Continua a tenere banco il futuro dell’ex convitto femminile di piazza Campello, recentemente trasferito dall’Inps al fondo i-3 Silver per procedere al progetto di realizzarvi delle “senior house”, strutture residenziali rivolte alla terza età inglobate nel tessuto cittadino. Progetto che però registra forti dubbi da parte dell’amministrazione comunale, con il sindaco Umberto De Augustinis scettico sulla sua realizzazione proprio ora che finalmente, dopo decenni, qualcosa si muove sull’ex convitto.
La vicenda è finita martedì all’attenzione del Parlamento, con il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Claudio Durigon che ha risposto all’interrogazione presentata qualche settimana fa dall’onorevole Giorgio Mulè ed altri parlamentari di Forza Italia.
Sottosegretario Durigon illustra progetto per ex convitto
Durante la sua replica alla Camera all’interrogazione, il sottosegretario Durigon ha spiegato che “al fine descrive compiutamente l’attuale contesto relativo al patrimonio immobiliare detenuto dall’INPS a Spoleto, è opportuno ricordare che tre sono le strutture riconducibili alla proprietà dell’istituto: l’ex convitto femminile sito in Piazza Carducci, l’ex colonia montana di Monteluco e il convitto unificato di Spoleto.
Per quest’ultimo, che presenta una superficie coperta di circa 9.000 metri quadrati, a fronte di un lotto di 12.000 metri quadrati, l’INPS ha sempre garantito tutti gli investimenti necessari per mantenerlo operativo, in quanto indubbio punto di riferimento per tutta la collettività, tenuto conto delle numerose iniziative culturali annualmente ivi ospitate, proprio a voler testimoniare la sensibilità verso il territorio spoletino e verso l’amministrazione comunale. Per gli altri due complessi immobiliari oggetto di interrogazione, vale a dire l’ex convitto femminile e la colonia di Monteluco, tenuto conto della necessità di coniugare efficienza nell’erogazione dei servizi e la sostenibilità dei costi gestionali, si è ritenuto di dover elaborare delle ipotesi di riconversione, di concerto con il comune di Spoleto, al fine di prevenire e contenere il rischio di indebolimento strutturale degli stessi. Pur tuttavia, la sottoscrizione di formali protocolli d’intesa tra gli enti, nonché l’avvio di procedure pubbliche di project financing non hanno prodotto gli esiti sperati.
La principale difficoltà incontrata nel progetto di conversione di questi siti è legata al fatto che, da un punto di vista strutturale, gli stessi mal si conciliano con le specifiche tecniche che un presidio INPS deve possedere per poter efficacemente erogare le prestazioni istituzionalmente dovute, e ciò in ragione del fatto che le strutture di cui parliamo sono nate e pensate in contesti storici e demografici totalmente differenti dagli attuali.
Nonostante tali difficoltà, essendo preminente l’intento di valorizzare le due strutture, l’INPS ha comunque proposto ad un operatore pubblico specializzato in questo campo (Invimit) di acquisire entrambe le strutture. L’ex Convitto femminile è stato quindi ceduto lo scorso 30 ottobre al Fondo i-3 Silver, gestito da Invimit SGR, le cui quote sono di INPS stesso, del Ministero dell’economia e delle finanze e del Fondo i-3 Core partecipato dall’INAIL, che effettuerà la riconversione e la valorizzazione dell’immobile per poi destinarlo a senior house. Ciò porterà la città di Spoleto ad essere tra le prime in Italia a veder realizzato sul proprio territorio un nuovo esempio di residenzialità pensato per la terza età, in grado di coniugare servizio, socialità ed assistenza, integrato nel tessuto cittadino.
Il progetto è stato presentato nell’ambito di un convegno nazionale tenutosi il 26 gennaio 2018 a Roma, in occasione delle celebrazioni per i 120 anni dell’Istituto, alla presenza di numerosi amministratori locali, nel quale sono state illustrate le finalità sociali ed i presupposti economico-finanziari dell’iniziativa”.
Il nodo della colonia di Monteluco e gli accertamenti Tosap
Tra i temi affrontati nell’interrogazione e discussi dal sottosegretario Durigon, anche la situazione della colonia di Monteluco e la questione degli avvisi di accertamento Tosap sull’ex convitto femminile.
“Per quanto riguarda invece l’ex colonia montana di Monteluco, l’INPS ha rappresentato di aver già proposto al comune di Spoleto l’acquisizione della struttura e di essere in attesa di conoscere le determinazioni, non avendo ricevuto, diversamente da quanto già avvenuto per l’ex Convitto femminile, la disponibilità all’acquisizione da parte di Invimit.
Per ciò che riguarda invece la questione relativa agli avvisi di accertamento notificati dal comune all’INPS, si evidenzia che lo scorso 6 dicembre l’ente locale, con proprio provvedimento, ha annullato gli stessi in autotutela e, per gli effetti, dichiarato l’insussistenza di qualsivoglia presunta irregolarità. Sulle ulteriori pendenze occorre attendere il pronunciamento delle competenti commissioni tributarie, ma è di tutta evidenza che l’installazione ad opera dell’INPS di apposite recinzioni contenitive lungo parte del perimetro di questo edificio è stata determinata dall’esigenza, assolutamente prioritaria, di salvaguardare la pubblica incolumità da eventuali crolli di cornicioni pericolanti“.
