Incontro culturale dal titolo “Una guerra e quale pace? La rinascita secondo L. N. Tolstoj”, ideato dal Presidente Riccardo Cambri
Giovedì 9 Novembre 2023, alle ore 10, l’UNITRE di Orvieto allestirà presso l’Auditorium “Giacchino Messina” di Palazzo Coelli, grazie al generoso sostegno della Fondazione della Cassa di Risparmio di Orvieto, un incontro culturale di alto spessore dal titolo “Una guerra e quale pace? La rinascita secondo L. N. Tolstoj”, ideato dal Presidente Riccardo Cambri e dal Segretario Angiolina Vonmoos, ed inserito nella rassegna aperiodica “Visioni Letterarie”.
Il Prof. Natale Fioretto, ordinario dell’Università per Stranieri di Perugia e fra i massimi esperti italiani di lingua e letteratura russa, ravviverà l’attenzione sull’epico romanzo di Tolstoj (“Guerra e Pace”), nel quale viene raccontato un periodo complesso e tumultuoso nella storia della Russia e di tutta l’Europa: l’epoca delle campagne dell’imperatore Napoleone in Europa orientale e Russia, dal 1805 al 1812.
La mattinata sarà introdotta dal Prof. Angelo Marocco (Liceo Classico Gualterio di Orvieto); interverranno, con contributi personali, anche alcuni studenti dell’IISACP di Orvieto, coordinati dalla Prof.ssa Marella Pappalardo.
“Nel poliedrico romanzo di Tolstoj”, precisa il Prof. Natale Fioretto, “agiscono centinaia di personaggi attraverso i quali l’autore cerca di rappresentare la vita di quell’epoca in tutta la sua complessità. Non di rado Tolstoj si allontana dagli eventi principali del romanzo per esprimere le proprie opinioni e i suoi punti di vista su una gran quantità di questioni: parla di scienza storica, di sociologia e psicologia, di morale e moralità, di libertà e necessità. Il titolo del romanzo “Guerra e pace” nasconde un significato filosofico profondo, anche se a prima vista sembra ovvio. La questione è che nell’epoca prerivoluzionaria, la parola “pace” aveva due scritture e due significati.
Allo stesso modo, la parola “guerra” non significa solo azioni militari tra eserciti in conflitto, ma anche ostilità morale tra le persone nella quotidianità, divise da barriere sociali e morali. Sono particolarmente contento di portare il mio contributo a Orvieto, che ha sempre rappresentato un luogo privilegiato in cui trovare dimensioni altre, più quiete, ma al tempo stesso stimolanti. L’occasione che mi è stata offerta dell’Unitre orvietana è stata, come si può immaginare, il compimento di un percorso. L’anno passato abbiamo parlato di Dostoevskij, quest’anno proponiamo Tolstoj, due fulgidi esempi di cosa la cultura russa sia stata capace di produrre e di offrire all’umanità in termini non solo di creazione artistica, quanto di profondità di indagine.
Penso che non sia difficile vedere nelle mie parole una dichiarazione d’amore verso la città di Orvieto che mi onora di tanta attenzione. Un vivo ringraziamento va al Maestro Riccardo Cambri, Presidente Unitre Orvieto, incarico che ricopre con autorevolezza e piena fattività; a lui devo la mia presenza qui: credo fermamente che la sua operosità si riverberi positivamente sull’intera vita culturale cittadina. Viviamo tempi difficili, bui. Tempi in cui la guerra sembra voler obliterare il suo contrario: la pace. Eppure è proprio in questi frangenti che la pace va ricercata e perseguita con folle determinazione.
In Guerra e pace si parla, velatamente, di concordia come conformità di sentimenti e voleri e la pace viene inquadrata come parte costitutiva della vita giocata non nella contrapposizione, ma, appunto, nella concordia perché la vita è tanto più vita quanto più è connessa con la vita degli altri. Uno dei messaggi tolstoiani più attuali è senz’altro questo: non ci si salva da soli e gli egoismi, le barricate, i bunker di cui sono disseminate le nostre esistenze non sono la risposta.
La pace, una condizione svincolata dalle semplificazioni della realtà, rappresenta il risultato delle ricerche morali e filosofiche di ogni singolo componente della società, dell’umanità”.