HHF/Scs, terremoto prof Giordano “Caparvi chi? Pugnalato alle spalle, Antonini dovrà chiarire” – Villa Palma “mai interessato” - Tuttoggi.info

HHF/Scs, terremoto prof Giordano “Caparvi chi? Pugnalato alle spalle, Antonini dovrà chiarire” – Villa Palma “mai interessato”

Redazione

HHF/Scs, terremoto prof Giordano “Caparvi chi? Pugnalato alle spalle, Antonini dovrà chiarire” – Villa Palma “mai interessato”

Mar, 06/11/2012 - 18:10

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Carlo Ceraso
Caparvi chi?”. E’ fuori di sè il professor Antonio Giordano, lo scienziato italoamericano che guida a Terni la Human Health Foundation – istituto fortissimamente voluto anni addietro dal dominus di PopSpoleto/Scs Giovannino Antonini – finito nel mirino dell’avvocato Claudio Caparvi, vicepresidente Scs e presidente della controllata Scs Gestione Immobiliari che detiene il pacchetto della Progresso Immobiliare, proprietaria dell’area di Villa Palma a Terni.

Nel corso di una intervista pubblicata venerdì scorso dal GdU a firma di Vincenzo Carducci, l’avvocato folignate, fedelissimo dell’antoninipensiero, si era lasciato andare ad una dichiarazione che ha fatto fare ai più un salto sulla sedia. Caparvi, nel confermare la vendita dell’area Villa Palma dove sarebbe dovuta nascere la sede di rappresentanza della HHF (i laboratori sono a Maratta), aveva dichiarato: “È una mia opinione personale e non ci sono atti deliberativi – ha detto Caparvi – ma vorrei far accertare da authority credibili i risultati oggettivamente raggiunti dalla HHF o quantomeno se la strada imboccata ha un senso. Se così non fosse tanto varrebbe destinare le risorse ad altre imprese e fondazioni che si occupano di ricerca in Italia”.

Sarà pure una ‘opinione personale’, ma se viene dal n. 2 di quell’istituto dove “non si muove foglia che Antonini non voglia” vorrà pur dire qualcosa, come ipotizza lo stesso scienziato. L’aver solo dubitato dei risultati raggiunti dai ricercatori di Maratta lo ha mandato su tutte le furie.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA
Proviamo a contattare Giordano al telefono dello Sbarro Institute, a Philadelphia, l’istituto che guida da quando abbandonò Napoli per cercare fortuna negli States. Ci vogliono più telefonate perché il professore non sa nulla dell’intervista, nessuno lo ha avvisato, neanche “l’amico Giovanni (Antonini, n.d.r.)”. Giustamente vuole prima informarsi, vedere l'articolo. La ‘tegola’ firmata Caparvi rischia di rovinargli un momento a dir poco felice: il prossimo 14 novembre sarà a Stoccolma per una lettura magistrale dinnanzi alla Commissione che seleziona i candidati al Nobel; il 19 a Napoli per ricevere l’ambito Premio Grande Ippocrate promosso fra gli altri da Novartis e Miur.
Professor Giordano, ora che ha letto l’articolo, cosa pensa? Resto esterrefatto, ho già girato l’articolo ai miei legali per valutare se ci sono estremi penali e civili nei confronti di una persona (Caparvi, n.d.r.) che non ho mai conosciuto e di cui non conosco le qualità professionali. Mi auguro, dall’alto delle mie 450 pubblicazioni scientifiche e di quelle che la HHF ha generato, che questo signore avvocato si sia documentato prima di parlare, che abbia visionato i miei e nostri lavori e non abbia letto pettegolezzi o piccoli giornali come quelli che si trovano di solito dal barbiere. Vorrei sapere se anche lui lavora pro-bono come ho fatto io in questi anni e come fanno migliaia di ricercatori che sognano di lavorare nel loro Paese. Per questo ‘sogno’ non ho mai ricevuto un euro di rimborso spese, di emolumento; di più, ho dovuto acquistare un’autovettura per spostarmi da Spoleto…
Come giudica la decisione di vendere l’area di Villa Palma? Non la giudico perché non mi interessa, io faccio ricerca, non sono né un banchiere, né un imprenditore. Le mando un articolo del 2008 in cui già chiarivo che la Fondazione non aveva nulla a che fare con l’operazione immobiliare (clicca qui). Villa Palma e la HHF sono due realtà diverse, certo se fosse diventata la nostra sede sarebbe stato bello.
E invece…. Guardi, a me di dove viene posizionato un laboratorio, una sede di rappresentanza o uno studio dove visitare i pazienti non importa; i locali di Maratta vanno più che bene. I problemi sono altri.
Tipo i finanziamenti? Appunto, la HHF sta soffrendo per la scarsità di risorse che generano di conseguenza anche la possibilità di avere pochi ricercatori
Alcuni dei quali neanche pagati Appunto
Posso sapere quanto vi ha destinato quest’anno la Scs? Credo 15-20mila euro, ma non sono sicuro. Stiamo sopperendo al problema con una serie di collaborazioni con laboratori nazionale e internazionali.
Come sono i rapporti con Antonini? A me non ha fatto nulla, con lui c’è un rapporto di amicizia e di affetto, però sulla base di quello che leggo oggi ci dovrò parlare di persona e mi dovrà chiarire tutto. Giovanni lo sa bene che se mi accorgo che qualcosa va storto ci metto un attimo a mandare tutto a fanc… a quel paese”.
Professore è pentito di ciò che ha fatto? No, ci credo ancora e mi auguro che sia così anche per tutte le persone oneste che hanno sostenuto e sostengono questo progetto. Io ho fatto e dato tanto alla HHF, all’Umbria in generale dove ho aiutato persone di ogni tipo che avevano bisogno, gente comune, imprenditori e magistrati. Giordano si ferma un secondo, poi aggiunge: è chiaro che la ricerca costa, o ci credi, e quindi investi, o non ci credi; neanche lo Stato la finanzia, per cui comprendo ogni difficoltà, ma leggere simili cose fa male.
Come si sente? Come uno che ha ricevuto una pugnalata alle spalle. Il 16 novembre sarò a Spoleto e vorrò delle spiegazioni. Possibile che un vicepresidente faccia simili affermazioni e il presidente non sa nulla? E non dice nulla a riguardo?

