Ikea, alla fine, potrebbe rinunciare a Perugia. O almeno arrivarci, ma solo in punta di piedi, con un piccolo negozio e non con i grandi store a cui siamo abituati, all’interno dei quali si trova di tutto, dalle librerie dai nomi improbabili alle polpette svedesi.
Una strategia rivista a livello centrale, pare, non legata ai tentennamenti perugini. Ma certamente, i tempi biblici per l’approvazione (prima a San Martino in Campo, poi all’interno del progetto per il raddoppio dell’area commerciale di Collestrada, presentato da Eurocommercial) stanno giocando la loro parte, dato che, nel frattempo, treni più comodi di quello perugino stanno passando altrove. Tant’è che, al momento, il colosso svedese pare intenzionato a portare avanti solo i progetti dei nuovi megastore a Roma ed a Milano. L’avvento dell’e-commerce, in particolare, sta facendo cambiare l’approccio al mercato, con gli store concentrati solo nei grandi centri ed in provincia al massimo piccoli negozi per facilitare l’acquisto della merce online per chi non ha particolare dimestichezza con le nuove tecnologie.
Ikea dal 2 febbraio a Perugia, ma in versione ridotta
Preoccupazione a Palazzo dei Priori, per un progetto da mille posti di lavoro, a regime (alcuni dei quali, però, a rimpiazzare quelli che si perderebbero in altri negozi), che questa volta si credeva di riuscire a portare in porto. Per un investimento da 40 milioni di euro.
Venerdì si è tenuto un summit, per avere informazioni sulle intenzioni della multinazionale svedese e di Eurocommercial e per fare il punto sulle strategie conseguenti. Eurocommercial sembra interessata a portare avanti comunque il progetto, con l’ampliamento dell’area commerciale dagli attuali 21mila mq ai circa 84mila del progetto a cui il Consiglio comunale ha dato il proprio assenso. Ricorda che nella nuova area commerciale non era previsto solo l’arrivo di Ikea, ma anche di altri grandi marchi (come Primark). Ed assicura che comunque, qualora Ikea dovesse dire addio al progetto (al 31 dicembre 2018 non ha prolungato l’opzione che aveva), sostituirà il colosso svedese con un altro importante marchio in grado di portare a Perugia visitatori e soldi.
E già c’è chi esulta ritenendo che il ripensamento di Ikea possa far naufragare l’intero progetto della nuova Collestrada, ma sono anche tanti i commenti di chi parla di un’altra opportunità persa per Perugia. Certo, sarebbe un paradosso se quei “sacrifici”, sul piano del traffico, della logistica e dell’impatto urbanistico, che i perugini erano disposti a sopportare di fronte all’arrivo di Ikea si presentassero senza la contropartita dell’atteso approdo del colosso svedese.