Festival 2Mondi, tutto pronto per la prima del 28 giugno. Ferrara "Spoleto per un pubblico di elite" - Tuttoggi.info

Festival 2Mondi, tutto pronto per la prima del 28 giugno. Ferrara “Spoleto per un pubblico di elite”

Redazione

Festival 2Mondi, tutto pronto per la prima del 28 giugno. Ferrara “Spoleto per un pubblico di elite”

Gio, 20/06/2013 - 21:54

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Carlo Vantaggioli

Parte la poderosa macchina operativa del Festival dei 2Mondi. E come tradizione una settimana prima dell’inaugurazione ufficiale si da inizio al rito della conferenza stampa con cui comunicare ciò che bolle in pentola. Ora canonica le 12, per iniziare a parlare dei fatidici 17 giorni della più lunga, ma anche inimitabile nel suo genere, manifestazione culturale italiana ed europea. Gran cerimoniere il M° Giorgio Ferrara, che in una sala dell’Hotel dei Duchi di Spoleto, incontra la stampa locale e nazionale per un primo giro di domande sull’edizione 56 e in generale sulla qualità e le prospettive della kermesse festivaliera dopo i primi 5 anni, cosiddetti “del consolidamento”. Brutta metafora di natura edile-ingegneristica, per descrivere quella che Ferrara invece, con realismo talentuoso, definisce solo “una gran bella faticata…”. Ferrara è visibilmente in gran forma, per nulla affaticato, affabile e disponibile. Chiaro indice che le cose stanno marciando per il verso giusto. Il programma di Spoleto56, in effetti, ha più di un motivo per essere considerato all’altezza della situazione.
Danza in primo piano- Per ammissione dello stesso Ferrara, si è tornati a dare la giusta importanza alla danza. Non che nelle passate edizioni non ci sia stata materia su cui riflettere, ma nel programma di quest’anno all’arte tersicorea è destinato il prestigioso compito di aprire il Festival, con il ritorno alle scene di Alessandra Ferri in “The Piano Upstairs”, proprio con la regia di Giorgio Ferrara. Uno spettacolo che tenta la difficile operazione scenica e di testo di unire prosa e danza, una produzione originale del Festival che sta creando una certa attesa. Confermato il legame, ormai a prova di terremoto, con Bob Wilson (The Old Woman) e Luca Ronconi (Pornografia), che a Spoleto manca solo che prendano la residenza. Ferrara ne va giustamente fiero perché, vada come vada in fatto di riuscita degli spettacoli, la presenza costante dei due è un segno di dignità del Festival e questo fa tanto bene alla “Ditta” e alla città che vede passeggiare o cenare, come ai bei tempi, artisti del calibro di Willem Defoe e Mikhail Baryshnikov già presenti a Spoleto per le prime prove, dal mese di maggio.

