MINISTRO GELMINI A NORCIA: "SUL MIO DECRETO TANTE BUGIE". ECCO I MOTIVI DELLA RIFORMA, DAL MAESTRO UNICO ALL'UNIVERSITA' (Foto - Guarda chi c'era) - Tuttoggi.info

MINISTRO GELMINI A NORCIA: “SUL MIO DECRETO TANTE BUGIE”. ECCO I MOTIVI DELLA RIFORMA, DAL MAESTRO UNICO ALL'UNIVERSITA' (Foto – Guarda chi c'era)

Redazione

MINISTRO GELMINI A NORCIA: “SUL MIO DECRETO TANTE BUGIE”. ECCO I MOTIVI DELLA RIFORMA, DAL MAESTRO UNICO ALL'UNIVERSITA' (Foto – Guarda chi c'era)

Dom, 19/10/2008 - 01:04

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di Sara Fratepietro

“Il tema dell'emergenza educativa è un tema di assoluta attualità. Inizialmente a dargli attenzione è stato il Santo Padre, poi questo tema è stato ripreso da molte voci laiche, tra cui il Presidente della Repubblica Napolitano. Da questa premessa sono partita per la definizione del provvedimento che sta facendo discutere in questo periodo”. Non poteva non incentrare il suo discorso sul decreto che porta il suo nome il ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini, ospite a Norcia del convegno “A Cesare e a Dio” della Fondazione Magna Carta, che quest'anno ha come tema “Educazione e libertà”.

IL CONVEGNO DI MAGNA CARTA – Per il quarto anno consecutivo Norcia ospita la “due giorni” promossa dalla Fondazione Magna Carta, presieduta dal senatore del Pdl Gaetano Quagliariello. Un incontro che unisce laici e credenti e che quest'anno ha come tema proprio il rapporto tra educazione e libertà. A fare gli onori di casa nella sala del consiglio maggiore del Comune di Norcia il viceprefetto di Perugia, nonché commissario straordinario della città di San Benedetto, Giancarlo de Filippis. “Non è possibile – ha detto durante i saluti – educare senza pensare alla libertà e viceversa. Educare significa anche scegliere, fare in modo che i giovani possano accogliere un messaggio positivo”. Il convegno è quindi stato aperto dal senatore Quagliariello, che ha paragonato la scuola alla situazione di Alitalia. “Il governo è intervenuto con decisione – ha spiegato il presidente della Fondazione Magna Carta – su molti problemi: la crisi dei mutui, i rifiuti a Napoli, l'Alitalia e anche il conflitto politica-magistratura che ha avvelenato il dibattito politico negli ultimi anni. Fra le emergenze da affrontare spicca proprio quella educativa. Oltre al sistema scolastico ad andare in crisi sono state le agenzie educative: famiglia, parrocchie e oratori e l'universo sportivo”. “Chiunque ha a che fare con gli studenti, anche quelli universitari, – ha concluso Quagliarello – percepisce un impoverimento culturale”. Parole, quelle del senatore, che sono state riprese anche dal ministro Gelmini, che non è voluta mancare al convegno e ha colto l'occasione per discutere della sua riforma dopo le polemiche sempre più pressanti negli ultimi giorni. Spiegando punto per punto le sue scelte.

EMERGENZA EDUCATIVA E MAESTRO UNICO – “L'emergenza educativa – ha spiegato il ministro dell'istruzione – è una necessità; rispondere però non sta solo in capo alla scuola, che non può svolgere questo ruolo se viene lasciata da sola. Da qui nasce il mio appello – ha detto la Gelmini – alla creazione di una grande alleanza educativa”. Creando sinergie tra il sistema della scuola e quello della famiglia, ma anche dei media. Al centro di tutto le esigenze dei ragazzi: educere in latino significa tirar fuori il meglio. “Chi si trova a scuola per imparare – ha evidenziato il ministro – deve essere trattato dall'insegnante come una persona. Da qui nasce l'esigenza del maestro unico e non tagliare per le spese”. Una decisione che tra l'altro ricalca quello che avviene nel resto d'Europa. “In tutti i Paesi europei esiste il maestro unico prevalente, solo in Italia esiste il 'modulo'”.

