Gran Finale al Festival con l’immenso Muti, la splendida voce della Feola e la straordinaria “Cherubini” - Tuttoggi.info

Gran Finale al Festival con l’immenso Muti, la splendida voce della Feola e la straordinaria “Cherubini”

Carlo Ceraso

Gran Finale al Festival con l’immenso Muti, la splendida voce della Feola e la straordinaria “Cherubini”

Lun, 31/08/2020 - 10:19

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La 63ma edizione chiude con uno strepitoso successo. I Vip in platea. Il commiato di Ferrara che ricorda Menotti. La curiosità su Mercadante

Riccardo Muti regala un Gran Finale, insieme all’Orchestra Luigi Cherubini, al Festival dei 2 Mondi che domenica 30 agosto ha chiuso la 63ma edizione, la 13ma e ultima della direzione artistica di Giorgio Ferrara.

Il Maestro Muti ha disegnato per il Gran Finale un programma articolato, che lega i vari compositori interpretati sul palco alla celebre Scuola operistica napoletana, quella che rappresentata da Cimarosa, Bellini, Mercadante ma che seppe influenzare anche Mozart e Verdi.

Non bastasse Muti, di origine partenopea, a cantare le arie più celebri dell’800 è stata la campana Rosa Feola, tra le più apprezzate nel panorama internazionale grazie ad una voce non comune e capace di interpretare sia le figure più caratteristiche del melodramma, sia quelle tragiche.

Un programma che già stasera, lunedì 31 agosto, sarà replicato al Festival di Ravello, del direttore artistico Alessio Vlad (che di Ferrara è stato fino ad oggi consigliere musicale).

A far da cornice, come tradizione, la splendida Piazza Duomo, gremita dal pubblico che ha decretato il sold out anche per l’ultimo spettacolo in cartellone.

Il Gran Finale

Il Concerto apre con l’Ouverture da “Il Matrimonio segreto” di Domenico Cimarosa, opera buffa dove l’amore vince sugli interessi economici e la messa alla berlina della classe borghese. Uno spartito che richiama alle Opere buffe di Mozart, a dimostrazione della capacità di contaminazione della Scuola napoletana.

Si passa ad uno dei brani più dolci del Don Giovanni, l’Aria donna Anna “Crudele!….non mi dir, bell’idol mio”, dove lo splendido canto della Feola, così pieno di amore e sofferenza, è accompagnato dalla musica struggente dei fiati.

Il Gran Finale, ft Laura Antonelli /AGF

Si resta ancorati alla tradizione partenopea con il recitativo e romanza “Eccomi in lieta vesta…” da i Capuleti e i Montecchi.

Da anni mancava al Festival una “Ave Maria” e Muti fa dono al pubblico dell’aria di Verdi presa dalll’Otello, l’opera che insieme al Falstaff rappresenta la fase più avanzata del compositore di Busseto. Il soprano e l’orchestra segnano una armonia senza eguali, dove musica e canto diventano una vera preghiera di fede: “Ave Maria, piena di grazia, eletta fra le spose e le vergini sei tu …Prega per chi adorando a te si prostra, prega pel peccator, per l’innocente, e pel debole oppresso e pel possente, misero anch’esso, tua pietà dimostra. Prega per chi sotto l’oltraggio piega la fronte, e sotto la malvagia sorte; per noi tu prega sempre Nell’ora della morte”.

Segue la Sinfonia in Si minore n. 8 (incompiuta) di Franz Schubert, la cui tonalità dimostra il passaggio al romanticismo.

Per il Gran Finale Muti ha pensato, per esserne grande estimatore, ad uno dei compositori più prolifici e spesso dimenticati del XIX secolo, pressoché sconosciuto al grande pubblico, Saverio Mercadante, che insieme al Bellini è infatti fra gli autori più importanti della Scuola napoletana.

Per l’occasione la “Cherubini” suona la Sinfonia Spagnola da “I due Figaro” dove appare ancora evidente l’influenza rossiniana. La brillantezza e precisione con cui viene eseguito lo spartito, regala al Festival una delle più belle pagine operistiche mai ascoltate. D’altra parte l’intesa tra Muti e la ‘sua’ Orchestra giovanile è qualcosa di speciale.

Piazza Duomo saluta i protagonisti con un lungo e caloroso applauso che segna la fine di questa edizione della kermesse menottiana.

