Dopo il "no" al Nodino, quello al Brt, il M5s: interruzione del cantiere o "gestione del danno"

Dopo il “no” al Nodino, quello al Brt, il M5s: interruzione del cantiere o “gestione del danno”

Massimo Sbardella

Dopo il “no” al Nodino, quello al Brt, il M5s: interruzione del cantiere o “gestione del danno”

Dom, 19/05/2024 - 11:04

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I pentastellati di Perugia criticano i bus elettrici finanziati dal Pnrr, auspicando uno stop dopo le elezioni

Giuseppe Conte non ha risposto alla domanda della posizione del Movimento 5 stelle sul Nodo – Nodino di Perugia. Ha lasciato che a farlo fosse Vittoria Ferdinandi. La quale ha ribadito quanto detto in occasione del confronto pubblico con gli altri candidati sindaco: al momento il progetto non è finanziato dal Governo, quindi non è realisticamente nell’agenda politica. Aggiungendo che, se e quando lo diventerà, se ne dovranno valutare costi e benefici. Sospensione (ufficiale) di giudizio per una visione “laica” alle grandi opere.

Conte non ha risposto (“per Salvini è finanziato anche il Ponte sullo Stresso”, la sua battuta), ma la posizione del Movimento 5 stelle sul Nodino è nota e più volte ribadita dalle interrogazioni fatte dalla parlamentare pentastellata Emma Pavanelli: opera inutile, costosa e dall’impatto ambientale troppo forte.
E se a qualcuno non fosse chiara la posizione del M5s, il capogruppo in Consiglio regionale Thomas De Luca in una nota ribadisce: “Il nodo di Perugia è il più grande fallimento della destra, la dimostrazione plastica dell’innata incapacità di governo”.

Il Movimento 5 stelle perugino critica anche un’altra opera sulla mobilità. Questa volta prettamente cittadina, il Brt (Bus Rapid Transit), su cui l’amministrazione Romizi ha fortemente scommesso e sulla quale punta con decisione la candidata sindaco del centrodestra, che di quella Giunta è stata assessore per cinque anni, Margherita Scoccia. Un progetto che il M5s accusa addirittura Scoccia di non conoscere.

E ne spiega quelli che a suo avviso sono gli aspetti critici: “Oltre 110 milioni di euro, circa tre quarti dai fondi Pnrr che occupano gran parte degli investimenti su questa linea di finanziamenti e che ne fanno il progetto di punta della Giunta uscente”.

Per i pentastellati poco si parla in questa campagna elettorale di quel progetto con cui Scoccia ha di fatto aperto la sua di campagna elettorale, confrontandone i costi con quel Minimetro voluto dalle amministrazioni di centrosinistra.

Per il M5s si tratta di un progetto non partecipato e imposto. Che poi è una delle critiche fatte anche al Nodino.

E poi ci sono le tempistiche: “Dopo essere stati rinviati ad elezioni concluse, per pura convenienza propagandistica – scrivono i pentastellati – i lavori dovrebbero durare circa un anno e mezzo (per la precisione 390 giorni secondo il capitolato speciale d’appalto) per avere in esercizio l’opera entro giugno 2026 e non intercorrere nelle penalità previste dal Pnrr. Come sarà possibile – si chiedono – risolvere un cantiere così complesso, con oltre 150 espropri da rendere ancora esecutivi, e con lavori fortemente impattanti che, in vari tratti a corsa promiscua, prevedono sbancamenti di circa 20mt di larghezza?”.

Altra criticità è “l’incompatibilità con il traffico veicolare: 24 intersezioni semaforiche, mezzi lunghi 18 metri, che gireranno semivuoti per la maggior parte del giorno, ad intervalli di 15 o 30 minuti. Il tutto condividendo al 70% le carreggiate delle automobili. Quale sarà l’impatto con il traffico veicolare, prima che questo sia miracolosamente sostituito dall’utenza del Brt? Immaginiamo lo snodo del “Triangolo” di fronte alla Perugina, capolinea della tratta, con il passaggio a livello chiuso ad intervalli orari: è qui che le due linee andata-ritorno del Brt dovranno circolare in un ‘cul de sac’ infernale”.

“Allo stato attuale, senza innescare un cambiamento culturale che porti i cittadini ad utilizzare questo nuovo mezzo – è la valutazione del M5s – difficile vedere il successo di questo progetto. La mobilità sostenibile è un processo culturale che passa per opere di educazione diffusa come le aree pedonali, l’implementazione delle tratte ciclabili urbane e l’incentivazione delle tariffe. Non qualcosa che si cala dall’alto”.

“Il Brt avrà sorte peggiore del minimetrò che, almeno, non impatta sul traffico; anche solo perché impiegherà circa 40 minuti per una tratta di 13 km. Insomma un mezzo, che costa e non è competitivo in termini di tempi di percorrenza, non sostituirà mai il mezzo privato” profetizza il M5s. Che conclude: “Ad elezioni vinte – speriamo dall’alleanza che sostiene Vittoria Ferdinandi – si tratterà di attuare un piano di “Gestione del Danno” o prevedere un’interruzione del cantiere esecutivo per valutare eventuali penali o progetti alternativi”.

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