IL VOTO IN CONDOTTA – “Si guarda alla crescita di una persona nel suo complesso – ha proseguito la Gelmini – ed è doverosa una valutazione sul comportamento, sulla maturità e il rispetto degli altri, dei propri doveri. Da qui il voto in condotta, un provvedimento non per punire, ma per educare ed anche per premiare i comportamenti virtuosi”. Quella che sta cercando di realizzare il ministro, quindi, è una “scuola che mette al centro la persona, che corre il rischio di educare”. Importante anche il ruolo degli insegnanti, che non fanno un mestiere come gli altri: “l'insegnamento è per chi ha una passione educativa, per chi sente questa missione”.

L'INTEGRAZIONE E GLI SPRECHI – Fondamentale per gli studenti la conoscenza della Costituzione, per far conoscere sia agli italiani che agli stranieri i loro diritti e doveri: già Aldo Moro introdusse l'educazione civica, considerata sempre una materia di second'ordine. In quanto agli immigrati, secondo la Gelmini c'è un problema didattico e non certo di razzismo. “Un bambino di 6 anni impara l'italiano subito a scuola, ma quando uno straniero di 10 – 11 viene immediatamente immesso in una classe viene invece abbandonato a se stesso” ha spiegato il ministro. “Allora non si tratta di ghettizzare nessuno” ha ribadito, riferendosi alle polemiche degli ultimi giorni dopo la mozione della Lega di realizzare una “classe ponte”. Un concetto che non piace al ministro. In quanto ai tagli previsti dal decreto, la Gelmini ha parlato di bugie che vengono raccontate e della disinformazione su questa riforma. Come quella dei licenziamenti. “Nella scuola ci sono un milione e trecentomila persone impiegate, in 10 anni si è passati da 33 miliardi di euro a 43 miliardi, senza investimenti nella qualità. E poi gli insegnanti italiani sono tra i meno considerati e meno pagati d'Europa”. Da qui l'idea di premiare gli insegnanti più capaci (“non è possibile che finora i docenti hanno progressioni solo per l'anzianità”). Nessun pericolo nemmeno per le scuole di montagna: “sono io per prima a dire che è sbagliato chiuderle” ha evidenziato il ministro, spiegando come invece l'accorpamento riguarda unicamente il personale. Sempre sulla mistificazione della realtà è il discorso degli insegnanti di sostegno. “Esiste una norma, inserita nella finanziaria 2007 del Governo Prodi che prevede una proporzione di un insegnante ogni due bambini diversamente abili; noi ci limitiamo a confermare quel parametro”.

L'UNIVERSITA' – Parte del discorso il ministro l'ha dedicato all'università, mettendo i puntini sulle “i” ed illustrando i prossimi passi del Governo. “Si parla dei tagli della ricerca, invece la ricerca è stata l'unica voce a non esser stata tagliata”. Importante invece sarebbe attrarre in Italia i “cervelli” fuggiti all'estero, ma anche studiosi stranieri, attraverso università qualitativamente importanti. Cosa che invece adesso non accade: tra le prime 200 nel mondo non ce n'è nemmeno una italiana. Troppi invece i corsi di laurea (5.500), “un'offerta formativa spesso autoreferenziale”, mentre attualmente il 50% degli iscritti all'università non consegue la laurea. Critiche anche al corpo docente troppo anziano. “Voglio dare una risposta a giovani e ricercatori, voglio dare un segnale di speranza – ha proseguito il ministro – e sto lavorando ad una riforma del reclutamento dei docenti e dei ricercatori. C'è anche la necessità di dare un peso specifico ai dottorati”.

GLI APPLAUSI E LA “FUGA” DA NORCIA – Applausi scroscianti per vari minuti, cori di “brava” durante il suo lungo intervento: il pubblico accorso al convegno è rimasto entusiasta dal ministro e dal suo discorso, dalla sua grinta e convinzione nello spiegare il suo decreto. La Gelmini, dopo un breve incontro blindatissimo nei corridoi del palazzo comunale di Norcia, sorvegliata a vista dalla scorta e dallo schieramento di carabinieri (coordinati dal comandante della Compagnia di Norcia, Michele Cutrufo, in prima fila accanto al capitano della Finanzia Luca Formica), ha lasciato la città. Nonostante fosse attesa ad un'altra iniziativa, promossa dal Pdl nursino nella Sala Ottobeuren e dove erano presenti alcuni giovani studenti pronti a far domande al ministro. “Aveva chiesto lei stessa di organizzare questo incontro” ha detto il candidato a sindaco del Pdl Nicola Alemanno ai presenti, scusandosi per l'assenza della Gelmini. A sostituirla a quel punto sono stati i senatori Domenico Benedetti Valentini e Franco Asciutti, insieme al consigliere regionale Franco Zaffini ed allo stesso Alemanno.

