Ribaltata la sentenza di primo grado per la frase sui "volantini pornografici" dati a scuola | Il senatore riavrà indietro i soldi dei risarcimenti
La Corte di Appello di Perugia dà ragione al senatore della Lega Simone Pillon: non ha diffamato Arcigay. Ribaltata dunque la sentenza diprimo grado, con i giudici che hanno ordinato la restituzione delle somme che Pillon aveva dovuto versare agli esponenti di Arcigay a titolo di risarcimento.
La querela di Omphalos
Il processo è quello originato da alcune querele della associazione LGBTOmphalos Perugia per le espressioni usate dal senatore, allora avvocatoed esponente del Family Day, per denunciare la diffusione a studentiadolescenti durante un’assemblea d’istituto di materiale che fornivaindicazioni su come “aumentare il piacere del partner” durante irapporti omosessuali, e su come trovare le feste gay del locale “BeQueer”.
I volantini “pornografici”
Pillon aveva definito “pornografici” quei volantini, diffusi dai militantisenza autorizzazione del preside né comunicazione ai genitori e avevaironizzato sul fatto che fossero stati messi a disposizione dei minoriunitamente alle indicazioni su come contattare gli organizzatori deifestini LGBT.
Il risarcimento
Il Tribunale aveva condannato Pillon in sede penale, imponendogli un risarcimento.
Ora la Corte ha cancellato tutto, assolvendo l’esponente leghista pro family “perché il fatto non costituisce reato”.
Pillon: “Sancita la libertà di parola e di critica politica”
“Sono molto soddisfatto della sentenza, che fa giustizia di anni diaccuse assurde – ha dichiarato il senatore Pillon -. Mi auguro che daoggi in poi nessuno si permetta più di portare nelle scuole materialecriptopornografico o che inneggi all’ideologia omosessualista,oltretutto senza il consenso dei genitori. Dedico questa vittoria atutte le mamme e a tutti i papà che vogliono continuare a educare i lorofigli liberi da ogni indottrinamento gender. Ringrazio i mie legali,Laura Modena, Stefano Forzani e Massimiliano Sirchi, nonché i colleghidella Lega, primi tra tutti Matteo Salvini e Massimiliano Romeo per lavicinanza dimostratami nel corso della vicenda processuale. Mando ungrande abbraccio a Massimo Gandolfini e a tutti gli amici del Family Dayche da ogni parte d’Italia mi hanno sostenuto con il loro affetto e leloro preghiere”.
Continua Pillon: “La Corte ha ribadito la legittimità del diritto allalibertà di parola e di critica politica di fronte alla censura LGBT.Rispettiamo tutti, ma pretendiamo rispetto per i nostri figli, per lenostre idee e per quei diritti dei bambini che dovrebbero esserconsiderati valori da tutta la nostra comunità nazionale”.
Bucaioni (Omphalos): stupiti della sentenza, ma i fatti restano
“Siamo sinceramente stupiti da questa sentenza della Corte d’Appello – commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos –. Non conosciamo ancora le motivazioni, che saranno depositate tra 90 giorni, ma l’assoluzione con formula ‘perché il fatto non costituisce reato’ ci dice che i fatti contestati dalla procura esistono e che evidentemente la Corte ha deciso per un’interpretazione molto estensiva del diritto di critica. Rispettiamo la decisione dei giudici, ma attendiamo il deposito delle motivazioni per decidere i prossimi passi nella tutela dell’associazione e della comunità LGBTI tutta“.
“Siamo e saremo sempre orgogliose del lavoro che i nostri volontari e le nostre volontarie svolgono nelle scuole, così come di quello di tante altre associazioni LGBTI in Italia – continua Bucaioni –. Il diritto di critica politica non può mai significare infangare il lavoro altrui“.