OPERE PIE, SINDACATI E LAVORATORI VOGLIONO LA MAXISTALLA A SANTA MARIA ROSSA: UNICA VIA DI RILANCIO DELL'AZIENDA - Tuttoggi.info

OPERE PIE, SINDACATI E LAVORATORI VOGLIONO LA MAXISTALLA A SANTA MARIA ROSSA: UNICA VIA DI RILANCIO DELL'AZIENDA

Redazione

OPERE PIE, SINDACATI E LAVORATORI VOGLIONO LA MAXISTALLA A SANTA MARIA ROSSA: UNICA VIA DI RILANCIO DELL'AZIENDA

Ven, 15/04/2011 - 10:57

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(Fda) Comitati contro sindacati, lavoriatori contro cittadini, precari contro persone che vorrebbero una maggiore tutela del proprio territorio. Sembra rischiare di finire in una lotta tra poveri la complessa vicenda della Maxistalla delle Opere Pie, che i sindacati compatti (Cgil, Cisl, Uil) e i lavoratori dell'azienda vorrebbero ultimata al più presto in zona Santa Maria Rossa per il salvataggio dell'azienda, e che i cittadini del luogo temono come un elemento destabilizzante dell'equilibrio ammbientale del territorio.

Sul tema si è tornati ieri, quando le tre sigle sindacali hanno riunito intorno a un tavolo i lavoratori, a tempo indeterminato o stagionali, della azienda e i pochi giornalisti che stanno seguendo la complessa vicenda che riguarda una delle principali aziende agroalimentari dell'Umbria (600 ettari di terreno, principale fornitrice della Grifo Latte) per chiedere ancora di accelerare e dare risposte certe sulla realizzazione della “maxistalla” di Santa Maria Rossa.
“Così com'è questa azienda non regge”, ha detto il segretario regionale della Uila Uil Stefano Tedeschi. “Servono investimenti per cambiare assetto produttivo ed economico. Per far questo c'è bisogno della nuova stalla, che produca anche biogas, biomasse e fotovoltaico”.
“Non siamo per creare problemi all'ambiente”, ha aggiunto Eros Mincigrucci della Flaei Cisl. “Ma il comune di Perugia ha gli strumenti per sapere se questo progetto è possibile farlo o no”.

I sindacati hanno chiesto quindi un tavolo urgente con l'azienda e l'amministrazione per avere risposte e tempistiche certe sul nuovo progetto. I lavoratori hanno poi chiesto ai comitati di cittadini di interrompere la campagna contro il nuovo impianto: “Non sappiamo di quale tipo sarà l'impatto ambientale della stalla”, ha detto Cristiano Leoni della Flai Cgil. “Non sta a noi valutarlo, né ad altri che forse hanno anche meno competenza di noi”.

Il nuovo impianto dovrebbe convogliare in un polo unico i capi che attualmente sono allevati “in codizioni di soprannumero” nelle attuali stalle di Ponte Nuovo e Bastia Umbra. Il complesso dovrebbe convogliare 700 mucche, per la produzione di prodotti alimentari, ma anche per produzioni oggi molto remunerative di tipo energetico, come il biogas, le biomasse e il fotovoltaico. Il polo, una volta realizzato, dovrebbe accogliere anche gli uffici dell'azienda a partecipazione pubblica.

La cosiddetta “maxistalla” è considerata dai vertici e dai lavoratori dell'azienda l'unica via per garantire un futuro certo alle Opere Pie, che dal 2008 deve far fronte ad un pesante “problema finanziario”, come spiega Tedeschi, fatto di “interessi passivi verso le banche”, dovuti, secondo i sidacati, alla “gestione nel periodo dal 2004 al 2008”, prima che il cda dell' azienda fosse rivoluzionato.

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