LE POLEMICHE E GLI APPELLI – Nonostante la visita del ministro sia scorsa via senza inconvenienti di nessun tipo (nemmeno uno striscione contro il suo decreto o una voce fuori dal coro), non sono mancate le polemiche. A partire dal Pd di Norcia, che oltre che con la Gelmini se l'è presa con il centrodestra nursino, e Nicola Alemanno in particolare, che aveva espresso nei giorni scorsi la sua gioia per l'importante visita istituzionale. “Mentre Regione, Province, Comuni e Comunità Montane dell'Umbria fanno muro contro la riforma del sistema scolastico elaborata dal ministro all'istruzione Maria Stella Gelmini – si legge in una nota del Pd – a Norcia il centro destra, con l'ex sindaco Alemanno in testa, si appresta a riceverla in pompa magna in occasione delle iniziative organizzate nella città di San Benedetto dalla Fondazione 'Magna Carta'. Eppure, la riforma proposta dalla Gelmini, prevedendo un tetto di 500 alunni per istituto, penalizza notevolmente i territori montani e finirà per togliere l'autonomia scolastica a moltissimi altri istituti della Regione Umbria tra cui anche quelli di Norcia, Cascia e Cerreto. In altre parole nella nostra regione molte scuole rischiano la chiusura. Proprio per questo il Partito Democratico di Norcia non comprende l'enfasi con cui il centro destra nursino e, in particolare, l'ex sindaco Alemanno, difendono l'azione di un Governo che nel settore della pubblica istruzione – fondamentale per la costruzione del futuro del nostro Paese – ha operato non solo tagli nelle risorse e nel personale ma mina alle basi il radicamento territoriale della scuola. Non si tratta – come Alemanno vuol far credere – di un'opera di razionalizzazione e di riorganizzazione della scuola ma solo di tagli che penalizzeranno soprattutto le zone disagiate e montane tra cui anche quelle della Valnerina”. “È triste e inopportuno, quindi, – conclude il Pd nursino – che l'ex-sindaco di Norcia, solo a parole difensore degli interessi della collettività nursina, mistifichi la realtà dei fatti perché nel mondo della scuola, i tagli imposti dal Governo centrale, indurranno a una progressiva riduzione della qualità dell'istruzione e metteranno a rischio la scuola pubblica italiana a partire da realtà come quella di Norcia e del resto della Valnerina”.

E se il Pd si è affidato ad un comunicato stampa, gli studenti delle scuole superiori “R. Battaglia” di Norcia e “G. Marconi” di Cascia ieri mattina sono scesi in piazza a Norcia proprio per manifestare contro il ministro e la sua riforma. Circa 150 i giovani che si sono radunati in piazza San Benedetto per un corteo pacifico ma con il fermo obiettivo di tutelare la scuola pubblica.

Richieste di tutela delle scuole di montagna, poi, sono giunte anche dall'ex parlamentare dell'Udc Maurizio Ronconi. Il quale a metà pomeriggio ha diramato un comunicato stampa in cui chiedeva che “il ministro dell'’istruzione, Gelmini, rassicuri sulle scuole che rischiano la chiusura”. Con particolare riferimento proprio a quelle della Valnerina. “E’' inaccettabile – scrive Ronconi – che chi vive in montagna, chi garantisce che la stessa non venga abbandonata, sia svantaggiato e obbligato a mandare i propri figli in scuole lontanissime dai luoghi di residenza creando gravi disagi in particolare ai bambini. Questo per un Paese civile significherebbe un arretramento rispetto a conquiste ottenute negli ultimi decenni. Se il ministro non utilizza la sua presenza a Norcia, città di montagna e interessata alla chiusura di scuole, per rassicurare migliaia di famiglie italiane perderebbe una clamorosa occasione”. Ma il ministro l'occasione non l'ha persa di certo. Un'ora prima che Ronconi inviasse il suo comunicato stampa, infatti, la Gelmini aveva già assicurato tutti sul fatto che le scuole di montagna non verranno assolutamente chiuse. Magari se l'esponente dell'Udc avesse raggiunto Norcia l'avrebbe ascoltato in prima persona.


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