I locali della storica bottega di Antonio Rossi erano in affitto e sono stati riaffidati ad un altro soggetto in base alla migliore offerta economica
Dopo le polemiche della città anche il Comune di Gubbio è intervenuto sulla vicenda della bottega di Buccheri Antonio Rossi, costretta a chiudere dopo oltre 50 anni per il mancato rinnovo della concessione del negozio.
L’amministrazione comunale ha dichiarato di essere stata obbligata, dal regolamento comunale e dalla normativa in vigore, a dare disdetta il 21 dicembre 2020, concedendo un anno di preavviso. Quello che è accaduto dopo è stato l’avvio di un bando per aggiudicare i locali, sulla base di criteri relativi a elementi progettuali, parte economica e aspetti manutentivi, come avviene sempre in tali situazioni.
“Il Comune di Gubbio, – dicono da Palazzo Pretorio – con il suo patrimonio, garantisce la messa a disposizione dei propri immobili a circa 65 associazioni culturali, sociali, sportive, abbattendo fino al 90% il canone di locazione e concedendo in comodato gratuito tali spazi alle associazioni portatrici della tradizione e del folklore millenari della città. Un modo concreto per sottolineare l’importanza che attribuiamo a quei valori di volontariato che queste associazioni rappresentano, nonchè al loro ruolo di presidio di un territorio così vasto”.
“In questi anni, attraverso mostre, convegni ed eventi – continua il Comune – abbiamo lavorato alacremente per contribuire in maniera concreta al rilancio del nostro artigianato, non da ultimo attraverso l’adesione a ‘La strada della ceramica’. Sarà pertanto compito di questa Amministrazione individuare alcuni spazi espositivi per accogliere, tra gli altri manufatti artistici, anche i buccheri, una delle maggiori espressioni della nostra storica arte della ceramica. Esprimiamo rammarico per quanto accaduto e siamo convinti che, attraverso un confronto civile e fruttuoso, la secolare storia dei buccheri Antonio Rossi potrà continuare, con rinnovato entusiasmo”.