Festival di Spoleto, in viaggio per il mondo sulle note di Naomi Berrill - Tuttoggi.info

Festival di Spoleto, in viaggio per il mondo sulle note di Naomi Berrill

Sara Cipriani

Festival di Spoleto, in viaggio per il mondo sulle note di Naomi Berrill

Ven, 12/07/2019 - 16:28

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Mentre si percorre un viaggio si affrontano e superano difficoltà, si conoscono culture nuove e si vivono emozioni differenti e alla fine ci si trova più ricchi e forti. È di certo questo il senso del viaggio in musica fatto insieme a Naomi Berrill ieri sera, 11 luglio, nell’incantevole cornice del Chiostro di San Nicolò.

Il concerto inserito nel programma dello Spoleto Festival dei Due Mondi 62 è stato un’anteprima di Suite Dreams, il terzo album in quattro anni, realizzato di origini irlandesi. Quest’ultimo sarà disponibile solo a settembre

Sul palco solo la giovane musicista e il suo violoncello. Voce e musica che hanno riempito lo spazio della platea, in silenzioso e partecipe ascolto.

“Una musica è bella perché è bella non perché è appartenente a un genere” così ha spiegato tra una canzone e un’altra la stessa Berrill in un corretto italiano, visto che da anni la musicista vive e lavora a Firenze. Concetto confermato dall’eclettica scaletta del concerto: dal jazz, al folk, dal swing, alla musica barocca.

Molti i brano composti dalla stessa Berrill e parte sia del nuovo album, dedicato principalmente al legame tra musica e danza, che delle due precedenti opere. Ma molte anche le interpretazioni di brani di altri artisti e compositori, sempre rielaborati e arricchiti: quando da parole, quando dalle note del violoncello.

Salti spazio-temporali notevoli, partendo con le danze folk irlandesi e brani tradizionali recuperati in Ungheria, tradotti e e reintepretati, passando dal Swing 42 di Django Reinhardt e di Baubles, Bangles & Beads. E ancora nella Russia dell’800 con uno Scherzo di Alexander Borodin, tornando ancora indietro al Barocco di uno dei primi compositori donna, Barbara Strozzi, fino a tornare alla contemporanea Nina Simone. Per posarsi infine sulle note di Feeling Groovy dei Simon and Garfunkel e di Lucille di Jimi Hendrix.

Tutto a cavallo di una sola voce e delle quattro corde di un violoncello. Un viaggio decisamente interessante e coinvolgente.


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