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MAXISTALLA, PERUGIA ATTIVA RISPONDE AI SINDACATI

Redazione

MAXISTALLA, PERUGIA ATTIVA RISPONDE AI SINDACATI

Sab, 08/01/2011 - 13:02

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Grave e del tutto fuori strada, secondo il movimento Perugia Attiva, l'intervento dei sindacati a favore della Maxistalla nei pressi di Perugia per l'attività zootecnicha delle Opere Pie. Nei giorni scorsi alcune sigle sindacali avevano espresso il loro appello alle istituzioni a finanziare al più presto la struttura tramite un apposito tavolo di confronto, per rimettere in sesto l'azienda zootecnica che da tempo verte in difficili condizioni finanziarie (leggi tutto). Secondo Perugia Attiva l'implementazione della struttura per l'allevamento intensivo di capi di bestiame comprometterebbe in via definitiva la già precaria condizione ambientale dell zona:”Nel caso specifico sono i cittadini di Santa Maria Rossa e zone limitrofe a pagare le conseguenze dell' intensa attività agro zootecnica che insiste nella zona: i numerosi pozzi qui sono inquinati da una elevata concentrazione di nitrati, all'origine di sostanze cancerogene come le nitrosammine”, scrive il gruppo. “Ci sono cittadini che bevono l'acqua inquinata dei pozzi perché impossibilitati a sostenere il costo di 45mila euro necessario all'allaccio con l'acquedotto comunale. Ed è proprio in questo contesto ambientale che si vorrebbe inserire la maxi stalla voluta dalle Opere Pie!”.Secondo Perugia Attiva “a fronte di una situazione ambientale così compromessa risulta fuori luogo l'appoggio dei sindacati al progetto della maxi stalla con annesso biodigestore, giustificato come garanzia del mantenimento dei posti di lavoro e di risanamento del dissesto economico delle Opere Pie. Cgil, Cisl e Uil non si sono accorti che questo progetto, come risulta dai pochi elementi trapelati, presenta una improbabile redditività appesa al filo degli incentivi legati alla vendita di energia elettrica prodotta col biogas, e un grave rischio di ripercussioni ambientali che graveranno semmai sulla salute di ignari cittadini. Che garanzie ci sono di una corretta gestione dell'impianto se chi amministra oggi le Opere Pie ha accumulato una perdita di diversi milioni di euro? Che ne sarà del futuro degli operai quando il governo attuerà i preannunciati tagli sulla incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili? Chi pagherà i salari quando si andrà in emergenza ambientale e gli impianti saranno chiusi? I casi di Olmeto e Bettona non hanno insegnato nulla?”


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