Mercoledì sarà il Tar a decidere. Davanti ai giudici amministrativi arriverà la questione dell’Hotel Subasio, al quale il comune di Assisi, aveva revocato la licenza in seguito ad interdittiva antimafia, emessa da Prefettura calabrese nei confronti della società che gestisce l’Hotel che si affaccia sulla Basilica di Assisi. Il tribunale affronterà la richiesta di sospensiva del provvedimento inoltrata dalla proprietà, dopo che in luglio la neoeletta sindaco di Assisi aveva disposto la chiusura della struttura. Ma il Tar, in quella circostanza “inaudita altera parte”, aveva riaperto l’albergo nel giro di due giorni, perchè quello stop era stato individuato come un danno, qualora non ce ne fossero stati i presupposti.
E ci sono due tesi opposte a confronto. Quella del titolare, secondo cui quell’interruzione dell’attività fu un danno soltanto alla società che gestisce il complesso, ma anche alla Città di Assisi, alla Provincia di Perugia ed all’immagine dell’Italia nel mondo. Tanto che attraverso i propri legali la società ha sostenuto nel ricorso che l’azione dell’interdittiva fatta valere con una chiusura forzata è oltre modo infondata e paventa illegittimità costituzionale mentre è pronto a quantificare il danno subìto. C’è poi l’amministrazione comunale che attenderebbe anche una sentenza nel merito nel più breve tempo possibile (e non solo il pronunciamento rispetto alla sospensiva), al fine di fugare ogni dubbio e secondo cui il blocco era una sorta di atto dovuto dopo l’intervento dell’Antimafia e prima che un giudice si esprimesse sulla materia.
Nel procedimento si è costituita anche la Prefettura di Perugia.