“La situazione è quella di una macchina che cammina, siamo solo agli inizi, saremo soddisfatti solo quando avremo finito”: lo ha detto il nuovo ministro dell’Interno Marco Minniti, che questa mattina ha visitato Norcia, prima di spostarsi a Visso. Ad accoglierlo nella città di San Benedetto c’erano il sindaco Nicola Alemanno, ma anche i primi cittadini di Spoleto, Fabrizio Cardarelli, Vallo di Nera, Agnese Benedetti, Sant’Anatolia di Narco, Tullio Fibraroli, e Cerreto di Spoleto, Luciano Campana. Presenti anche il comandante nazionale dei vigili del fuoco, Gioacchino Giomi, il capo della protezione civile Fabrizio Curcio, il prefetto di Perugia, Raffaele Cannizzaro, il questore, Francesco Messina.
Scuola di polizia di Spoleto – Prima della visita al centro storico di Norcia, il ministro Minniti si è intrattenuto con i sindaci dei Comuni del “cratere”. In particolare Cardarelli gli ha brevemente illustrato la situazione della scuola di polizia di Spoleto, ricevendo rassicurazioni sulla ripartenza dei corsi all’istituto per sovrintendenti. “Ho spiegato al ministro – evidenzia Fabrizio Cardarelli – che sulla scuola di polizia stiamo lavorando in armonia con il prefetto e gli ho chiesto che possano essere fatti al più presto quei lavori di messa in sicurezza necessari di modo che possano ripartire al più presto i corsi“.
Visita alla caserma dei carabinieri e al corso – Il ministro è entrato quindi da Porta Romana nel centro storico di Norcia, visitando la Tenenza dei carabinieri di Norcia, danneggiata dopo il terremoto del 30 ottobre, accompagnato dal comandante della Compagnia carabinieri di Spoleto, il capitano Marco Belilli. Poi ha attraversato corso Sertorio fino a piazza San Benedetto, dove ha salutato le decine di vigili del fuoco all’opera, ringraziandoli per il loro impegno straordinario nella ricostruzione. Il ministro ha quindi voluto ricordare l’importanza del protocollo anti corruzione che è stato firmato mercoledì: “Ci sarà una unica anagrafe antimafia che, utilizzando i dati che vengono dalle varie prefetture, consentirà di avere un elenco di ditte che sono state passate al vaglio. Tutto questo aiuterà molto il lavoro della ricostruzione, il lavoro dei sindaci, il lavoro dei presidenti delle Regioni. Noi abbiamo un obiettivo: che si faccia tutto molto presto e anche molto bene”. Minniti ha quindi lasciato Norcia alla volta di Visso.
Il protocollo d’intesa contro le infiltrazioni criminali – L’accordo per il contrasto alla corruzione è stato firmato mercoledì al Viminale tra il commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani, il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) Raffaele Cantone e il delegato dell’Agenzia nazionale per l’attuazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa (Invitalia) Matteo Campana. Il ministro Minniti ha spiegato che la rete di sicurezza preparata per prevenire infiltrazioni criminali nei lavori di ricostruzione nelle zone del Centro Italia colpite dal terremoto è “senza precedenti“, un sistema senz’altro “molto impegnativo”, che partirà subito, senza fasi di prova, per garantire che “il più grande e straordinario intervento pubblico” si realizzi con trasparenza e rigore per “rispondere ai bisogni delle popolazioni che stanno già pagando un prezzo altissimo”. “La ricostruzione – ha dichiarato – è la priorità delle priorità dell’attività di governo, io la definisco un obiettivo per l’Italia tutta, perché credo sia il desiderio di tutti gli italiani non mollare fino a quando non avremo ricostruito una parte così bella del nostro Paese. Vogliamo fare presto e bene”. In occasione della firma del protocollo d’intesa, Minniti aveva ricordato le risorse ancora oggi impegnate nel post-terremoto: 835 vigili del fuoco con 457 automezzi; 393 unità di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di finanza, di rinforzo per servizi di vigilanza, ordine e sicurezza pubblica; 90 operatori della Polizia stradale con circa 45 pattuglie; 560 militari delle Forze Armate.
Inaugurato il secondo container collettivo – Intanto questa mattina a Norcia è stato inaugurato il secondo modulo collettivo. La struttura temporanea, in attesa delle ‘casette’, ospiterà 35 persone suddivise in nuclei familiari. Il tanto contestato container, al centro di critiche perché costringe varie famiglie a convivere con ambienti e bagni in comune, come fosse un ostello prefabbricato, permetterà di fatto ad alcuni nuclei familiari di tornare nella città di San Benedetto.