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LOGOS: a Perugia una mostra internazionale dedicata alle parole

Redazione

LOGOS: a Perugia una mostra internazionale dedicata alle parole

Mar, 20/02/2024 - 11:41

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SCD Studio apre la stagione espositiva 2024 con LOGOS, una mostra d’arte contemporanea a cura di Barbara Pavan che inaugura il 24 febbraio

SCD Studio apre la stagione espositiva 2024 con LOGOS, una mostra d’arte contemporanea a cura di Barbara Pavan, con opere di Luciana Aironi, Paola Calcatelli, Susanna Cati, Mara Di Giammatteo, Magdalena Fermina, Patrizia Benedetta Fratus, Deborah Kruger, Christelle Lacombe, Laura Mega, Sonia Piscicelli Izn che inaugura sabato 24 febbraio 2024, ore 17, negli spazi di via Bramante 22N a Perugia.

Il percorso di questa mostra si dipana intorno alla parola e ai suoi derivati – linguaggio, testo, narrazione, e così via – e al loro potere evocativo. Dieci artiste, in un progetto pensato e immaginato come un diario, conducono il visitatore nel labirinto delle interazioni di cui il logos è elemento di ispirazione o artefice o prodotto. Verità universale e dimensione individuale, memoria e oblio, libertà e condizionamento, formulazione del pensiero e concretezza dell’azione: frammenti di passato, presente e futuro si intrecciano senza soluzione di continuità in un dialogo polifonico che l’arte rende possibile e che si insinua tra le ombre, nelle pieghe nascoste tra i segni, i gesti, i suoni e i significati delle parole fino a svelare il portato delle trasformazioni e delle possibilità che esse custodiscono in sé.

Luciana Aironi indaga le tracce che le parole con cui cresciamo lasciano nell’individuo elaborando termini della lingua sarda che la accompagnano sin dall’infanzia e che restituisce con interventi di ricamo su lastre rx, immagini delle ossa, ultimi e più durevoli resti del corpo umano. Le opere di Paola Calcatelli sono ispirate dalla figura del padre affetto dal morbo di Alzheimer da più di dieci anni. In esse indaga l’oblio, il processo di destrutturazione della memoria e dell’identità. Susanna Cati affronta il nesso tra linguaggio e prevaricazione che genera una disparità di diritti sempre sostenuta e giustificata da un impianto verbale. Il modo in cui nominiamo la realtà è anche quello in cui finiamo per abitarla. L’opera di Mara Di Giammatteo fa parte di una serie di lavori dedicati all’antica lingua “pretarola”, oramai in disuso e dalle origini particolari e ricche di passaggi storici culturali di antiche popolazioni europee e balcaniche. L’installazione modulare di Magdalena Fermina restituisce in elementi ricamati a mezzo punto, bianco su bianco, gli slogan più popolari delle pubblicità degli anni ’70 ed ’80 evidenziandone la cifra entusiastica ed ottimista e restituendone tutta la fragilità, il disincanto e il tradimento di quelle aspettative che il tempo ha rivelato dissolvendole una ad una nella realtà. Patrizia Fratus racconta una dimensione domestica e famigliare, l’eredità di parole come pane quotidiano, parole che con il tempo diventano una bussola, che ricordano ad ognuno di noi chi siamo, da dove veniamo, dove (e come) andiamo. Per Deborah Kruger l’arte è in grado di dare forma all’assenza e alla perdita: le sue opere sono veicoli di consapevolezza dell’impatto delle scelte umane sugli ecosistemi e sull’impoverimento degli ambienti naturali, veicolando l’eco tangibile della (bio)diversità che stiamo cancellando nominando una ad una ogni perdita. Christelle Lacombe nelle sue finzioni di lettere utilizza una pseudo scrittura che asseconda il filo del pensiero che non scorre mai lineare. Lettere in cui manca la parola e dove la forma poetica mette in risalto la materialità di un corpo, la fragile e imperfetta tessitura. Il ricamo interrompe la catena infernale degli inanellamenti, per uscire finalmente dal discorso razionale e logico della conoscenza. È così che il Logos si manifesta attraverso il vacillare, gli errori, le esitazioni, gli abbagli, gli inciampi, i lapsus dell’inconscio. È, invece, un lavoro sull’importanza della voce femminile quello di Laura Mega che esorta ad avere il coraggio di alzare la mano e prendere la parola e che ribadisce l’urgenza del riconoscimento del pensiero e del ruolo delle donne all’interno della società. Infine, il trittico di Sonia Piscicelli Izn esplora il modo in cui le nuove tecnologie, e in particolare internet e i social network, stanno modificando – e in parte hanno già modificato – la nostra lingua e la modalità di comunicare delle nuove generazioni.

La mostra sarà visitabile fino al 27 aprile 2024.

Catalogo in mostra


Luogo: SCD Studio, via Bramante , 22N, PERUGIA, PERUGIA, UMBRIA

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