Imprenditore si toglie la vita, schiacciato dai debiti | Incerto il futuro per 130 dipendenti - Tuttoggi.info

Imprenditore si toglie la vita, schiacciato dai debiti | Incerto il futuro per 130 dipendenti

Alessia Chiriatti

Imprenditore si toglie la vita, schiacciato dai debiti | Incerto il futuro per 130 dipendenti

Il 61enne nella lettera, "le banche non mi aiutano più" | Lunedì l'incontro dei lavoratori a Umbertide
Sab, 05/08/2017 - 13:48

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Gabriele Bartolini avrebbe dovuto incontrare i suoi dipendenti e le sigle sindacali quella mattina stessa, intorno alle 11. Poche ore prima, invece, l’insano gesto. Il 61enne imprenditore umbro ha infatti deciso di togliersi la vita nel magazzino della sua fabbrica, la Cobem di Umbertide. A trovare il corpo senza vita, è stato uno dei suoi dipendenti. Nulla hanno potuto fare i sanitari del 118 per strapparlo alla morte. Gli agenti del Commissariato di Città di Castello hanno acquisito quanto ritrovato sul luogo della tragedia, inclusa una lettera scritta dall’imprenditore presumibilmente prima di morire.


>> Imprenditore 60enne trovato senza vita in azienda


Nella lettera, due pagine nero su bianco, ha scritto di essere schiacciato dai debiti, di non aver più aiuto dalle banche. Poi, nel secondo foglio, l’appello all’avvocato di famiglia, affinché si prenda cura di moglie e figli, tutti impiegati nella stessa fabbrica.

Un’azienda giovane, la Cobem, nata nel 2004, Bartolini era riuscito a metterla in piedi con sacrificio, dopo un passato come operaio in un’importante azienda umbra, dalla quale era stato licenziato per dei tagli al personale. Insieme alla Cobem, impegnata nel settore metalmeccanico e dell’automotive, aveva creato altre tre aziende, di cui tre nello stesso stabile a Umbertide e una a Jesi, nelle Marche. Aveva poi diversi fornitori, dislocati in tutta Italia.

Ma con la crisi del comparto, i conti hanno cominciato a non quadrare. La situazione delle aziende di proprietà del 61enne era da tempo critica. I suoi dipendenti, in tutto circa 130, molti dei quali stranieri, erano indietro con alcuni stipendi e per questo avevano deciso di entrare in sciopero, per 24 ore, proprio il 2 agosto, ossia il giorno prima della tragedia. Come detto, l’imprenditore avrebbe dovuto incontrare i dipendenti quella mattina ai quali aveva promesso di riuscire a pagare alcune mensilità almeno a chi era pronto a partire in ferie, e interrompere così lo stato di agitazione risolvendo parte del debito. Non ce l’ha fatta però, seppur sembra non avesse dato alcun segno di voler compiere il tragico gesto. Poco prima di togliersi la vita, intorno alle 6.30 del mattino, avrebbe incontrato alcuni suoi amici in centro a Umbertide: quattro chiacchiere, tutto come sempre, nessun indizio che lasciasse presagire questa fine.

Il destino dell’azienda sembra ora appeso ad un filo. Tutta la città di Umbertide è naturalmente sconvolta. In una nota ufficiale del Comune, il sindaco di Umbertide Marco Locchi ha scritto: “ha subito destato grande sconcerto e preoccupazione in tutta la città, sia per le circostanze drammatiche che hanno indotto l’imprenditore a compiere l’estremo gesto, sia per le condizioni dei lavoratori che da tempo non percepivano più regolare stipendio”.

Lunedì 7 agosto i lavoratori dell’azienda e le organizzazioni sindacali si incontreranno alle 16 all’interno del Centro socio-culturale San Francesco, per discutere del destino della fabbrica.

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