In Umbria crescono gli stranieri | Burocrazia ostacolo alla cittadinanza e alla regolarità - Tuttoggi.info

In Umbria crescono gli stranieri | Burocrazia ostacolo alla cittadinanza e alla regolarità

Redazione

In Umbria crescono gli stranieri | Burocrazia ostacolo alla cittadinanza e alla regolarità

Mer, 11/12/2024 - 08:58

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In Umbria ogni cento residenti dieci sono stranieri con un aumento al primo gennaio 2024 dell’1,3 per cento rispetto all’anno precedente. In totale sono 89.737 – 40.949 uomini (il 45,6%) contro 48.778 donne (54,4%) – come emerso dal ‘Rapporto immigrazione Caritas-Migrantes 2024’, intitolato ‘Popoli in cammino’, frutto di uno studio ultratrentennale di Caritas italiana e Fondazione Migrantes Cei.

Il documento è stato presentato a Perugia, presso il ‘Villaggio della carità’, durante un incontro aperto dai saluti di don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana e del diacono Vito Simone Foresi, direttore dell’Ufficio Migrantes diocesano. Dei quasi 90.000 stranieri, la maggior parte risiedono nella provincia di Perugia, 64.360 persone e il 71,7% del totale.

Tra gli stranieri, oramai quasi il 10% della popolazione umbra, circa 25.000 sono irregolari o comunque in una zona grigia in cui sono in attesa del rilascio o del rinnovo del permesso di soggiorno. A marzo 2024, i permessi di soggiorno erano infatti 65mila, un iter complicato come quello per la cittadinanza, dalla burocrazia. Basti pensare che gli con cittadinanza non italiana sono 16.724, pari al 14,6 per cento complessivo, il 69,9 per cento nato in Italia; un dato secondo solo a quello del Veneto. In Umbria le prime cinque nazionalità di provenienza degli stranieri residenti sono romena (22.530), albanese (10.692), marocchina (8.949), ucraina (5.063), macedone (3.087).  I flussi più recenti verso l’Umbria hanno riguardato migranti di fede cattolica e ortodossa;

L’arcivescovo Maffeis ha spiegato “Troppe volte le nostre letture sono superficiali, dettate dalle paure, dalla non conoscenza . Il primo frutto del rapporto è quello di metterci in contatto con la realtà e quando vi si conosce le paure dalla non conoscenza. Se noi entriamo in una fabbrica, in una azienda, oggi ci accorgiamo di questa convivenza tra persone che vengono dall’estero e persone che sono umbre o comunque italiane. Dove ci si incontra, dove si lavora insieme, tanti problemi e tanti pregiudizi vengono abbattuti. Penso anche al mondo cristiano, presente in Umbria in tante confessioni, e credo vada detto un grazie grande a chi, come i cappellani, curano l’accompagnamento delle famiglie che arrivano. Penso poi alle nostre comunità, che cercano di integrare valorizzando un patrimonio di fede, di cultura, di tradizioni di cui la nostra Chiesa ha profondamente bisogno”.

Don Marco Briziarelli ha commentato “Colpisce molto il dato che ci dice che alla fine sono più gli italiani che emigrano degli immigrati che arrivano in Italia. Questo credo scardini uno stereotipo che ci portiamo dietro dove l’immigrato è quello che ci viene a togliere possibilità. Questa bella riflessione che viene fatta questa mattina, analizzando anche le comunità italiane, i percorsi di integrazione, deve essere per noi un monito a creare quelle condizioni per cui le comunità che arrivano possano essere pienamente integrate e diventare una risorsa per il territorio. C’è da fare tanta cultura di carità e di accoglienza e vanno tolte le paure. Tante difficoltà che noi incontriamo derivano dalle paure che ci vengono a più livelli trasmesse. Il diverso è una occasione, una ricchezza, un confronto e una crescita e non un problema. Se ci confrontiamo cresciamo se restiamo separati ci guardiamo a distanza”.


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