IL 23 OTTOBRE E' SCIOPERO GENERALE INDETTO DAL SINDACALISMO DI BASE. - Tuttoggi.info

IL 23 OTTOBRE E' SCIOPERO GENERALE INDETTO DAL SINDACALISMO DI BASE.

Redazione

IL 23 OTTOBRE E' SCIOPERO GENERALE INDETTO DAL SINDACALISMO DI BASE.

Mer, 21/10/2009 - 20:01

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“In questi mesi la crisi finanziaria si sta trasformando in crisi economica e, inevitabilmente, sociale. Nel settore privato si moltiplicano tagli di occupati, chiusure di stabilimenti con relativi licenziamenti ( l'ISTAT rileva che nei primi mesi del 2009 almeno 420.000 lavoratori hanno perso il lavoro).

Il Governo di centro destra davanti ad una crisi senza precedenti per intensità e diffusione sta puntando a salvaguardare prima i bancarottieri, i padroni e poi gli evasori. La legge Finanziaria 2010, incredibilmente, non prevede misure né riguardo alla questione occupazionale e nemmeno relativamente ad un aumento dei redditi e delle pensioni che, oltre a permettere ai ceti popolari di vivere dignitosamente, rilancerebbe anche i consumi interni.

In sostanza, il Governo non stanzia risorse per il rinnovo dei contratti, opera tagli draconiani ai bilanci della Pubblica Amministrazione, ma approva (con la complicità in parlamento di parte del centro sinistra) il vergognoso “scudo fiscale”. Tale provvedimento consentirà a tutti coloro che hanno occultato al Fisco capitali mobiliari ed immobiliari di rimetterli in circolazione nel Paese, avendo garantito l'anonimato e pagando un'aliquota dell'1% per 5 anni. Siamo davanti al peggior condono fiscale mai visto, che sottrae circa 100 miliardi di Euro rispetto al gettito che sarebbe arrivato ad aliquota ordinaria e che sbeffeggia tutti quei lavoratori dipendenti che pagano regolarmente le tasse!

Nel Pubblico Impiego gli effetti immediati della crisi, rispetto al privato, sono probabilmente diversi e più graduali, ma la destrutturazione della P.A. decisa dal Governo provocherà la divisione dei lavoratori e lo smantellamento dello Stato Sociale. La macchina pubblica viene sempre più svuotata di funzioni e di ruolo. Scuola, sanità e previdenza diventano terreni dove il Pubblico arretra sempre più per lasciare campo libero al profitto che non si coniuga con la necessità di garantire servizi adeguati a tutti i cittadini.

La compagine governativa (con Brunetta in prima fila) è riuscita a: stanziare 12 Euro lordi mensili, allungare la durata contrattuale, introdurre le gabbie salariali, inasprire il codice disciplinare, tagliare il salario accessorio per tutti ed escludere completamente il 25% dei lavoratori pubblici. Tutto ciò nel sostanziale silenzio dei sindacati concertativi che già nel 2007 si erano adoperati ad aprire la strada alla “controriforma” Brunetta della P.A. con la stesura del famigerato “Memorandum”.

Comunque, con tutta evidenza, il prezzo più caro lo pagheranno i lavoratori precari con il taglio di risorse ai servizi. Il ministro Brunetta ha, nel frattempo, sospeso le stabilizzazioni e predisposto un sistema di blocchi che di fatto sta producendo l'espulsione in massa dei precari. Emblematico il caso della scuola con 187.000 licenziamenti, ma che ritroviamo anche in altri settori del P.I.. L'insicurezza economica e sociale sta distruggendo le legittime aspettative di vita normale di una generazione.

Al tentativo di emarginare chi non possiede reddito (si calcola che 500.000 famiglie non hanno nessun occupato al proprio interno) e all'offesa della dignità umana sancita con l'introduzione, nel pacchetto sicurezza, del reato di immigrazione clandestina, il sindacalismo di base (RdB-CUB, Cobas, Sdl) lancia un appello ad unirsi, reagire ed alzare la voce per gridare forte la voglia di riappropriarsi del proprio futuro.

L'intera giornata di sciopero e la manifestazione nazionale di venerdì 23 ottobre hanno al centro della piattaforma rivendicativa il “patto di base” siglato dai sindacati di base insieme ad associazioni e comitati di lotta spontanei:

  • blocco dei licenziamenti e riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario;

  • cassa integrazione all'80% del salario per tutti i lavoratori, precari compresi;

  • reinternalizzazione dei servizi e assunzione a tempo indeterminato dei precari;

  • introduzione di un reddito minimo garantito per tutti;

  • aumenti consistenti di salari e pensioni con aggancio al reale costo della vita;

  • abrogazione della Bossi-Fini e del pacchetto sicurezza;

  • sostegno delle energie rinnovabili, del risparmio energetico, del riassetto idrogeologico;

  • messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, delle scuole, dei trasporti, rifiutando la riduzione delle sanzioni per chi causa morti sul lavoro, gravi infortuni, malattie professionali;

  • reperimento di alloggi popolari e canone sociale per i bassi redditi;

  • diritto di uscita dai fondi-pensione;

  • difesa del diritto di sciopero; rappresentanza elettiva e democratica sui luoghi di lavoro e fine del monopolio oligarchico di CGIL-CISL-UIL sulla rappresentanza e i diritti sindacali;

  • ritiro della riforma Brunetta;

  • contro il nucleare, la privatizzazione dell'acqua e l'incenerimento dei rifiuti;

  • contro i tagli di posti, classi e orari nella scuola pubblica e contro la legge Aprea;

  • contro l'aumento dell'età pensionabile per le lavoratrici della P.A.”

PARTECIPIAMO ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI ROMA CON CORTEO ORE 10,00 DA P.ZZA DELLA REPUBBLICA. (AUTOBUS DA PERUGIA PIAZZALE DEL BOVE

ORE 6,30 – SPOLETO ALLA ROTONDA DAVANTI CONAD ORE 7,30. PER PRENOTAZIONI TEL. 3408984708 ).

Comunicato a cura del Coordinamento RdB-CUB dell'Umbria


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