Alessia Chiriatti
Aggiornamento VIDEO – Dichiarazioni Avv. Giulia Bongiorno all'uscita del Processo Kercher
La voce rotta di Raffaele e di Amanda ha spezzato per pochi minuti le arringhe della difesa e dell’accusa che in questi giorni hanno riempito l’aula del tribunale di Perugia. In queste ore, giornalisti e fotografi si sono accalcati fuori e dentro al Palazzo di Giustizia per uno dei maggiori processi mediatici della storia d’Italia. Siamo agli sgoccioli: la seconda fase del processo d’appello ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Khercher sta per concludersi. I due giovani, già condannati in primo grado ad una pena detentiva di 26 e 25 anni, si sono presentati questa mattina in Tribunale per le ultime battute prima della sentenza. La Corte si è da poco chiusa in camera di consiglio. La lettura del dispositivo è attesa non prima delle 20, in base a quanto affermato dallo stesso presidente, il magitrato Carlo Pratillo Hellmann. I due giovani ragazzi hanno parlato ribadendo la loro innocenza. “Siamo rinchiusi in carcere da ormai più di 1400 giorni, privati degli affetti, del conforto della famiglia, di un abbraccio” ha detto Raffaele “La nostra unica volontà è quella di tornare a casa, mentre siamo rinchiusi in una cella di due metri e mezzo per tre”, ha continuato il giovane pugliese. “Quella notte volevamo solo stare insieme, vivere attimi di dolcezza e coccole“ continua, descrivendo il loro rapporto nato qualche giorno prima quella maledetta notte di Halloween. “Amanda era bella, solare, vivace e dolce”. Raffaele ha voluto poi consegnare un bracciale alla Corte, un po’ ingiallito, ma non sporco, sul quale c’era scritto: “liberi, Amanda e Raffaele”. “E’ arrivato il momento di toglierlo”, ha poi voluto concludere Raffaele.
“Avevo fiducia nella giustizia, nella polizia. Ma sono stata tradita, manipolata”, ha affermato con voce decisa e con un buon italiano Amanda, vincendo la commozione. “Ho perso un’amica, nel modo più terribile. Quella sera non ero nella casa in Via della Pergola: se fossi stata lì sarei morta anche io”. Amanda dice di volere arrivare alla verità, non solo per lei e per il suo fidanzatino, ma anche per Meredith. “Non ho ucciso, non ho violentato, non ho rubato. Sono sempre la stessa ragazza di quattro anni fa. Ciò che è cambiato è l’enorme sofferenza che ho provato, alla quale ero estranea. Io e Raffaele siamo innocenti, e vogliamo la libertà”. In aula erano presenti la madre e la sorella di Meredith, come le famiglie della Knox e di Sollecito. Assente invece Lumumba. Il presidente della Corte ha infine voluto precisare di non creare tifoserie alla lettura del dispositivo: “E’ morta una bellissima ragazza, ma sono in gioco le vite di due altri giovani”.
Foto di Stefano Dottori
Video di Nicola Palumbo
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