Morte di Davide Piampiano, doppio sopralluogo sul luogo della tragedia - Tuttoggi.info

Morte di Davide Piampiano, doppio sopralluogo sul luogo della tragedia

Flavia Pagliochini

Morte di Davide Piampiano, doppio sopralluogo sul luogo della tragedia

Gio, 16/02/2023 - 10:41

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Difesa e famiglia chiedono un incidente probatorio e una perizia balistica per chiarire i contorni della tragedia

Un doppio sopralluogo sul monte Subasio, nel luogo della morte di Davide Piampiano: dopo la scarcerazione di Piero Fabbri, il 56enne muratore assisano ora accusato di omicidio colposo e per cui il gip di Firenze ha deciso per l’obbligo di firma al posto del carcere e dei domiciliari, le parti si daranno guerra a colpi di sopralluoghi e perizie.

L’obiettivo è ricostruire i tragici diciassette minuti in cui Davide ha perso la vita, ma anche quello che è successo prima: a dirsi disponibile era stato in primis Fabbri, secondo cui la fucilata è partita per sbaglio avendo scambiato Davide per un cinghiale e dopo essere scivolato visto lo stato impervio dei luoghi. La difesa è in attesa della decisione del GIP di Firenze sulla richiesta avanzata dall’avvocato Luca Maori (che difende il “Biondo”), che qualche giorno fa aveva chiesto un incidente probatorio che permetta a Fabbri di accompagnare gli inquirenti sul luogo della tragedia. L’obiettivo è quello di far capire loro cosa sarebbe successo quel pomeriggio di gennaio, nello specifico chiarendo la dinamica dei fatti, da dove ha sparato e dimostrando la sua intenzione di aiutare il 24enne e non la volontà di depistare le indagini.


Morte di Davide Piampiano, gip dispone obbligo di firma per evitare che Fabbri vada a caccia


La famiglia (attraverso l’avvocato Franco Matarangolo) richiede invece una perizia balistica, ritenendo – come emerso peraltro dalla lettera inviata qualche giorno fa – che solo questa possa chiarire i contorni della morte di Davide Piampiano e non la sola testimonianza di Fabbri che è “allo stato”, l’unico soggetto presente durante la tragedia. I genitori del 24enne con il loro legale contestano anche la derubricazione del reato decisa dalla Procura di Firenze da omicidio volontario in colposo, ipotizzando quanto meno il dolo eventuale.

Che non possano essere prese per buone le indicazioni  dell’indagato – si legge nella memoria della parte offesa – lo stanno a dimostrare i suoi comportamenti,  durante e dopo la morte di Davide Piampiano: ha scaricato il  fucile del ragazzo, per simulare che si fosse sparato da solo;  ha occultato la giacca da caccia, essendo risultato vestito in  altro modo nell’incontro con i Carabinieri subito dopo il fatto,  rispetto all’abbigliamento ricavabile dal video, ha fatto sparire  il bossolo (ritrovato nei giorni scorsi, ndr) ed il fucile, non si sa se aiutato da terze persone; ha  raccontato a tutti nell’imminenza del fatto e nei giorni  successivi l’inverosimile ricostruzione contenuta in atti; nei  giorni seguenti ha fatto continue visite alla famiglia del  defunto, raccontando sempre la solita storia e facendo credere  che la morte del ragazzo fosse dipesa da una sua leggerezza;  e questo atteggiamento e racconto lo ha sostenuto anche  all’inizio dell’interrogatorio di garanzia (…) salvo poi ‘pentirsi’ solo di fronte alla  contestazione di quanto registrato dalla telecamera GoPro che  Davide Piampiano portava sempre con sé”.

In programma anche un’attività difensiva analoga della difesa, svolta anche con dei figuranti che possano permettere meglio di chiarire come non solo non fosse buio, ma anche come Fabbri, “da esperto conoscitore dei luoghi, era quindi  conscio dove si trovasse il giovane e che presto si sarebbe  imbattuto in lui, avendo ricevuto verosimilmente le coordinate  di dove si trovasse”.  La memoria difensiva ricorda che “Fabbri non è un inesperto cacciatore alle prime armi, ha 57  anni e va a caccia da una vita dall’età di 14 anni, quindi la  scelta di sparare al minimo fruscio, scambiando una persona  per un cinghiale, ma questo mal si concilia con lo stato dei  luoghi, con l’altezza (m. 1,84) e la corporatura robusta del  Piampiano e con il particolare abbigliamento del Piampiano,  che indossava un giubbotto definito ad alta visibilità”.  A questo proposito la difesa allega – oltre ad alcune foto del luogo dell’incidente sotto varie angolazioni – la scheda tecnica del giubbotto: “Un’attenta proporzione delle  applicazioni verde H.V. – si legge nella descrizione – vi renderà visibili nel bosco da ogni  angolazione dando così alla sicurezza l’importanza che merita.

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