé una mostra “monstrum” cioè prodigio, che si annuncia fin dallo scalone di ingresso del museo e che si insinua con spavalderia dentro gli spazi austeri e nobiliari di Palazzo Collicola e della sua collezione di quadri, specchi, arazzi, dipinti murari e arredi antichi, dove la storia osserva la contemporaneità attraverso gli sguardi severi o appassionati di cardinali, santi, madonne, martiri, appesi alle pareti del Salone d’onore, della Cappella e di tutte le 15 stanze in cui si snoda il percorso della mostra, che culmina in una grande installazione, filiforme e trasparente, sospesa lungo la Galleria dipinta.
La mostra in sé si presenta come una sola grande performance, in cui cicli di sculture di scena utilizzate in Fotofinish, gigantografie tratte da alcuni spettacoli teatrali, libri a rotelle e fatti a mano, Quadri di luce, Quadri di scena, Carte da Giogo, Visi…Goti, strumenti musicali, sculture di stoffa su fogli specchianti animano lo spazio come fragili e impertinenti intrusi, mentre in alcune sale vengono proiettati video, frammenti di film, azioni teatrali e voci come Il pianto del centauro. Una sorta di festa vanitosa di opere e immagini, costumi e piccoli habitat, che invitano lo spettatore a partecipare, a toccare, a giocare al gioco creativo e disinibito a cui Rezza dà voce e corpo e Mastrella sostegno e struttura. Equilibrio perfetto tra ordine e caos, rigore e improvvisazione, l’habitat e la macchina scenica di RezzaMastrella sono capaci di invadere lo spazio e farsi invadere dal pubblico, di sollecitare ed essere sollecitati dalle nostre reazioni. Dentro il museo di Palazzo Collicola, le loro opere assumono così le fattezze di una vera e propria forma di vita autonoma, di un organo pulsante, di un’anarchia creativa progettata fin nei minimi dettagli.
La mostra è stata resa possibile anche grazie al contributo del Festival dei Due Mondi e della Sardegna Film Commission.
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EM Library. Libri e documenti dallo studio Eliseo Mattiacci
Progetto di Studio Eliseo Mattiacci
a cura di Riccardo Tonti Bandini
Palazzo Collicola, Spoleto
Con il progetto EM Library, Palazzo Collicola continua a porre l’attenzione verso la ricerca d’archivio ospitando alcuni nuclei di materiale bibliografico dall’archivio Eliseo Mattiacci.
EM Library è un progetto digitale concepito nel 2020 da Studio Eliseo Mattiacci – attualmente in corso nel profilo Instagram dello studio – che si configurerà in una mostra curata da Riccardo Tonti Bandini. Il libro è il veicolo che analizza l’orizzonte iconografico dell’artista, allo stesso tempo è il legame con il patrimonio bibliografico donato da Giovanni Carandente che oggi costituisce la ricca biblioteca di Palazzo Collicola.
Ogni sezione in mostra approfondisce un tema, affidato a un differente autore che veicola le libere associazioni tra libri e lavoro dello scultore. Brevi video teaser realizzati da Marco Morici, con suono composto da Edoardo Rossano, sintetizzano il caleidoscopio iconografico di ogni nucleo. La “bibliografia”, solitamente relegata ad appendice di fondo, diventa lo strumento primario di indagine del lavoro. Ogni tema, oltre ai libri, si porta dietro un nucleo di documenti, appunti, immagini trovati all’interno dei libri e “limitrofi” al tema. Generalmente il critico è invitato a scrivere di un’opera o di una mostra, e successivamente si risale ai riferimenti iconografici dell’artista. In questo progetto il senso è invertito, i libri diventano la finestra attraverso cui guardare il lavoro. Le autrici e gli autori invitati a interagire con questo processo nuovo sull’archivio d’artista sono:
#1 Sara Fontana su Culture indigene – opera Sette corpi di energia, 1973;
#2 Francesca Cattoi su Pablo Picasso – opera Scultura stratosferica, 1986;
#3 Sergio Risaliti su Rinascimento – opera Equilibri precari quasi impossibili, 1992;
#4 Ester Coen su Il mito del sole – opera Aton, 1988;
#5 Marco Tonelli su Fisica – opera Atomi e Nuclei, 2010;
#6 Vittorio Rubiu su Viaggio Brandiano – cancello di Villa Brandi, 1967;
#7 Riccardo Tonti Bandini su Giovanni Carandente – opera Cultura mummificata, 1972.
