Dopo l'inchiesta di Spoleto che ha portato a 3 arresti ed altri indagati, il questore sta valutando l'emissione di "Daspo urbani"
Una risposta pronta delle forze dell’ordine e della magistratura per arginare episodi di cronaca gravi da parte di giovanissimi che forse non si rendono conto della gravità delle loro condotte; una risposta pronta all’allarme sociale che si è creato nell’ultimo periodo a Spoleto e che gli inquirenti non sono disposti ad accettare. E’ quanto ha mostrato l’inchiesta che ha portato all’arresto – in carcere – di tre giovanissimi spoletini; misure cautelari eseguite lo scorso fine settimana nei confronti di tre 21enni per l’accusa di tentato omicidio di un loro coetaneo nell’ambito di una lite tra gruppi di ragazzi finito con una spedizione punitiva che solo fortuitamente non ha avuto esiti tragici.
Lo spoletino rimasto ferito, ‘scaricato’ fuori dal pronto soccorso di domenica mattina (era il 28 aprile scorso), dopo essere stato colpito più volte alla testa presumibilmente con un crick, dopo essere portato in un luogo ancora non identificato sotto minaccia di una pistola (che si sta ancora cercando, mentre è stata sequestrata una scacciacani), inizialmente non voleva parlare per paura di ulteriori ritorsioni da parte degli aggressori, che in parte tra l’altro erano stati anche suoi compagni di scuola in passato. Eppure, se non si fosse difeso con il braccio, mentre un suo coetaneo lo picchiava con l’oggetto di metallo provocandogli tre ferite alla testa, sarebbe potuto morire. Un suo amico, invece, non è caduto nella trappola tesa dagli aggressori e non si è presentato all’appuntamento in cui ci sarebbe dovuto essere un chiarimento tra le due fazioni in lite. Questi alcuni dei dettagli emersi durante la conferenza stampa di lunedì mattina in Procura a Spoleto, alla presenza del procuratore capo Claudio Cicchella, del questore di Perugia Fausto Lamparelli, della dirigente della squadra mobile di Perugia Maria Assunta Ghizzoni e della dirigente del commissariato di polizia di Spoleto Antonella Fuga Paglialunga.
Inchiesta come risposta alle preoccupazioni della città
“Lo svago deve rimanere tale e non degenerare in violenza” ha osservato il procuratore Cicchella, con la Procura che sta attenzionando in particolar modo la movida spoletina (al centro anche di episodi finiti all’attenzione della Procura per i minorenni). “Si avverte una certa tensione, soprattutto in certe zone ed in certi momenti, come il fine settimana – ha detto, incalzato da Tuttoggi.info sull’escalation di episodi criminosi in città – questa è anche una prima risposta alle preoccupazioni in città: non siamo disposti ad accettare questi fatti, che creano allarme sociale“.
“Questo procedimento per noi è importante – ha spiegato ancora Cicchella – perché mette in luce la volontà di questo Ufficio di essere presente sia a Spoleto che nei comuni del circondario”. Vale la pena ricordare infatti che la Procura della Repubblica di Spoleto ha competenza su un territorio vasto che comprende anche il Folignate, la Valnerina e la Media Valle del Tevere. E l’obiettivo è anche quello di far capire ai giovani e giovanissimi la gravità di queste condotte, che poi vengono perseguite penalmente e che possono portare a pene significative in caso di conferma delle accuse nell’ambito di un eventuale processo.
Si pensa a ‘Daspo urbani’ per i giovani coinvolti nell’inchiesta
Dall’inchiesta penale potrebbero scaturire anche provvedimenti amministrativi nei confronti dei giovani coinvolti nell’inchiesta (al momento ci sono i tre 21enni arrestati ma è al vaglio anche la posizione di altri). Il questore Fausto Lamparelli ha infatti anticipato che sta valutando “misure di prevenzione per evitare che questi soggetti possano frequentare alcuni locali”. Vale a dire i cosiddetti Daspo urbani, che vietano di frequentare dei pubblici essercizi in specifiche zone per periodi più o meno prolungati. Con le persone coinvolte che vengono ritenute “pericolose socialmente per le condotte che hanno messo in essere nonostante la giovane età”.
Tutto nato dopo una bottigliata in testa al bowling, la ricostruzione dei fatti
Stando a quanto ricostruito, i fatti sono iniziati intorno alle ore 21,30 di sabato 27 aprile 2024 al bowling di Spoleto, con protagonisti due gruppi: tre coppie di spoletini da un lato ed alcuni spoletini di seconda generazione (di origine marocchina e pakistana) dall’altro. Poi si sarebbero rincontrati più tardi in una piazza centrale di Spoleto.
Da sguardi mal interpretati e futili motivi sarebbe nata una lite che ha portato uno del primo gruppo a colpire uno del secondo gruppo con una bottigliata in testa. Da lì sarebbero stati allertati soggetti ‘pericolosi’, in particolare il fratello ed il cugino della vittima della bottigliata per dare vita ad una spedizione punitiva messa in atto poco dopo nei confronti di uno degli spoletini. La ‘banda’ avrebbe infatti contattato sia l’autore della bottigliata che un altro 21enne (quello poi vittima della brutale aggressione) per dare loro appuntamento per un incontro chiarificatore; soltanto l’ultimo, però, avrebbe risposto al telefono, accettando poi di incontrare quelli che poi si sarebbero rivelati essere i suoi aggressori. Un incontro che si è svolto nei giardini della scuola media “Pianciani”, in via Arpago Ricci, dove il giovane spoletino è stato picchiato e, sotto la minaccia di una pistola, fatto salire in macchina e portato in un altro posto che non è stato chiarito. Qui altre botte, anche con il calcio dell’arma e con un grosso oggetto di metallo, presumibilmente un crick. Quando ormai era domenica mattina, il 21enne è stato scaricato dall’auto dei suoi aguzzini davanti al pronto soccorso dell’ospedale di Spoleto. Qualcuno si è accorto della sua presenza, con il personale medico e paramedico che dopo averlo prontamente soccorso ha allertato la polizia, facendo scattare l’inchiesta.