“La Scuola di giornalismo di Perugia rappresenta una delle eccellenze dell’Umbria nel settore dell’Alta formazione”. E’ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel corso della sua visita alla sede di Ponte Felcino che ospita la Scuola, accolta dal presidente Nino Rizzo Nervo, dal vice presidente Antonio Socci e dal direttore Antonio Bagnardi. “Con grande capacità di anticipare le tendenze in atto sui new media e di interpretare per lo specifico settore l’enorme impatto del ciclo tecnologico in atto – ha proseguito la presidente Marini – la Scuola sta ampliando le aree di attività che fino ad oggi ne hanno caratterizzato l’attività”. Per la presidente Marini “l’impegno di RAI, la più importante industria culturale del Paese ed un grande utilizzatore di nuove tecnologie, gli investimenti effettuati in questi anni in impianti ed attrezzature avanzatissime che sono utilizzate dagli allievi dei diversi corsi gestiti dalla Scuola, fanno di questa esperienza uno dei ‘driver’ più importanti di innovazione nell’industria nazionale della comunicazione, oltre che un potente fattore di creazione di competenze per le nuove imprese creative”. La Scuola di Perugia, che ha tra i suoi soci fondatori anche la Regione Umbria, è fra le quattordici riconosciute dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti, e si conferma prima in Italia per eccellenza nella formazione radiotelevisiva, collocandosi ai più alti livelli dell’Alta Formazione Professionale; una delle poche realtà in grado di creare occupazione per i giovani giornalisti che escono dalla Scuola – molti dei quali umbri – e che ricevono l’apprezzamento da parte dei colleghi in tutto il territorio nazionale. Grande attenzione del Centro è rivolta, inoltre, all’acquisizione di nuove tecnologie e recentemente è stato stretto un accordo con la RAI per una importante sperimentazione di prodotti innovativi e i sistemi del futuro, che consentiranno sia di aggiornare i giornalisti in attività sia di preparare gli allievi ad un immediato inserimento nel mondo del lavoro.
Riproduzione riservata