La mostra è dedicata a questo primo ciclo 2020-2022 del progetto, con l’intento di dare una forma espositiva ad una ricerca in corso. Tra le vetrine è conservata l’opera Libro – coeva a Cultura mummificata, lavoro composto di calchi in alluminio di libri, esibito alla XXXIII Biennale di Venezia del 1972 – e appartenente alla collezione della Galleria d’Arte Moderna “Giovanni Carandente”, Palazzo Collicola, Spoleto.
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Collezione Attolico: uno sguardo italiano
Palazzo Collicola, Spoleto
La Collezione Attolico, frutto di decenni di acquisizioni di opere prima da parte di Tommaso Lucherini (1891-1967) poi della figlia Bianca Attolico (1931-2020), è costituita da circa 500 opere tra sculture e dipinti che vanno da artisti degli anni Venti del XX secolo (de Chirico, Balla, Sironi, Pirandello, Morandi, Mafai) passando per autori delle Neoavanguardie (Schifano, Pascali, De Dominicis, Manzoni, Mattiacci, Boetti, Mauri), dell’Arte povera (Calzolari, Kounellis), fino ad artisti concettuali (Kosuth, LeWitt, Agnetti, Mochetti), esponenti della Scuola di San Lorenzo (Ceccobelli, Bianchi, Dessì, Nunzio, Gallo) o protagonisti dei nostri giorni (Kentridge, Sierra, Vezzoli, Muniz, Cattelan, Beecroft), solo per fare alcuni nomi.
Già in passato esposta temporaneamente in spazi pubblici, in seguito alla formalizzazione di un accordo di comodato tra il Comune di Spoleto e Elena e Lorenzo Attolico (figli di Bianca e attuali responsabili della collezione, Elena essendo anche Presidente degli Amici di Palazzo Collicola), parte della collezione sarà ora ospitata a Palazzo Collicola in alcune sale lungo il percorso della Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente” di Spoleto.
Per la sua inaugurazione è stato selezionato, in accordo col Direttore del museo, Marco Tonelli e grazie agli apparati critici di Lorenzo Fiorucci e Davide Silvioli, un nucleo di opere di importanti artisti italiani non presenti nella collezione permanente del museo stesso, che tracciano un sintetico ed esemplificativo percorso dell’arte italiana dalla metà degli anni Cinquanta ai nostri giorni. Attraverso opere di 11 artisti (Burri, Castellani, Manzoni, Alviani, Agnetti, De Dominicis, Kounellis, Schifano, Vezzoli, Campanini, Arienti), si è voluto così costruire, senza ovviamente finalità filologiche ma di casi esemplari, un percorso di modernità, innovazione e sperimentazione che ha costituito la migliore ricerca italiana in ambito artistico, quasi a formare uno sguardo multiforme ma ugualmente eccentrico e visionario da parte di artisti storicizzati o, in quanto tuttora viventi, destinati senza dubbio ad esserlo.
Di ognuno degli artisti selezionati si sono scelte opere che li possano rappresentare in modo non equivoco, secondo cioè quei tratti formali e linguistici che hanno contraddistinto le loro poetiche pur a fronte di stili, materiali e periodi diversi nel corso della loro attività.
Una vera e propria collezione nella collezione quindi, che idealmente va a coprire, con opere realizzate tra 1965 e 2002, delle “mancanze” fisiologiche della Galleria d’Arte Moderna di Spoleto e che permette di rivedere allo stesso tempo opere di protagonisti dell’arte moderna e contemporanea italiana, messi in una continuità storica e di confronto con le opere stesse della collezione permanente di Spoleto, tra le quali Leoncillo, Pascali, Ceroli, Accardi, Griffa, Lo Savio, Mochetti, LeWitt, Calder, Pepper, Moore, Caro, David Smith.