Il consigliere provinciale Luigi Andreani lascia l'Udc ed approda al Popolo della Libertà. La scelta è stata fatta dal politico di centrodestra dopo l'annuncio del leader dell'Udc Casini di correre da solo alle prossime elezioni politiche.
Il Consigliere Andreani desidera quindi esprimere “i più sentiti ringraziamenti per la calorosa dimostrazione d'affetto tributatagli dagli elettori e dai vertici del Popolo Della Libertà nell'imponente manifestazione svoltasi sabato 16 febbraio a Bastia”.
“La svolta avutasi con la costituzione del partito ‘Il Popolo Della Libertà', – spiega Andreani – è stata certamente un'occasione da cogliere, per entrare a far parte da protagonisti, ognuno portando con sé la propria identità e la propria esperienza di una grande forza liberale, fondata su valori universali, facente riferimento al grande Partito Popolare Europeo. Messi da parte i personalismi si è attuata quella semplificazione degli schieramenti invocata da tutti gli elettori e soprattutto si è sancita, anche a livello istituzionale, quell'alleanza tra i partiti di centro-destra che di fatto esiste già da molto tempo, come dimostra per esempio la grande cooperazione tra An, Udc e Fi all'interno del Consiglio Provinciale”.L'impegno del consigliere Andreani, che anche nel consiglio direttivo del partito ha fatto riferimento all'On. Carlo Giovanardi, fra i primi a credere nel Popolo Della Libertà, è quello di dar voce a tutti coloro che in passato hanno contribuito alla crescita dell'Udc ma che non si riconoscono più in un partito “dove la logica individualistica di pochi ha avuto il sopravvento sulla necessità morale e istituzionale di lavorare insieme per risollevare un'Italia gravemente compromessa dopo due anni di scellerato governo Prodi”.Convinto che per risanare l'Italia non sia troppo tardi, e soprattutto consapevole della validità degli uomini del PdL, il consigliere Andreani aderisce dunque con entusiasmo e ottimismo al progetto politico del Popolo della Libertà, “certo che sia giunto il momento di assicurare al Paese quella stabilità di governo, quell'innovazione di idee e quel dinamismo necessari per uscire da questa empasse economica, sociale e istituzionale in cui versa l'Italia”.