La presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, Francesca Di Maolo, ha ricevuto il “Premio San Valentino – Un Gesto d’Amore” promosso dall’omonima Associazione ternana.
Giunto alla sua 32esima edizione, il premio è destinato ogni anno a personalità che si sono contraddistinte per l’impegno nell’ambito della pace, della solidarietà, dell’unità tra i popoli e della fraterna convivenza. In questi anni è stato assegnato a personalità che hanno operato per migliorare il rapporto con l’est europeo, che hanno lavorato per la lotta all’Aids e, soprattutto, che si sono impegnate a fondo nella risoluzione del conflitto in Medio Oriente: tra gli altri, il presidente russo Michail Gorbaciov, all’attore Peter Ustinov, ambasciatore e fundraiser per l’Unicef, e ad Eunice Kennedy, sorella del presidente statunitense che nel 1968 diede il via alle Special Olympics, le Olimpiadi speciali per promuovere e rafforzare l’autostima delle persone affette da ritardo mentale.
Ora il riconoscimento alla presidente del Serafico: “Nella sua vita come nella sua opera, Francesca Di Maolo testimonia che è possibile tradurre l’amore in gesti quotidiani concreti, evidenziando il senso di giustizia dovuto alle persone più fragili, esaltando l’essere umano in tutte le sue più nobili dimensioni”, le motivazioni del riconoscimento conferitole dal comitato scientifico presieduto da Monsignor Francesco Antonio Soddu, vescovo di Terni, Narni e Amelia.
“Sono onorata e orgogliosa di aver ricevuto questo riconoscimento che dimostra quanto l’Istituto Serafico, e il lavoro di tutte le donne e degli uomini che vi operano, sia riconosciuto e apprezzato dall’intera comunità e ringrazio per questo soprattutto monsignor Soddu e la Presidente dell’Associazione Premio San Valentino, Chiara Napolini” le parole di Francesca Di Maolo. “Questo Premio va oltre la mia persona e lo considero un segno, un vero e proprio appello alla società civile: io sono qui a riceverlo in rappresentanza dei ragazzi del Serafico, che ancora oggi vengono considerati troppo deboli e quindi da tenere ai margini della società, e delle loro famiglie, che ogni giorno lottano per rendere migliore la vita dei propri figli e che hanno comunque un gran bisogno di aiuto, di supporto e di sostegno da parte delle istituzioni. E anche per questo voglio condividerlo con tutti loro“.
Durante la serata è andata in scena al Teatro Secci la rappresentazione teatrale “Il canto delle pietre” del regista Folco Napolini, uno spettacolo che idealmente getta un ponte tra gli ancestrali paesaggi della Sardegna e quelli dell’Umbria meridionale, attraverso un collegamento di odori, voci, suggestioni e riferimenti artistici tra le due terre.