LaMaMa Spoleto Open, in scena “L’Anatra, la Morte e il Tulipano” di Wolf Herlbruch  - Tuttoggi.info

LaMaMa Spoleto Open, in scena “L’Anatra, la Morte e il Tulipano” di Wolf Herlbruch 

Redazione

LaMaMa Spoleto Open, in scena “L’Anatra, la Morte e il Tulipano” di Wolf Herlbruch 

Nuovo spettacolo della ricca programmazione de LaMaMa | Al Cantiere Oberdan le marionette da polso di Laura Bartolomei
Gio, 06/07/2017 - 11:34

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Anatra si rende conto di essere seguita da un personaggio e quando scopre che è la Morte si impaurisce. La Morte la rassicura spiegandole che le è vicina da quando è nata, e che non c’è da preoccuparsi, è normale che lei sia presente, è la vita stessa. Il tempo passa e Anatra si abitua alla sua presenza e piano piano si avvicinano e prendono cura una dell’altra, fino all’ultimo respiro.

La scena è una stanza senza muri, un letto nudo ed un acquario. In scena sono una donna malata, una marionette Anatra, la maschera della Morte. Impersonando la Morte e narrando la storia dell’Anatra, la donna malata può finalmente accettare la sua morte annunciata.

Note di regia
Ad un oggetto possiamo dargli vita facendo suoi i nostri pensieri. Una persona, quando la vita l’abbandona, possiamo renderla eterna facendo nostri i suoi pensieri. …la morte è morta.
Il soprannaturale nel multiverso di marionette
Lo spazio di una stanza senza pareti e uno scarno letto; sono lo spazio surreale, per raccontare una favola scritta per occhi di bambini, ma che parla dell’innocenza e della paure nella fine della vita, scena in cui saremo tutti, prima o poi, protagonisti. Una visione che con leggerezza e senza drammatizzazione, in un’estetica minimalista, cerca coerenza con le intenzioni leggere, “naturalmente” non ludiche, dell’autore. Sottotraccia, a fronte di un preludio verso una circostanza inevitabile, questa storia dalla linea sottile ci può raccontare, se lo desideriamo, che tutti saremo coraggiosi e curiosi viaggiatori dell’ultimo tragitto, spettatori amorevoli verso se stessi e il mondo che ci circonda, in un sentimento materno e accogliente, in un sottinteso di ciò che si può dare con la purezza d’animo, e quale eredità preziosa si può donare a figli che verranno e verranno, a loro volta custodi di quel tulipano viola. La marionetta, che ci rappresenta nello spirito, ci racconta di un dialogo dentro noi stessi, ce ne svela i dubbi e infine l’accettazione. La danza non nasconde la sofferenza del corpo ma la rincuora e le proiezioni luminescenti ne scoprono la parte interiore, i suoi pensieri invisibili e arcaicamente inesprimibili con parole.

Sabato 8 luglio 2017

Doppia rappresentazione: ore 18 e ore 22

PRELUDES
Anatra Morte Tulipano
La Capra Ballerina Puppet Theatre

Liberamente tratto dal libro illustrato “L’Anatra, la Morte e il Tulipano” di Wolf Herlbruch
Adattamento di Damiano Privitera e Laura Bartolomei
Marionette, scene e costumi: Laura Bartolomei
Musica: Slawek Kwi & Slobhàn Mcdonald, Shostakovich, Stefano Trevisi, Saule, Gavin Boyars, Kronos Quartet, Twine Recorder
Regia, video e scelta musicale: Damiano Privitera
Con Laura Bartolomei
Progetto sviluppato grazie alla residenza de La MaMa Umbria International (Spoleto, Italia)
Can Pink Y Boogie Residency (Mataro, Spagna), Teatro del Lavoro (Pinerolo, Italia)

Per un pubblico misto e bambini dagli 8 anni in su

Cantiere Oberdan
Piazza San Gabriele Dell’Addolorata, Via dei Gesuiti
Spoleto (PG)

Sull’autore e sulla storia
Wolf Erlbruch è uno scrittore ed illustratore tedesco, autore di libri per bambini caratterizzati sia dalle tematiche impegnative, quali la morte, la sessualità, il significato della vita, che dalla atmosfera surreale delle sue storie ed illustrazioni. Ha vinto numerosi premi, tra cui il Deutscher Jugendliteraturpreis nel1993 e 2003 e la Medaglia del Hans Christian Andersen, uno dei più importanti premi di settore, per il suo contributo duraturo nell’editoria giovanile nel 2006.
La morte è un tema ricorrente nei suoi libri. Ne “L’Anatra, la Morte e il Tulipano” parla di un’anatra che diventa amica della morte e ne parla da un punto di vista molto originale. Qui la morte non è terrificante come al solito. Fin dalle prime due pagine emerge una visione diversa: questa morte, che si prende cura di noi nel caso la vita ci riservi delle sorprese, è dolce, amichevole e un po’ goffa. Il libro mette in risalto i due punti di vista diversi: quello di anatra, che è ovviamente terrorizzata dall’idea di morire, e quello di morte, che invece è abituata a vedere cose succedere alle creature viventi e alla fine morire, è nella sua natura intrinseca.
E mette in risalto il rapporto tra i due personaggi, che attraverso l’interazione ed il confronto, si avvicinano l’uno all’altro fino a quando i loro mondi si compenetrano.

La tecnica della marionetta da polso di Vladimir Zakharov
Fin dal primo momento che ho visto questa marionetta, durante lo spettacolo di Zakharov, nel 2005, ho sentito un legame profondo e viscerale che partiva dritto dallo stomaco ed ho avuto un gran desiderio di imparare a costruirla e manipolarla.
Questa tecnica rappresenta per me il punto di incontro tra la tecnologia e l’arte performativa in scala minimale. Ora questo succede in parte con tutte le altre tecniche del teatro di figura, ma qui il questo legame è più profondo. La marionetta da polso si muove in un modo straordinariamente naturale, facendo dimenticare allo spettatore il complicato groviglio di fili di acciaio e da pesca con cui è costruita, la indossi e risponde. Trovo che il forte legame che instaura tra la marionetta e la mano e il braccio del manipolatore sia molto intrigante: è una marionetta da tavolo, ma non può allontanarsi più della lunghezza del tuo braccio e non può essere lasciata in scena da sola perchè il complicato intrigo di fili la renderebbe molto distorta. E’ una marionetta molto dipendente e, allo stesso tempo, sembra saper rendere il manipolatore dipendente da lei.

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