Giovanni Paolo II a Terni, una messa per ricordare la visita all'Ast 40 anni dopo - Tuttoggi.info

Giovanni Paolo II a Terni, una messa per ricordare la visita all’Ast 40 anni dopo

Redazione

Giovanni Paolo II a Terni, una messa per ricordare la visita all’Ast 40 anni dopo

Dom, 21/03/2021 - 08:56

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In occasione del 40° anniversario della visita di papa Giovanni Paolo II all’acciaieria e alla città di Terni, il vescovo Giuseppe Piemontese ha pubblicato una lettera

In occasione della festa di San Giuseppe lavoratore, oggi (domenica 21 marzo) alle ore 16 nella Cattedrale di Terni, il vescovo Giuseppe Piemontese presiederà la celebrazione in preparazione alla Pasqua per i lavoratori dell’Acciai Speciali Terni e per il mondo del lavoro, insieme alle istituzioni civili e militari e rappresentanti dei lavoratori. Tale celebrazione, a ricordo anche della storica visita di papa Giovanni Paolo II a Terni nel 1981, vuole essere un’occasione di preghiera, di memoria, di riflessione e di speranza per la città e, in particolare, per tutto il mondo del lavoro.

La celebrazione potrà essere seguita in diretta streaming sui canali Facebook e Youtube della Diocesi di Terni-Narni-Amelia.

Ed in occasione del 40° anniversario della visita di papa Giovanni Paolo II all’acciaieria e alla città di Terni, il vescovo Giuseppe Piemontese ha pubblicato una lettera, indirizzata alla comunità civile ed ecclesiale, per ricordare quell’importante momento storico e i temi trattati dal papa sulla dignità del lavoro, la sicurezza del lavoro, dell’equo salario, perchè scrive mons. Piemontese «vogliamo cogliere quelle perle che papa san Giovanni Paolo II ha consegnato alla città, al mondo del lavoro e alla chiesa. Vogliamo recuperarla perché forse non le abbiamo coltivate abbastanza, ma vogliamo anche guardare la realtà nella quale ci troviamo proiettarci in prospettiva, cercare di coltivare anche una visione, trovare spunti e suggerimenti per inventare e seguire vie di nuovo umanesimo e crescita sociale. Rileggiamone i segni compiuti: la fabbrica, il lavoro, il popolo radunato, le persone, le autorità, la convivialità, il dialogo, le provocazioni coraggiose, la preghiera e l’Eucarestia conclusiva, evento santificatore del lavoro umano e prospettiva metodologica di giustizia sociale e di dignità civile e religiosa, culmine e ripartenza di ogni rinnovamento».

Nella lettera, che è stata illustrata in una conferenza stampa da mons. Piemontese, e alla quale sono intervenuti don Matteo Antonelli vicario episcopale per il Laicato e Luca Diotallevi presidente diocesano di Azione Cattolica, viene proposta una lettura, in questo tempo di pandemia e soprattutto in quello della post pandemia, che apra a nuove visioni e opportunità che sorgono, in genere, dal superamento delle crisi epocali, quali le scoperte e gli slanci scientifici, sociali e culturali, scaturiti dagli sforzi per superare tali prove.

«La comunità intera – scrive ancora mons. Piemontese – il lavoro in crisi endemica e messo in ginocchio dalla pandemia, le prospettive di crescita sociale hanno una opportunità provvidenziale ed unica nel piano denominato “Next Generation Eu”, che non può essere considerato solo nei sostegni finanziari dell’Unione Europea, ma è opportunità per ripensare e reimpostare un progetto di sviluppo e una rete di relazioni per l’intera nazione oltre che per regioni, comuni e comunità. Situazioni sociali precarie, frutto anche di indecisioni e imprevidenza della politica e dell’imprenditoria, ora si trovano nella opportunità di essere trasformate attraverso cambiamenti strategici e balzi in avanti che portino progresso e benessere economico, culturale, sociale e spirituale alle nostre genti.

Anche le nostre chiese dovranno riprogettare, in una dinamica sinodale e in sintonia con la società civile, il piano “Next Generation It” della Chiesa Italiana del terzo decennio del millennio, e la “Next Generation TNA” della nostra Chiesa particolare, accogliendo la fiamma dello Spirito e spalancando le porte del cenacolo per annunciare a tutti il Signore Risorto con la forza e luce dello Spirito Santo.

La nostra città, capoluogo e capofila della pluralità delle città e dei castelli del territorio, non può rassegnarsi al declino indotto da scelte sbagliate locali e generali, da egoismi di campanile o di parte e da ultimo dalle asfissie, dalle limitazioni e dai fallimenti causati dalla pandemia.

In un’ora grave e delicata, varie vicende politiche hanno portato la nostra Italia a dotarsi di un governo di collaborazione nazionale. Un analogo spirito dovrebbe spingere la classe dirigente e tutte le forze culturali, civili, politiche e sociali più significative della città e della regione in uno straordinario sforzo generoso a collaborare a favore della Next Generation a Terni, in Umbria, in Italia e in Europa.

Alcune menti illuminate sono già al lavoro con proposte ideali ed operative. Va sostenuto e promosso da parte dei responsabili della Civitas ogni sforzo e progetto positivo e propositivo di risveglio e di sviluppo civile, sociale e religioso».

Un altro evento significativo di questo quarantesimo della visita del papa a Terni sarà vissuto proprio all’interno delle Acciaierie il 15 maggio, nel piazzale delle Acciaierie dove il papa san Giovanni Paolo II incontro gli operai, con la celebrazione della messa all’aperto.

Di speranza per il futuro ha parlato Luca Diotallevi, facendo riferimento alla creatività del lavoro «il lavoro non solo come dimensione oggettiva della fatica, ma come dimensione soggettiva, dimensione spirituale e creativa del lavoro che è oggi più forte e più vera di allora. Noi siamo impegnati a comprendere questo processo insieme agli uomini e alle donne di buona volontà, a difenderlo perché il lavoro è sempre a rischio di alienazione, a rischio di sfruttamento. La grande profezia che troviamo nel messaggio di Giovanni Paolo II a Terni è l’importanza di una vita sociale strutturata sulla sussidiarietà, un poliedro di compiti diversi. In questo quadro la riflessione della chiesa locale e nel suo piccolo dell’Azione Cattolica è un invito a una scelta coraggiosa, che ha trovato grande risposta nelle forze sociali, ma ancora non sufficiente risposte nei rappresentanti delle istituzioni politiche, ovvero la prospettiva che la spesa del Next generation Europe vada pensata a partire non dallo Stato, ma dalle comunità locali, dall’intera rete delle città di questo territorio».

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