Su richiesta del vicepresidente Sergio De Vincenzi (RP), la Commissione sanità e servizi sociali ha ieri ascoltato in audizione il direttore generale dell’Azienda Usl 2 Imolo Fiaschini, il direttore sanitario Piero Manzi, il direttore amministrativo Enrico Martelli e il sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani. Argomento: le criticità dell’ospedale “Santa Maria della Stella”, quello descritto come il più distante dalla rete regionale dell’Emergenza e con il carico maggiore di utenti extraregionali.
Il consigliere De Vincenzi ha chiesto un confronto con i vertici dell’ospedale dopo aver rilevato che “molti posti letto sono occupati da pazienti cronici o con patologie che prevederebbero altre strutture di accoglienza e persiste il problema dell’allungamento delle liste d’attesa per visite specialistiche, che ha generato una prassi disfunzionale per cui un paziente, proprio per evitare lungaggini, si presenta al Pronto soccorso acutizzando il problema per cui chiedeva di essere visitato, sapendo che in questo modo si ottiene un risultato in tempi più rapidi che attraverso la prenotazione tramite Cup”. De Vincenzi ha chiesto anche informazioni circa la manutenzione degli impianti e il monitoraggio sull’intera struttura ospedaliera, che “ha diciassette anni e non ha mai visto un progetto di ampliamento e di miglioramento strutturale”.
Il sindaco Germani ha consegnato alla Commissione presieduta da Attilio Solinas la delibera che illustra il lavoro svolto da una specifica commissione “temporanea” dell’amministrazione comunale di Orvieto su liste d’attesa e prestazioni sanitarie, ove si legge: “Il Piano straordinario per il contenimento delle liste di attesa non ha raggiunto gli obiettivi prefissati. Il sistema Rao garantisce le urgenze ma l’esecuzione delle prestazioni differite o programmate supera ampiamente gli obiettivi indicati dalla normativa regionale (DGR ‘1009/2014’). L’istituzione del Cup regionale, considerata la gestione non ancora uniforme sul territorio, costringe i pazienti a lunghi spostamenti, orientando chi può verso l’attività privata o intramoenia. Necessaria l’implementazione del personale sanitario e un impiego delle attrezzature che copra l’intero arco della giornata, con un utilizzo flessibile delle risorse umane”. Nel documento viene chiesta anche la realizzazione della “Casa della salute”, visti gli spazi ormai disponibili della Caserma Piave e dell’ex-ospedale.
Il direttore generale Fiaschini ha dunque fatto il punto sulla situazione: “Abbiamo chiesto e ottenuto dalla Regione un tavolo tecnico per sistemare alcune cose su Cup e liste d’attesa, volendo evitare tempi troppo lunghi. Il problema delle liste d’attesa finirebbe – ha detto Fiaschini – se lo specialista desse lui stesso l’appuntamento successivo al paziente che sta visitando, fissandogli data, ora e luogo senza ripassare dal medico di famiglia”.
Il direttore ha quindi illustrato i numeri dell’ospedale di Orvieto: 2418 interventi chirurgici nel 2015, 2483 nel 2016 e nel 2017 sono già 2596. Nel Piano di riordino i posti letto passano da 160 a 175. La sala operatoria per le emergenze ostetriche è stata fatta. C’è la copertura h24 del neonatologico, che prima non era attivo. Entro fine anno avremo la Stroke unit, per cui ci sono i medici, ma – ha aggiunto – dovremo integrare il numero degli infermieri, come per medicina e chirurgia. Il personale di radiologia è stato completato. É in atto il percorso per la risonanza magnetica con le offerte ricevute da varie ditte. L’ospedale sta funzionando, deve poter lavorare meglio. Abbiamo dovuto stoppare qualcosa: per l’h24 servono almeno 7 responsabili, potremmo riaprirlo fra due mesi con l’inserimento di altri medici a compensare quelli che se ne sono andati, ma devono fare la formazione. Tre cardiologi non bastano, a ferragosto era presente solo il primario, di notte e di giorno. Dovremmo essere a posto a inizio 2018. Mancano ancora un paio di persone per far funzionare il Pronto soccorso come vorremmo, dato che alcuni medici hanno scelto di lavorare altrove. Entro breve (domani, ndr) ci sarà una riunione in Regione per vedere di trovare una soluzione, tenendo presente che è in atto un concorso per primari e i tempi previsti nel rispetto delle normative sono di 5 o 6 mesi”.
Il sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani, ha rimarcato il “grosso numero di persone provenienti da fuori regione, per cui è necessario che sia attuato il Piano di riordino. Da sviluppare il progetto per le aree interne, che si basa sulle Case della salute di Orvieto, Fabro e Giove, che permetterà di non congestionare il Pronto soccorso. Noi siamo per l’ospedale di emergenza e urgenza; non per la specialistica, ma risolvere i problemi del Pronto soccorso e creare un sistema di mobilità adeguato, comprensivo di elisoccorso, per cui manca l’infrastruttura di atterraggio. I Rao non funzionano perché prospettare a un paziente anziano di Orvieto di farsi visitare a Spoleto costituisce un problema, mentre chi può si rivolge a una struttura privata”.