FESTA PD - IN 2.500 PER ABBRACCIARE VELTRONI: “LA MIA TATA E’ DI SPOLETO”. SVELATA A TO® LA SUA IDENTITA’ - Tuttoggi.info

FESTA PD – IN 2.500 PER ABBRACCIARE VELTRONI: “LA MIA TATA E’ DI SPOLETO”. SVELATA A TO® LA SUA IDENTITA’

Redazione

FESTA PD – IN 2.500 PER ABBRACCIARE VELTRONI: “LA MIA TATA E’ DI SPOLETO”. SVELATA A TO® LA SUA IDENTITA’

Mar, 09/09/2008 - 23:51

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di Carlo Ceraso

Chi pensava che neanche Walter Veltroni sarebbe riuscito a riempire il Villaggio Pd ai prati di Ponte Bari, ci sarà rimasto male. Perchè per l’arrivo del segretario nazionale l’intera città si è mobilitata. 2.500 presenze per le forze dell’ordine, 3mila per gli organizzatori. Roba da far impallidire la concorrenza, specie gli anneisti, i più bravi nelle mobilitazioni di massa. Neanche per la visita di Fassino a Villa Redenta si son ritrovati in tanti. Poco importa che Veltroni abbia varcato il cancello con quasi due ore di ritardo rispetto al programma originario. Loro lo hanno aspettato, pazientemente, pardon, pacatamente.

E sono scattati in piedi quando i lampeggianti della scorta hanno illuminato di blu il piazzale. Applausi e ancora applausi. In prima fila ci sono un po’ tutti. A cominciare dall’onorevole Marina Sereni, l’assessore provinciale Carlo Antonini, i consiglieri regionali Bracco e Cintioli, il vicesindaco Benedetti, il presidente dell’Ato Libori e tanti altri. Si rivede anche l’ex senatore Pierluigi Castellani. C’è persino qualche esponente spoletino del Pse (che pensi ad una fuga dal garofano?) venuto a sentire cosa ha da dire l’ex sindaco di Roma.Ad introdurre l’ex direttore de L’Unità è il segretario Dante Andrea Rossi, felice come una pasqua per quel bagno di folla. La parola però non la lascia subito al “suo” leader. No. Vuole che prima parlino i “suoi” giovani, sei quelli scelti fra i tanti che animano il coordinamento comunale. Che dicano brevemente ciò che hanno da dire. Che Veltroni senta anche le loro esigenze e, se necessario, anche le critiche al Partito: a prendere così il microfono sono il consigliere comunale Fabio Pinchi, l’avvocato Valia Fedeli Alianti, il medico Marco Trippetti e ancora Fabio Cappuccini, Claudio Scarabottini e Samuele Bonanni. Lui ascolta e ringrazia. Poi prende la parola. Spiega che il percorso del nuovo partito è ancora lungo ma che tanto è stato già fatto. Non può bastare, certo. L’invito è quello di continuare a lavorare su questa strada. “Avendo ben chiaro che esiste un solo Partito” sottolinea Veltroni. E scatta l’applauso, quasi a spazzar via in un sol olpo tutti i vari mal di pancia che, volenti o nolenti, si registrano dalla fusione fra margheritini e diessini. Parla a tutto campo per una buona mezz’ora. E non le manda a dire a Berlusconi. dall’Alitalia alla scuola, dalla politica sui redditi a quella sulla casa. Fa anche autocritica come sull’indulto.

Ma è stato all’inizio dell’intervento che ha catturato la curiosità dei presenti quando ha svelato che “la mia tata è di Spoleto. Qui sono venuto tante volte per il mio lavoro, ma c’è stata una persona che mi ha cresciuto che è originaria di Spoleto. Aiutava mia madre, visto che ho perso papà che ero ancora molto piccolo”. Suo padre, Vittorio (scrittore, attore e dirigente Rai), morì nel ’56 lasciando la moglie Ivanka (figlia dell’ambasciatore del Regno di Jugoslavia presso la Santa Sede, Ciril Kotnik, che dopo l'armistizio del 1943 aiutò numerosi ebrei romani a scappare dalla persecuzione nazifascista) e Walter che aveva compiuto da pochi giorni un anno di vita.

La visita di Veltroni a Spoleto è terminata. C’è poco tempo, perchè è atteso per la chiusura di un’altra festa del partito, quella di Terni. D’obbligo la fima di qualche autografo, la stretta di mano con simpatizzanti e iscritti. E, ovviamente, le immancabili, foto-ricordo. Ed è fra uno scatto e l’altro che chiediamo a Veltroni di svelarci l’identità della sua tata: “Silvana Paloni. No, non vive a Spoleto è rimasta a Roma”.

(modificato alle 10.40)


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