Operazione "Dracula" / Arrestato il "vertice" dello spaccio a Ponte San Giovanni - Tuttoggi.info

Operazione “Dracula” / Arrestato il “vertice” dello spaccio a Ponte San Giovanni

Redazione

Operazione “Dracula” / Arrestato il “vertice” dello spaccio a Ponte San Giovanni

Gio, 31/10/2013 - 12:56

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Sara Minciaroni

L’ operazione “Dracula” non era conclusa, almeno fino a ieri, quando gli agenti della Mobile di Perugia hanno arrestato a San Sisto uno dei personaggi “chiave” del presunto gruppo criminale smantellato il 23 ottobre scorso quando gli agenti guidati da Marco Chiacchiera hanno eseguito su richiesta del pm Antonella Duchini 13 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip Lidia Butti. All’appello mancava però Gazidedja Helton albanese di 37 rintracciato appunto nelle scorse ore e ritenuto il “capo” dello spaccio a Ponte San Giovanni.

L’indagine. L’indagine era partita nel 2010, condotta dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile, all’esito di un’attività investigativa su un gruppo di albanesi impegnati nello sfruttamento della prostituzione e nel traffico di sostanze stupefacenti. Nel sodalizio criminale, lo ricordiamo, spiccava Qoku Helidon, trentottenne albanese, indicato da organismi internazionali quale soggetto coinvolto nel traffico di stupefacenti con approvvigionamenti da fornitori a Roma ed in Spagna e, inoltre, dedito allo sfruttamento della prostituzione: L’uomo era fortemente sospettato di sfruttare la propria ditta individuale quale copertura per meglio agevolare il traffico di stupefacenti a Perugia e in località limitrofe, con la complicità dei suoi connazionali Lucaj Aleksander, anch’egli trentottenne albanese, e della giovane amante Esmeralda, albanese, della quale sfruttava anche la prostituzione all’interno di una sorta di “covo” in Via del Macello.

Le intercettazioni. Come già spiegato in occasione della conferenza del 23 ottobre, è stata avviata un’intensa attività di intercettazione da cui sono emersi importanti elementi probatori inizialmente sui pusher italiani dei due albanesi, tutti impegnati secondo l’accusa, in una costante attività di spaccio al dettaglio, e l’attività di sfruttamento della prostituzione posta in essere dal Qoku a danno della giovane albanese Esmeralda, che appariva chiaramente vittima e non complice del gruppo. Sono stati raccolti numerosi elementi sullo spaccio di droga posto in essere dal Qoku e soprattutto dai suoi fornitori, i fratelli Lucaj (stanziali a Foligno) ed un gruppo di connazionali stanziali in Ponte San Giovanni, fino a documentare che Lucaj Aleksander e Qoku Helidon erano a capo di altrettanti gruppi che spacciano cocaina inUmbria: il linguaggio utilizzato al telefono era sempre criptico e rinviava ad incontri per “aperitivi” e “caffè”, che poi venivano riscontarti essere invece finalizzati alla cessione di vari quantitativi di stupefacenti.

Il “modus operandi”. Le intercettazioni telefoniche effettuate sull’utenza cellulare di Gazidedja Helton, ad una prima lettura, non hanno portato a risultati significativi. Era sempre attento, e conosceva alla perfezione i meccanismi che regolano l’apparato giudiziario nonché le varie tecniche investigative attuate dalle Forze dell’Ordine. Passava, come già accennato, gran parte della giornata a Ponte San Giovanni, sostando alternativamente presso alcuni bar della zona. Si intratteneva con dei connazionali con i quali pianificava de visu i suoi traffici illeciti, utilizzando le conversazioni telefoniche unicamente per fissare appuntamenti o per rimandare a successive telefonate tramite Skype o a contatti telematici su Facebook. Comunque, da una certosina analisi delle sue conversazioni telefoniche messe in relazione con i dialoghi registrati sui telefoni ed all’interno dell’autovettura di Helidon, è stato possibile ricostruire come Helton si sia organizzato per spacciare droga riducendo al minimo il rischio.

Il suo ruolo. Gazidedja secondo gli inquirenti era uno dei fornitori principali di droga ed era in contatto diretto con Helidon Qoku o, in alcuni casi, su espressa delega di questo, con il cognato Ardian Kozi. La mobile ha accertato almeno 5 episodi in cui la cocaina dell'arrestato sarebbe stata smerciata tra il 18 marzo e l' aprile aprile 2011.

I precedenti. I fratelli Gadzedja erano, secondo gli inquirenti ai vertici di un’organizzazione criminale formata da cittadini di origine albanese presente ed operante su questo capoluogo da diversi anni. Sul soggetto pendono numerosissimi precedenti penali e processuali, dai quali si evince l’elevato spessore criminale e la capacità di organizzare e condurre associazioni per delinquere che caratterizza il suo profilo delinquenziale. Una sentenza del 2010 li descrive così: “… avevano promosso, diretto e organizzato un’associazione di tipo mafioso, costituendosi come capi della comunità albanese, riconosciuti come tali in forza di condotte intimidatorie e violente, messe in opera personalmente o incaricando altre persone a loro soggette, volte a sottomettere ai loro voleri i gestori dei locali notturni di Perugia e zone limitrofe, nonché il personale dipendente, e assicurarsi il silenzio sia degli esecutori che degli stessi gestori e dei loro dipendenti, al fine di ottenere, attraverso la commissione dei reati (violenze sessuali sulle ragazze impiegate nei locali, minacce e violenze nei loro confronti e nei confronti dei gestori, turbative a carattere violento all’interno ed all’esterno dei locali, estorsioni), l’affidamento retribuito del servizio d’ordine nell’esercizio a garanzia del non ripetersi di disordini, la compartecipazione, retribuita nell’impiego delle ragazze e l’ingresso nella cogestione di fatto dei locali notturni; fatto commesso avendo disponibilità di armi da fuoco ed armi bianche. In Perugia dall’anno 2004, e tutt’ora permanente…” . Helton era stato poi assolto da tale capo di imputazione, ma condannato in ordine alle alte accuse a anni 9 e mesi 7 di reclusione. Il medesimo, inoltre, è imputato in attesa di giudizio per il proc. penale 7038/04 del Tribunale di Perugia per avere promosso diretto ed organizzato un’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Infine, nel 2010 era stato colpito da provvedimento di espulsione dal territorio nazionale, quale misura di sicurezza, del Prefetto di Perugia, con accompagnamento coattivo alla frontiera di Ancona con annesso imbarco ma, successivamente, aveva fatto ritorno clandestinamente in Italia.

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