Sarà una delegazione composta dal Ministro delle pari opportunità Mara Carfagna e dalle senatrici Ada Spadoni Urbani (PdL) e Maria Pia Garavaglia (PD) a rappresentare il Parlamento Italiano alle Nazioni Unite, nella conferenza indetta dall'Unione Interparlamentare a New York. L'incontro è preparatorio della ormai imminente 55° sessione mondiale della Commissione ONU sulla condizione della donna (CSW).
“Faremo il punto sull'azione dei Parlamenti nazionali per favorire il pieno accesso lavorativo della donna – ha dichiarato la senatrice Ada Spadoni Urbani – approfondendo particolarmente la presenza e il contributo delle donne nella scienza e nella tecnologia. Un campo che ancora presenta forti connotati maschili, malgrado i successi delle donne nei livelli più alti dell'istruzione e della formazione”.
Le statistiche danno ragione alla senatrice umbra, visto che in Italia, nelle facoltà scientifiche (fisica, matematica, statistica), il maggior numero di laureati è di genere maschile.
“Questo gap nell'istruzione – ha proseguito la senatrice Urbani – si riflette anche sulle scelte professionali del settore scientifico e tecnologico, anche se le distanze si vanno colmando. Il vero problema restano le legislazioni, che dovrebbero sostenere le donne quando decidono una maternità o se si prendono cura dei figli. Un altro dei maggiori problemi è il bilanciamento dei tempi di vita e di lavoro. Su questo si creano diversità di genere che vanno eliminate.”
Grazie alla modifica dell'articolo 51 della Costituzione, voluto nel 2003 dal Ministro Prestigiamo, lo Stato è impegnato a dare pari opportunità lavorative e professionali e non mancano in Italia sperimentazioni e progetti, sostenuti anche dal ministero dell'Università, per eliminare i meccanismi che portano all'esclusione delle donne dai centri decisionali tecnico-scientifici.
“Ritengo – ha concluso la senatrice Spadoni Urbani – che il processo più importante che dobbiamo sostenere sia il ribaltamento della cultura corrente. Esso passa attraverso la capacità della società di riconoscere e valorizzare il punto di vista femminile in quanto possibilità di fornire al lavoro e alla ricerca scientifica e tecnologica un impulso creativo, finalizzato alla definizione di obiettivi e di piste di ricerca innovative”.