Gentile direttore,
avevo promesso di rimanere sotto silenzio, ma la visione dei fiori di plastica sotto la lapide di Thomas Schippers ha fatto traboccare il vaso. All'ingiuria si aggiunge lo sberleffo. E come al solito (vi conosco, sono presente in Italia da oltre 30 anni), l'estate serve a placare le anime, a far dimenticare – e perdonare? – le polemiche surriscaldate dal solleone. Ma non per questo sarà un autunno caldo: a settembre siamo tutti di nuovo vergini. Con rassegnazioneAndrew Starling
p.s. Allego una foto ricordo del 13 luglio, insieme ad un altro vostro affezionato corrispondente.
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Caro Andrew,
la Sua mi ha obbligato a fare preventivamente qualche telefonata. Se infatti quello dei fiori finti fosse stato il gesto di una qualche Istituzione locale (Comune, Curia, Festival, etc.) la mia risposta sarebbe stata un’altra. Ma così non è. Quei fiori appartengono quindi ad una mano ignota, magari di qualche ammiratore o ammiratrice di Schippers che non ha la possibilità di portarli freschi tutte le settimane. Ritengo, pertanto, che quel ‘pensiero’ meriti comunque rispetto. Anche quando, come è già successo in passato, e come è auspicabile, qualche altra ignota mano li toglierà da lì.
Non fosse che non c’azzeccano niente con il decoro della piazza.
Ho apprezzato che la custode del teatro, la signora Piera (questa voltà sì su incarico del comune), abbia posto fiori freschi davanti alla lapide per tutta la durata della scorsa edizione del festival.
Trovo invece assurdo che, al di là degli annunci, non si sia fatto ancora niente per ricordare il M° Menotti. Magari anche attraverso un bando di concorso per un’opera da dedicargli.
Son sinceramente felice di aver ricevuto il Suo contributo (inclusa la foto…troppo buono) che ci da la possibilità di riflettere su quanto c’è ancora da fare per onorare tutti quei personaggi illustri che hanno animato Spoleto. Come vede è sempre un autunno caldo su questo colonne, per nulla vergini. Con stima e simpatia,
Carlo Ceraso
p.s.: mia nonna diceva che perdonare è da giusti, dimenticare da fessi. A volte però sarebbe meglio esser fessi