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Ferimento sindaco Terni, Di Girolamo – Lettera aperta di un celerino di Genova

Redazione

Ferimento sindaco Terni, Di Girolamo – Lettera aperta di un celerino di Genova

Sab, 15/06/2013 - 12:42

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Roberto Maccione (*)

Caro Signor sindaco di Terni LEOPOLDO DI GIROLAMO, chi le scrive è uno dei tanti poliziotti che ogni giorno prova a rappresentare degnamente questo Stato.
Le dirò di più, chi le scrive è un cosiddetto celerino. Una categoria particolare come lei ben saprà, signor Sindaco. Abbiamo una pessima fama, siamo considerati picchiatori squadristi servi del potere, senza cuore né cervello, dei veri e propri automi e per alcuni i veri “nemici” del popolo.
Già, come se noi fossimo un'élite, una casta isolata e posta, chissà per quale motivo, al di fuori dei problemi di tutti i giorni.
Le dico ad esempio che mia moglie è disoccupata e non trova lavoro, con tutto quel che ne consegue, ed in famiglia non è la sola! Ma credo che a quasi nessuno interessi il fatto che anche noi siamo cittadini, siamo parte del popolo e tiriamo avanti giorno per giorno come i più comuni operai. Nel nostro piccolo abbiamo un livello di professionalità altissimo, visti gli standard di questo paese ed inoltre garantiamo a tutti la tutela di persone e luoghi, questo però sembra non interessare a nessuno.
Lei ha avuto a che fare con alcuni di noi durante quella oramai famosa manifestazione dove degli operai, purtroppo a rischio di perdita del lavoro, erano ovviamente arrabbiati ed alla ricerca di un modo per esternare la propria rabbia ed il proprio sentimento di insicurezza e sconforto per il futuro. Lei, giustamente, visto l'importante ruolo istituzionale ha deciso di affiancarli, tentando anche di calmare gli animi: in quel momento si è verificato qualche attimo di tensione con i colleghi presenti. Gli stessi dovevano impedire l'occupazione della stazione e dei binari,visto che avrebbe causato enormi disagi a tanti cittadini e proprio durante questo episodio di tensione lei è stato colpito alla testa.
Dalle immagini che sono state trasmesse dai media nei giorni scorsi, sembra però che a colpirla sia stato un ombrello agitato da un manifestante e non uno sfollagente come da lei subito denunciato. La Questura ha dichiarato di avere immagini della scientifica, inequivocabili in merito. Persino il Ministro degli Interni ha sostenuto la tesi.
Se tutto ciò verrà definitivamente accertato, come spero, ci auguriamo di aver la possibilità di leggere le sue scuse al personale impiegato in Ordine Pubblico quel giorno. Questa non vuole certo essere una provocazione, ma una sincera richiesta: in questo periodo di difficoltà che tocca tutti, dobbiamo agire in maniera responsabile e civica.
Dalle immagini rese disponibili, da operatore esperto del settore, posso dire di aver notato la professionalità degli agenti intervenuti i quali hanno evidentemente cercato di limitare al minimo l'uso della forza.
Sa, ogni giorno scendiamo in piazza e come lei certamente saprà, non è raro ritrovarsi di fronte a persone che manifestano per i propri diritti ed il proprio lavoro.
Spesso e volentieri, anche se raramente fatto presente dai media, con i manifestanti è capitato di parlare e trovarsi solidali. Li abbiamo ringraziati quando, nonostante un evidente disagio non certo creato da noi e non certo risolvibile con una sommossa, hanno tenuto un comportamento civile e rispettoso durante la manifestazione.
Come detto tutti devono agire responsabilmente e civilmente, dal più ignoto cittadino a chi rappresenta un'istituzione locale o nazionale.
La ringrazio e la saluto, sperando di poter sentire un giorno le sue scuse ai colleghi in servizio quel dannato giorno, ed alla Polizia di Stato.

(*) Segretario Provinciale per Genova dell'ADP (Autonomi di Polizia) per Movimento Poliziotti

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