La curiosità spoletina su Mercadante

C’è una curiosità che unisce la figura dello straordinario compositore napoletano a Spoleto.

Il raro quadro che ritrae Mercadante

Proprio nella città del festival, di proprietà di una importante famiglia, è custodito uno dei rari quadri di Saverio Mercadante all’inizio dell’età adulta.

Nel dipinto si può ammirare il giovane Mercadante intorno ai 35 anni di età.

La riprova è nello spartito impresso sulla tela: il compositore infatti tiene il volumetto de “I normanni a Parigi”, opera i 4 atti su libretto di Felice Romani, rappresentata al Teatro Regio di Torino il 7 febbraio 1832.

Il saluto di Giorgio Ferrara

Ad aprire la serata è stato il direttore artistico Giorgio Ferrara. Salito sul palco, tra i giovani orchestrali, Ferrara ha reso dapprima omaggio al fondatore della kermesse Gian Carlo Menotti e a seguire a tre grandi amici del Festival. “Alla presenza di questa meravigliosa Orchestra, creata e accudita con amore dal Maestro Riccardo Muti” ha esordito il d.a. “voglio rivolgere un pensiero al fondatore di questo Festival, il Maestro Gian Carlo Menotti che in anni lontani ha dettato le regole della multidisciplinarietà e alle quali con rispetto mi sono in gran parte attenuto. Tengo, come detto all’inaugurazione, che questa edizione la dedico a tre amici che mi hanno sostenuto e alla cui memoria sarò sempre legato: Carla Fendi, Luca Ronconi e Franca Valeri. Un grazie al maestro Alessio Vlad per i suoi preziosi consigli e a Corrado Augias che è stato con noi in questi anni con sapienza insieme ad altri suoi emeriti colleghi. Poi un grazie alla mia prima complice e consigliera, una grandissima attrice che mi sta accanto da 40 anni e che col suo celebrato talento ha illuminato i palchi di Spoleto, grazie Adriana (Asti, n.d.r.)”. Poi Ferrara ha letto il comunicato già diramato alla stampa con il quale passa il testimone del Festival alla neo direttrice artistica Monique Veatue.

I Vip in platea

Tante le autorità che hanno preso parte al Gran finale. A fare gli onori di casa è stato il Sindaco e presidente della Fondazione Festival Umberto De Augustinis. Tra i presenti c’erano il Prefetto di Perugia Armando Gradone, la Presidente dell’Umbria Donatella Tesei, l’Arcivescovo di Spoleto-Norcia Monsignor Renato Boccardo, il Presidente della Corte d’Appello di Perugia Mario Vincenzo D’Aprile, l’Assessore regionale al bilancio Paola Agabiti, il Commissario straordinario per la ricostruzione post terremoto Giovanni Legnini, il senatore Franco Zaffini (Fd’I) con la moglie Alessia, l’onorevole Giorgio Mulè (F.I.), il Vice presidente della Fondazione Festival Dario Pompili, il Presidente della Fondazione CaRispo Sergio Zinni, la Presidente della Fondazione “Carla Fendi” Maria Teresa Venturini Fendi (che al termine del Concerto ha presenziato alla consegna del Premio ‘Carla Fendi’ all’infermiera eroina Elena Pagliarini) e l’Assessora alla cultura di Spoleto Ada Urbani.

I Vip in piazza Duomo

Nutrita anche la rappresentanza di autorità militari e dei Corpi armati dello Stato a cominciare, tra gli altri, del Vice Comandante Generale della Guardia di Finanza Generale di Corpo d’Armata Edoardo Valente, il Comandante Interregionale dell’Italia centrale della Gdf Generale di corpo d’armata Andrea De Gennaro, il Comandante della Regione Militare Umbria Colonnello Maurizio Napoletano, il Comandante del Battaglione Cengio dei Granatieri di Sardegna Tenente Colonnello Gabriele Guidi, insieme ai rappresentanti locali delle varie forze di polizia.

Per le autorità politiche locali da segnalare, tra gli altri, il Presidente del consiglio comunale Sandro Cretoni (Lega), il capogruppo del Pd Stefano Lisci e alcuni consiglieri dell’assise cittadina.

(I video e le foto della photogallery “I Vip” sono di Tuttoggi. La foto in home page e la photogallery del “Gran Finale” sono di Laura Antonelli/AGF per il Festival di Spoleto)

© Riproduzione riservata


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