La riapertura del Campanile di San Rufino funziona e il Museo diocesano di Assisi è ora in cerca degli ultimi campanari. C’è tempo fino al 2 marzo per inviare – nella pagina Facebook Museo Diocesano e Cripta di San Rufino o chiamando allo 075812712 – materiale utile a ricostruire la storia degli uomini che hanno suonato a mano le campane, per scandire lo scorrere del tempo, dare l’allarme o chiamare a raccolta i fedeli.
L’idea di una mostra – con foto e video – da inserire nel Campanile di San Rufino è nata dalle domande dei quasi undicimila visitatori che hanno salito i 150 gradini che portano alla cima del campanile. Dal quale si gode una vista panorama mozzafiato della città, da dove è possibile vedere il meccanismo moderno che fa funzionare le campane… e sulle cui mura si leggono i nomi degli uomini che per decenni, con le mani (e anche con i piedi), hanno fatto suonare le campane.
Proprio per rendere omaggio a questi campanari che sono stati al servizio della comunità, il museo (visitato, nel 2018, da circa 40.000 visitatori, tutti paganti: un numero doppio rispetto agli anni precedenti) ha deciso di raccogliere le memorie degli ultimi campanari rimasti e/o dei loro eredi per raccogliere tutto il materiale possibile che ci aiuti a dare un volto ai loro nomi. “I documenti che arriveranno saranno un tesoro prezioso per ricostruire un piccolo pezzo storia della città di cui siamo tanto orgogliosi, una città che non è fatta solo di luoghi ma anche e soprattutto di persone!”, l’auspicio della pagina del museo. Che, come già fatto nel 2018, continuerà a proporsi come polo aggregativo cittadino, con tanti eventi nel corso di tutto il 2019.