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Milano e Assisi unite nel nome di Acutis: presentato il libro del vescovo Sorrentino

Redazione

Milano e Assisi unite nel nome di Acutis: presentato il libro del vescovo Sorrentino

Nell’incontro le testimonianze su Carlo studente e sui suoi ultimi giorni di vita. Annunciato un pellegrinaggio delle reliquie a Cuba
Gio, 13/02/2025 - 15:43

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Il gigante e il bambino, San Francesco di Assisi e il futuro Santo Carlo Acutis. La città del poverello, dove Carlo è stato beatificato il 10 ottobre 2020 e dove riposa nel Santuario della Spogliazione; l’anno del Giubileo e l’ottavo centenario del Cantico delle Creature. Tanti i motivi – e forse non si tratta solo di coincidenze – che legano San Francesco e Santa Chiara a Carlo Acutis, così come viene narrato nel bel volume del vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno monsignor Domenico Sorrentino, dal titolo Carlo Acutis sulle orme di Francesco e Chiara d’Assisi. Originali, non fotocopie (Edizioni Francescane italiane). Saggio presentato, mercoledì 12 febbraio, nella chiesa milanese di Santa Maria Segreta, la parrocchia in cui il giovane che diventerà Santo il 27 aprile pregava ogni giorno davanti al Tabernacolo. Nel corso della cerimonia, anche l’annuncio di un prossimo viaggio delle reliquie nelle diocesi di Cuba

A riflettere in una tavola rotonda, moderata dalla giornalista di Radio24 Catia Caramelli, lo stesso vescovo Sorrentino, don Giuseppe Como, vicario episcopale per l’Educazione e la Celebrazione della Fede e per la Pastorale scolastica, Anna Scavuzzo, vicesindaco di Milano, suor Monica Ceroni, già insegnante di Carlo all’Istituto Marcelline-Tommaseo, e Claudio Cogliati, presidente della Fondazione Irccs San Gerardo dei Tintori di Monza, dove Acutis morì per una leucemia fulminante nel 2006. Tutti attenti nel sottolineare il valore esemplare della vita di Carlo, un santo della porta accanto, un ragazzo gioioso e pieno di vita, un adolescente, ma anche un grande della fede la cui fama già è diffusa nel mondo intero.

Dopo il saluto del parroco don Maurizio, il saluto di Anna Scavuzzo e la riflessione di suor Ceroni, il vescovo Sorrentino ha spiegato: «Mi sono molto interrogato sul fatto di avere Carlo vicino a me, fin dal 2006, quando sono arrivato come Pastore ad Assisi. Penso che ci sia un disegno di Dio che lo ha voluto sulle orme di Francesco e io ho cercato di capire quanto questo incontro sia rilevabile: lo spiego in questo libro. Ma la questione che più mi interroga è la “Spogliazione”: lì Francesco si è spogliato delle vesti e Carlo – che nel breve videoclip che è quasi un testamento dice “io sono destinato a morire” -, si spoglia con un sorriso della vita, quasi come il Francesco del Venga sorella morte. La spogliazione non è solo togliersi gli indumenti, ma darsi per intero a Gesù. Questo è il punto più profondo della santità di Acutis che lo pone accanto a Francesco di Assisi. Francesco continua il suo percorso per riparare la casa del Signore, facendosi aiutare da un ragazzo: il gigante e il bambino».

Alla domanda della moderatrice sul secondo miracolo operato da Carlo (il primo fu relativo alla guarigione di un bambino brasiliano), quello su Valeria – la giovane originaria del Costa Rica che fu investita a Firenze, dove studiava (ora vive e lavora a Milano) -, monsignor Sorrentino conclude: «Di fronte allo spegnersi della speranza di vita della figlia, la mamma di Valeria pregò a lungo sulla tomba ad Assisi. Ci sorprende la diffusione del culto di Carlo e delle sue reliquie». Poi l’annuncio: «Ci è giunta notizia della richiesta di un pellegrinaggio in tutte le diocesi di Cuba, con l’avvallo del governo, per portare le sue reliquie, che non sono un amuleto, ma una vicinanza perché un santo sia più imitabile. Una Chiesa giovane, gioiosa e generosa: questo è il G3 del Signore». Al termine della mattinata, la lettura della preghiera composta da monsignor Sorrentino e recitata coralmente. Davvero, come vi è scritto, «Carlo, sorriso del cielo».

Nel pomeriggio il vescovo ha visitato la Casa circondariale di Busto Arsizio dove, dopo un momento di preghiera con i detenuti sono seguite le testimonianze di alcuni di loro e precisamente quella di Emanuele, originario del Kosovo, che grazie al cammino in carcere, ha abbracciato la fede cattolica e ha ricevuto il battesimo nella cappella della casa circondariale e di Giosen, nigeriano, che ha vissuto in un villaggio cristiano e ha rievocato il doloroso ricordo di quando, durante la guerra, delle persone sono entrate in chiesa durante una celebrazione e hanno ucciso anche diversi membri della sua famiglia. Con fatica e dopo diversi maltrattamenti è arrivato in Italia e qui in carcere continua il suo percorso di fede e affida i suoi cari all’intercessione del beato Carlo. Infine è stato svelato un quadro raffigurante il primo Santo millennial che è stato realizzato da uno dei detenuti. Il vescovo ha poi donato alla cappella del carcere una reliquia del Beato Acutis.

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