Già 70 famiglie hanno dato casa per ospitare profughi ucraini | Offerte di lavoro dalle aziende

Tante famiglie hanno dato casa a profughi ucraini | Offerte di lavoro dalle aziende

Redazione

Tante famiglie hanno dato casa a profughi ucraini | Offerte di lavoro dalle aziende

Sab, 19/03/2022 - 10:55

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Il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, fa il punto sull'accoglienza: "Stanno arrivando altre persone in fuga dalla guerra"

Già 70 le famiglie perugine che hanno messo a disposizione alloggi sfitti o porzioni dei propri appartamenti per accogliere profughi ucraini che fuggono dai bombardamenti. Famiglie che hanno accolto l’appello della Caritas e del Comune di Perugia.

“Attualmente – spiega don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana – sono ospitati 24 ucraini di cui 21 condividono il tetto con famiglie perugine e 3 in appartamento. Molte di queste 70 disponibilità sono all’accoglienza di massimo due persone e in questo momento non utilizzabili, dal momento che i nuclei in arrivo sono composti minimo da tre-quattro persone. Il flusso migratorio è comunque in continua evoluzione e potrebbe variare anche nella sua composizione e quindi anche queste disponibilità restano importantissime. L’auspicio è che il conflitto termini immediatamente e che queste disponibilità all’accoglienza restino inevase”.

Profughi senza legami

In quest’ultima settimana, prosegue il direttore della Caritas diocesana, sono iniziate ad arrivare anche a Perugia le prime persone che non hanno nessun tipo di legame con i connazionali già residenti. “Per queste persone – spiega – ci stiamo adoperando grazie a una rete di solidarietà tessuta in poco tempo da una dozzina tra opere segno, realtà socio-caritative afferenti a Caritas e parrocchie che hanno messo a disposizione le canoniche. Queste strutture – precisa don Briziarelli – a breve saranno sature e per questo, di concerto con le istituzioni, ognuno, attraverso i propri canali, continuerà a cercare nuove soluzioni”.

Posti nelle canoniche

Le canoniche che hanno messo a disposizione 14 posti, tutti assegnati, come anche le opere segno e le strutture socio-caritative per un totale di 44 posti di cui 37 occupati. Non da ultimo c’è il Centro di accoglienza straordinaria (Cas), gestito dalla società cooperativa “Unitatis Redintegratio”, che ha riservato ai profughi ucraini 40 posti di cui 24 già utilizzati.

Tessere per gli Empori della solidarietà

Significativo anche il numero delle tessere attivate ai profughi ucraini per accedere ai servizi dei 4 Empori della Solidarietà della Caritas, che attualmente ammontano a 50, permettendo a quasi 170 persone tra adulti e minori di accedere alla spesa gratuita in maniera molto semplice e snella, presentando il documento d’identità e la compilazione di una scheda. “Un servizio – commenta don Marco – volto ad accompagnare i profughi in un percorso di autonomia, integrazione e dignità”.

I problemi

Non mancano i problemi per quest’accoglienza, perché, osserva sempre don Briziarelli: “I profughi, come è facile immaginare, vogliono restare uniti tra loro, evitando di dividersi anche per questioni legate alla lingua, all’organizzazione pratica quotidiana, soprattutto nei primi giorni dopo l’arrivo, e ad un profondo senso di appartenenza. Gran parte della nostra opera è riservata al loro ascolto e all’orientamento negli adempimenti burocratici in stretta collaborazione con i connazionali referenti. Inoltre siamo in continuo contatto con la comunità ucraina di rito greco-cattolico e con altre, per cercare anche di fare incontrare le professionalità che sono arrivate dall’Ucraina: medici, psicologi, insegnanti…”.

Altri profughi in arrivo

“Abbiamo notizia – aggiunge con Marco – di più gruppi di famiglie che stanno arrivando, ma al momento il numero preciso è impossibile calcolarlo. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone che giungono dai confini dell’Ucraina sempre con pulmini o autobus, un fenomeno in gran parte ancora legato ai cosiddetti “ricongiungimenti” con parenti, amici e conoscenti”.

Supporto psicologico

Per don Briziarelli nei prossimi giorni ci sarà la necessità di un supporto psicologico molto più serio: “È importante che gli stessi profughi con questo tipo di professionalità abbiano già dato la loro disponibilità a collaborare. Questo testimonia che sono molto uniti tra loro, mettendosi a disposizione l’uno dell’altro”.

Gli ucraini ora in Italia desiderano di tornare al più presto nella loro casa. Ma molti non si rendono conto di quando il ritorno avrà comunque tempi lunghi.

Offerte di lavoro

E allora è importante avviare un processo di integrazione che non sia limitato. Favorito dal fatto che venga loro rilasciato un permesso di soggiorno che permette loro anche di poter svolgere un’attività lavorativa. Al riguardo sono arrivate in Caritas le prime disponibilità di alcune aziende ad assumere i profughi in base alle loro esperienze professionali e competenze.

Bambini e sport

Altro aspetto molto bello di questa fase iniziale, racconta sempre don Briziarelli, “è il cammino di integrazione per i ragazzi che facevano attività sportiva in forma agonistica in Ucraina; attività che potranno svolgere qui da noi. Alcune associazioni sportive del territorio hanno già dato la loro disponibilità a coinvolgere ragazzi, ragazze e bambini nelle attività sportive. Questo è il metodo Caritas, quello di un accompagnamento che non guarda solo al dare risposta a un bisogno immediato, ma ad avere uno sguardo profetico e di integrazione nel segno di una continuità più vicina possibile alla vita in Ucraina. Ci incoraggia vedere come nelle comunità, dove queste famiglie sono state accolte, si siano create velocemente relazioni di grande collaborazione e scambio tra gli accolti e coloro che li ospitano in tutte le attività della vita quotidiana. Come sempre i bambini sono i primi ad insegnarci a superare qualsiasi barriera”.

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