UNA VILLA DI GUAI
Che Scs sia intenzionata a vendere l’area comprata nel 2007 dal Comune per 4,9 milioni di euro è certo. Caparvi, nell’intervista al GdU, ha precisato che la Scs deve tornare a svolgere “iniziative attinenti a quanto fissato nello statuto Scs… entro l'anno gran parte delle dismissioni saranno portate a termine”.
In realtà il piano di dismissioni dovrebbe servire a reperire le risorse necessarie all’aumento di capitale da 30 milioni di euro di cui necessita la Popolare. Operazione quest’ultima approvata dagli azionisti di PopSpoleto ma sospesa da Bankitalia che attende le risultanze dell’ispezione avviata da luglio scorso dopo la raffica di avvisi di garanzia emessi dalla Procura della Repubblica di Spoleto nei confronti di dirigenti di banca, imprenditori e dello stesso Antonini.
L’affaire Villa Palma comunque tiene banco da giorni nei palazzi di Spoleto e Terni. Da una parte c’è l’accordo che sarebbe stato raggiunto due settimane orsono fra la G.I. e Francesco Cucchetto il quale, stando ai bene informati, avrebbe ceduto il 51% delle quote della Progresso per un prezzo di poco superiore ai 3 milioni di euro: in cambio l’ex amministratore Scs ritirerà le cause civili intentate dopo l’assemblea del 17 dicembre scorso, quella che rimise sul trono Antonini. Dall’altra parte ci sono le trattative avviate da Caparvi per cedere l’intero pacchetto che ruota intorno alla splendida villa rinascimentale. In mezzo però è arrivata la scure del Comune di Terni che, stando alle parole dell’assessore Marco Malatesta, non sembra più tanto ben disposto a rilasciare la concessione edilizia per la realizzazione dei 55mila metri cubi (40mila di abitazioni e negozi, 15mila per impianti sportivi) intorno a Villa Palma: “gli accordi che avevano portato all’adozione del piano attuativo – ha spiegato Malatesta al Gdu – erano legati al restauro della villa e al centro di ricerca. Se si mettono in discussione queste cose non daremo nessun assenso al progetto di edificazione”.

