Arriva in questi minuti la replica dell'ingegner Moreno Gervasi, co-titolare della Minerva Spoleto insieme ad Antonio Cassoli. alla lettera di diffida che uno studio legale folignate aveva inviato da parte del curatore fallimentare della Industrie Minerva del cavalier Marcoaldi. Una lettera che ha sollevato anche un mare di indignazione, anche da parte del sindacato, dal momento che è trapelata sulla stampa prima ancora che fosse materialmente consegnata ai diretti interessati (Gervasi e Cassoli).
“Seppur con ampio ritardo rispetto all’annunciato arrivo che la stampa locale aveva riportato in cronaca, confermo di aver ricevuto dalla Curatela del Fallimento delle Industrie Minerva una diffida all’utilizzo della ragione sociale e del marchio MINERVA per contraddistinguere prodotti simili a quelli realizzati dalla società fallita. Gran parte delle richieste contenute nella lettera appaiono imprecise ed improprie e comunque non riferibili alla nuova società da me di recente fondata. L’iniziativa imprenditoriale che oggi viene contestata” prosegue Gervasi, “era stata già illustrata al Curatore ed ufficialmente resa nota sin dal 30.10.07. In quella sede era stata anche offerta la massima disponibilità per trovare idonee soluzioni al fine di assicurare, nell’interesse delle maestranze e dei creditori, il prosieguo dell’attività aziendale della Minerva. Nessuno ci ha invece mai contattato né per approfondire l’offerta nè il progetto”.
Gervasi aveva anche “anticipato al Curatore che di fronte alla cancellazione sistematica degli ordini già in precedenza acquisiti dalla Minerva e di quelli che nel frattempo sono arrivati senza essere evasi, il mercato si sarebbe forse rivolto alla sua azienda che vi avrebbe provveduto anche in forza della disponibilità dell’uso del marchio”.
Come dire, tutto era già noto dalla fine di ottobre. “Avevamo offerto soluzioni sia per l'impiego degli operai che per la continuazione dell'azienda, ma pare che oggi sia più conveniente screditare e ostacolare un imprenditore locale”.
Ora la parola passa ai legali. L’ing. Gervasi ha dato mandato all’avv. Paolo Spacchetti di rispondere alle diffide ricevute dalla Curatela e di chiarire alcuni aspetti che, ai più, rimangono ancora pochi chiari. Spacchetti tiene a sottolineare che “le problematiche sollevate attengono a profili diversi. Sul fronte marchi, contrariamente a quanto si è fino ad oggi sostenuto, la titolarità è in capo a soggetti terzi diversi da Gervasi e dalla società di riferimento. Sul fronte della presunta concorrenza, l’attività da poco intrapresa negli immobili di Santo Chiodo da parte di Gervasi per la realizzazione di alcuni prodotti similari a quelli della fallita Minerva è svolta nel pieno rispetto della normativa nazionale ed europea in tema di concorrenza non fosse altro per la mancanza del “concorrente” che da tempo non produce né distribuisce alcun manufatto”. “Mi auguro che anche su queste questioni tecnico–giuridiche” conclude Gervasi “si possa aprire con la Curatela e con il Tribunale un sereno confronto per trovare soluzioni rispettose delle aspettative di ognuno senza lasciare spazio a pressioni esterne o estranee che servirebbero solo ad inasprire gli animi, o ancor peggio l’adozione di provvedimenti nei nostri confronti che comprometterebbero ogni fattivo colloquio con l’assunzione di probabili gradi di responsabilità anche di ordine economico”.