L'attenzione al territorio- Il Direttore artistico segnala poi ai giornalisti alcune novità, che coinvolgono il territorio, come in passato anche i Menotti avevano fatto, e che riguardano lo spettacolo sulle Miniere di Morgnano “Sotto il pavimento del Mondo”, la Rassegna Organistica “Luigi Antonini”, ed anche la produzione che Ferrara definisce “quasi locale” del Decalogo Parte I^-I Comandamenti dal I al V, con la regia dell’ormai spoletino Stefano Alleva. Ferrara ha parole di apprezzamento per Alleva al quale è affidato lo spettacolo che più di tutti da corpo a quella parte spirituale che ha sempre avuto un discreto successo nella programmazione del Festival e che vedrà in scena anche la nuova edizione delle Prediche “Le opere di misericordia” ed i dialoghi di Corrado Augias con Umberto Veronesi e Ernesto Galli Della Loggia.
L'Opera è tornata- Grande attesa anche per la messa in scena al Teatro Caio Melisso, di due vere chicche nella sezione operistica, Il Matrimonio segreto di Domenico Cimarosa e Croquefer & Tulipatan di Jaques Offenbach. In verità un dramma giocoso ed una operetta buffa, ma di grande valore e nel teatro giusto, come precisa anche Ferrara, che non perde occasione di ringraziare la Fondazione Fendi, ormai vero socio più che partner del Festival, che tanto si sta adoperando per il restauro del Caio Melisso e che ogni anno per l'appunto promuove una messa in scena che dia risalto al lavoro svolto. In questo caso si tratta della scena di Domenico Bruschi, talmente ben recuperata che il Maestro sta pensando ad una sezione speciale al Caio solo per il repertorio operistico settecentesco. Una vera manna per gli intenditori,, senza contare che l'acustica del Melisso è ottima per composizioni del genere, dove l'apporto strumentale è ridotto rispetto ad un opera classica.
Un Festival di elite- Non smetterò mai di ringraziare il fondatore del Festival dei 2Mondi, Gian Carlo Menotti– afferma un Ferrara adagiato tranquillamente su un divano dei Duchi- per aver avuto l'intuizione di fare un Festival che fosse indirizzato ad un pubblico sofisticato, di elite”. Ferrara mostra il suo apprezzamento al modello Menotti dopo che i primi due anni, lo conferma lui stesso in conferenza stampa, ha dovuto affrontare mille difficoltà. Oggi il pericolo è lontano tanto da poter dire, “da noi ora gli artisti bussano, fanno la fila…”. Ma il modello di Elite è anche quello che non si cura di fare poche repliche, purchè quelle programmate siano sempre piene e perchè il successo è anche quanto se ne parlerà dopo la fine degli spettacoli. Quel passa parola che per un certo periodo della vita festivaliera portò il pubblico a dire “A Spoleto ?…bisogna esserci”. Si vedono piccole tracce di un ritorno all'antico. “Se fosse stato un Festival come quelli che si occupano di una sola arte…sai che palle”. Ferrara si abbandona alla schiettezza di chi in fondo non deve più dimostrare che sa fare un programma da Festival di Spoleto e che ha anche una ragionevole certezza dei fondi a disposizione.
Sponsor privati raddoppiati- Sui soldi Ferrara è preciso, “Il governo Monti ci ha tagliato i fondi, ma parliamo di 30-40mila euro, e reggiamo botta. Gli sponsor privati invece dall'inizio dei nostri anni di gestione sono letteralmente raddoppiati, andando a compensare i tagli avuti negli anni. E' tornata l'Eni che ha raddoppiato il suo sforzo, un grande lavoro lo sta facendo la Cassa di Risparmio di Spoleto e Banca Intesa, è tornata la Mercedes ed anche la Bps, nonostante le sue traversie, ci sta vicina come può. E per questo il Festival di Spoleto è una manifestazione libera”. Confermata la presenza e la vicinanza del Ministro Massimo Bray e della Sottosegretaria Ilaria Borletti Buitoni. Un punto fermo a favore della stabilità, quello dei buoni rapporti istituzionali, resi forti anche da alcune dichiarazioni del ministro Bray sull'importanza del Festival di Spoleto.
Ci vorrebbe un teatro- La conferenza diventa sfiziosa quando il M° Ferrara con una insospettata nonchalance dice “avrei bisogno di un teatro in più…”. Sanno anche le pietre che il Maestro Menotti scelse Spoleto per la sua creatura proprio perchè ricco di spazi teatrali, ai quali con il tempo si è aggiunto anche il Chiostro di San Nicolò. Ora che ci sia bisogno di un nuovo teatro apre scenari impensabili in una cittadina come Spoleto, capacissima con i suoi amministratori di non saper costruire una piscina degna della definizione di vasca natatoria e di un palazzetto che non sia un Palatenda incompiuto tra le erbacce. Ed a proposito di Palatenda, si diffonde il panico quando Ferrara, sprezzante del pericolo, racconta di essere andato proprio a visitare il famigerato impianto , ormai conosciuto nello spoletino come “Palabanduni”. Qualche collega, incluso chi scrive, si premura di consigliare così il Maestro di non chiedere un teatro nuovo per il momento. Finisce con una risata e con un Ferrara che non teme di dire che San Nicolò non gli piace così com'è e che fa una gran fatica a mandare il pubblico li, tanto da aver chiesto consiglio per una bozza di progetto per un restauro dello stesso spazio.
E tra una risata, un bicchier d'acqua fresca e molte sigarette, il Festival si mette in moto, con una novità anche per i giornalisti. Niente più conferenze stampa collettive con gli artisti, ma incontri, forse settimanali, per fare il punto generale e visite alle prove degli spettacoli con interviste agli artisti. Una novità che ha il suo fascino e che la dice lunga sul clima di vigore culturale che torna a girare per la kermesse. Infine il Botteghino parla di prevendite in linea con la precedente edizione e alcuni spettacoli già al limite del tutto esaurito (The Piano Upstairs e le Operette del Caio)

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