Più volte gli uffici comunali hanno sollecitato Scs “anche con tono minaccioso; più di insistere non possiamo fare” ha concluso l’assessore. Scs a maggio aveva comunicato di aver stanziato 500mila euro per realizzare i primi lavori di restauro della villa ma ad oggi nessun cantiere è stato aperto; anche se Caparvi al giornale del direttore Giuseppe Castellini ha assicurato che il recupero di Villa Palma fa parte delle trattative avviate con “solidi gruppi industriali” interessati all’area. Certo è che senza concessione edilizia l’intero affaire potrebbe saltare con conseguenze neanche tanto prevedibili per la holidng. Insomma un bel grattacapo per il dinamico avvocato folignate, chiamato da Antonini al suo fianco per sbrogliare le tante matasse che riguardano la cooperativa e monitorare le controllate. L’esperienza di Caparvi, a detta dell’entourage del presidentissimo, avrebbe già prodotto molti frutti. E potrebbe esser nuovamente ricompensata con un incarico ancor più prestigioso. Stando infatti alla confidenza di un membro del board, Caparvi potrebbe essere presto candidato alla presidenza della PopSpoleto, al posto di Nazzareno D’Atanasio la cui figura appare sempre più ‘appannata’ e lontana da piazza Pianciani.

Se la notizia trovasse conferma, spiegherebbe anche il raffreddamento che a detta di molti si sta registrando fra Antonini e l’asse ribattezzato in Bps degli ‘uccari’ (il vicepresidente vicario Zuccari e il dg Tuccari). Zuccari non ha mai celato l’ambizione di approdare alla presidenza della PopSpoleto, specie in questo momento in cui la poltrona appare più a portata di mano. Ma dovrà fare i conti con Antonini & Co. che già una volta, lo scorso anno, lo fecero arrivare secondo.

FABI “TUCCARI ARROGANTE”

Non e’ forse un caso che la Fabi – la potente sigla sindacale autonoma da sempre vicina al dominus – sia tornata all’attacco del dg Tuccari che nei giorni scorsi aveva voluto incontrare le sole sigle sindacali confederali (clicca qui). In un comunicato ai dipendenti, che da qualche giorno fa bella mostra sui banconi di tutte le filiali Bps, la Federazione bolla come “arrogante e inopportuna” l’iniziativa del dg. “A noi risulta che il direttore generale sia il capo esecutivo e l’organo che pone concretamente in essere le politiche del Cda. Non ci risulta, tranne prova contraria, che il Cda abbia delegato le sue competenze anche se, all’interno di esso, vi sono uno due elementi accaniti fans dello stesso dg. Ci risulta che il dott. Tuccari abbia sollecitato interventi da parte delle Fondazioni delle Casse di Risparmio Umbre, chiedendo alle OOSS di interporre i loro buoni uffici. In pratica si e’ chiesto un colloquio con la politica, ritenendo che solo le OOSS confederali possano accedere a tale alto livello. Il dott. Tuccari forse potrebbe avere delle amare sorprese escludendo quelle organizzazioni che hanno consistente rappresentatività in azienda e che, sicuramente, hanno i loro rapporti istituzionali. Ci chiediamo anche che cosa pensino l’azionista di maggioranza e l’azionista di riferimento, impegnati, in questi giorni in serissime problematiche. Il comportamento del dr. Tuccari dovrà essere attentamente analizzato sia nel metodo che nel merito visto che evidenza una arrogante considerazione dei rapporti industriali che potrebbe causare all’Istituto notevole danno sia sul piano dell’immagine sia su quello giudiziario. Tale arroganza viene trasmessa in alcuni personaggi di direzione che assumono, come carta assorbente, certi atteggiamenti. Dubitiamo che tali personaggi, al di là delle ridondanti e risibili definizioni in inglese, Micheli ride! (Francesco Micheli e’ il presidente del Comitato per gli affari sindacali e del lavoro di Abi, n.d.r.), abbiano coscienza di se’, e ci chiediamo se anch’essi non si guardino allo specchio come la strega di Biancaneve (….sono io i più bello e il più bravo del reame?). In conclusione una vicenda amplificata ad arte, per fini ‘sconosciuti’ e totalmente al di fuori delle funzioni e delle competenze proprie del direttore generale. Ai colleghi affidiamo un pensiero di serenità: non si spaventino di manifestazioni assolutamente in linea con il presenzialismo di moda, ma considerino che la Fabi, come sempre, non e’ a libro paga di nessuno ne’ ha recondite finalità. Unico nostro interesse e’ la salvaguardia della Bps SpA, dei suoi dipendenti, e delle loro famiglie e sicuramente non la ricerca di soluzioni che spettano ad altri”.

Aggiornato alle 19.38

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