“Con le osservazioni alla parte operativa del PIANO REGOLATORE GENERALE del Comune di Spoleto, Legambiente Spoleto non può che ribadire il parere negativo già espresso in sede di esame del Piano Regolatore Generale parte strutturale. Manca un disegno generale e l'individuazione di un preciso e definito modello di sviluppo coerente con le azioni e i processi di Agenda 21 Locale.
L'Agenda 21 Locale , messa in atto anche dal Comune di Spoleto è un processo partecipativo che vede la presenza di cittadini, istituzioni, associazioni, ordini professionali ecc che hanno definito degli obiettivi con precise scadenze temporali definendo un vero e proprio Piano d'Azione Ambientale.
E' un PRG che non valorizza il nostro territorio, unico per la sua valenza ambientale, storica e culturale, e risorsa non rinnovabile per un'intera comunità e per generazioni future, ma al contrario, lo omologa e lo snatura in favore di interessi particolaristici.”L'unico sviluppo chiaro che prevede il PRG è quello della superficie edificabile – dichiara Simonetta Bandini di Legambiente Spoleto – che ha trovato un sostanziale accoglimento trasversale da quasi tutte le forze politiche del nostro Consiglio comunale. Anche se va dato merito alla Provincia di Perugia, che almeno in parte è riuscita a contenere la grande abbuffata edificatoria costringendo il Comune di Spoleto a recuperare una parte considerevole di territorio al pregio agricolo, paesaggistico, naturalistico, culturale, o più semplicemente all'elementare criterio di razionalità urbanistica. Un ridimensionamento di 1.554.963 MQ, le zone maggiormente interessate San Giacomo, Torregrossa, Santo Chiodo, Capezzano.
Tra le osservazioni presentate, Legambiente Spoleto ha evidenziato come ancora permangono nella parte operativa del piano ampie zone di completamento a nuova edificabilità in aree limitrofe a nuclei storici, ma anche in aree di grande pregio paesaggistico ed ecologico. Questo è particolarmente evidente *nella zona di S.Paolo e via Valadier, nella Frazione di Poreta e soprattutto nel'area di Collerisana *con ben 3 vaste aree residenziali di nuova espansione.Anche a San'Antimo di Monteluco, dove ancora sembra insistere l'ipotesi di una incongrua beauty farm in luogo dell'ex Hotel del Matto, si prevede il raddoppio dell'area destinata ad impianti turistico-ricettivi:l'amministrazione comunale è bene che tenga conto che Monteluco ricade nella rete natura 2000 e che in base alla Direttiva Habitat 92/43/CEE è sottoposto a specifiche norme di tutela e valorizzazione.
Pur considerando necessario il recupero di questo patrimonio edilizio storico, occorre però considerare che l'area di Sant'Antimo è già dotata di cospicui volumi edilizi più che sufficienti per qualsiasi destinazione produttiva sostenibile e che non necessitano di ulteriori ampliamenti.Il piano regolatore inoltre prevede la realizzazione di nuove zone a servizi, attrezzature a parco urbano, parcheggi a zona camper ecc. che interessano i due lati della nuova superstrada a 4 corsie, in località san Giacomo: oltre a considerare le previsioni assolutamente sovradimensionate, Legambiente Spoleto *c*hiede all'amministrazione comunale di concentrare tali interventi solo in un lato della Flaminia cercando di salvaguardare, il non poco che resta del paesaggio agrario della valle spoletana.
“Nella fase di redazione della parte strutturale del PRG – ricorda la rappresentante di Legambiente – le nostre osservazioni non sono state accolte: chiedevano un ridimensionamento consistente del consumo di suolo. Mentre tutte quelle che sollecitavano aumenti di edificazione hanno trovato ampio spazio”.”Chissà se questa volta si può sperare che l'amministrazione comunale, ma anche tutto il consiglio comunale abbiano un'attenzione maggiore per gli aspetti di tutela e la salvaguardia dei luoghi – conclude Legambiente Spoleto – e abbandonino la logica del mattone che invece di arricchirlo, impoverisce e compromette per sempre il nostro territorio”.