La replica di Mulè “Ex convitto monumento allo spreco”
A replicare al rappresentante di Governo è stato però Giorgio Mulè, parlamentare di Forza Italia ormai spoletino di adozione. “Non si può essere soddisfatti – ha detto – per vari motivi, che cercherò di illustrare nel tempo a disposizione. Quando si arriva a Spoleto, si è accolti dal Ponte delle Torri, una struttura straordinaria: Goethe nel suo Viaggio in Italia, Italienische Reise, la descrive come una seconda natura che si installa perfettamente nella valle. Si è accolti dalla Rocca Albornoziana. Si gira l’angolo, e c’è questo monumento allo spreco che è l’ex convitto: monumento allo spreco perché sono trent’anni che sta lì a marcire, e marcire, e marcire.
Ora sappiamo che Invimit lo ha preso in carico, e ci si dice ciò che sapevamo: che cioè non ieri, ma a gennaio 2018, quindi è passato un altro anno nel frattempo, è stato presentato un progetto. Ma il problema è proprio questo: è stato detto che sarà una senior house, che sarà un progetto all’avanguardia. Il problema è che ancora non c’è nulla di concreto, e nello stesso momento la situazione che da trent’anni va avanti continua a perpetuarsi nella sua drammaticità. È un pugno nell’occhio arrivare nella città del Festival dei Due Mondi, nella città di Spoleto 62, di Calder, nella città di Leoncillo, nella città di Filippo Lippi e avere questo pugno nell’occhio, che continua a rimanere là. Le impalcature? Le impalcature sono un obbrobrio dal punto di vista architettonico, che ancora una volta non obbediscono a situazioni di emergenza: stanno là ad arrugginire, stanno là a dirci che non c’è la capacità di risolvere il problema; viceversa non sarebbero arrugginite, non darebbero questa pessima immagine. Poi ci dite che in autotutela sono state annullate alcune pendenze nei confronti del comune: ebbene, mi sembrerebbe che davvero questo ancora una volta sia uno schiaffo alle norme, uno schiaffo alle procedure. Il comune di Spoleto subisce questo obbrobrio dal punto di vista architettonico, subisce la mancanza di uno spazio che non può usare, e in più, nonostante sia fatto in spregio a qualsiasi tipo di norma voluta dallo Stato che obbedisce a precisi obblighi in capo all’INPS, non avrà neanche quello che gli è dovuto. Mi sembra un modo davvero, come dire?, quasi legibus solutus, cioè di totale mancanza di rispetto delle norme che stanno alla base della pubblica amministrazione.
Quanto a Monteluco, il discorso è uguale, anzi ancora peggio, perché lì non si sa ancora che cosa se ne farà, che cosa diverrà.
Vede, signor Presidente e ovviamente signor sottosegretario, quello che chiedevamo era che questo Governo prendesse seriamente a cuore questa vicenda. Ha parlato bene, ha detto bene: l’ex Convitto sono migliaia di metri quadrati che stanno a marcire, un patrimonio dello Stato, è un monumento allo spreco. Il Governo del cambiamento, il Governo che sta al fianco delle amministrazioni comunali… E a Spoleto c’è un’amministrazione comunale che convintamente, testardamente, pervicacemente vuole che vengano restituiti alla collettività e alla comunità beni che le sono stati sottratti; bene, questa amministrazione ha tentato in tutti i modi di risolvere in maniera costruttiva, non in maniera polemica, la vicenda. Ripeto, a distanza di trent’anni qui non è un discorso di colore politico: è una vicenda che esula e si pone al di là della singola appartenenza di una giunta ad una parte politica o all’altra. Il problema è soltanto che, ancora una volta, dopo trent’anni ci ritroveremo tra qualche mese a discutere del trentunesimo anno di una vicenda che è vergognosa per il passato che ha Spoleto, per l’eredità che ci ha consegnato, per l’incapacità di oggi di essere all’altezza di quell’eredità”.
Spoleto Popolare e Alleanza Civica “Risultati finora ottenuti rischiano di essere vanificati”
Della vicenda si torna a parlare anche in città. Con i gruppi di minoranza Spoleto Popolare ed Alleanza Civica che hanno scritto in queste ore una lettera aperta all’assessore all’urbanistica Francesco Flavoni. Di seguito il testo.
“Gentilissimo Assessore, abbiamo ricevuto la sua risposta alla nostra interrogazione sull’ex Convitto Inps presentata per conoscere le intenzioni dell’amministrazione sul progetto di riqualificazione dell’immobile. Condividiamo con lei lo sdegno nel vedere un edificio abbandonato in stato di degrado da decenni in pieno centro storico a Spoleto e la necessità di porvi rimedio. Ricordiamo infatti che il sindaco Fabrizio Cardarelli, che chiamava quell’immobile “Monumento alla Vergogna” ha lavorato con l’INPS giungendo a farlo inserire nel progetto di recupero degli immobili da riqualificare. Dando così una risposta concreta al problema.
Constatiamo però che gli importanti risultati fin qui ottenuti rischiano di essere vanificati da comportamenti pregiudizievoli della vostra amministrazione. Lei e la Giunta che rappresenta volete con la massima celerità che “venga riconsegnata alla città un’area abusivamente occupata per oltre 35 anni, cessi il danno e arrivi il relativo risarcimento” e ammette di “non conoscere i tempi ed i fondi necessari per la riacquisizione e riqualificazione dell’immobile non essendoci proposte in tal senso”!
In altre parole viene incredibilmente snobbata l’attuale opportunità di riqualificazione venutasi a creare dichiarando che l’unico scopo sia quello di dimostrare la validità di vecchi vincoli contrattuali dell’atto di cessione del 1924 senza peraltro avere un progetto alternativo per la riqualificazione. Questo sulla base del fatto che secondo lei non risultano atti che indichino “la volontà di un’imminente e documentata riqualificazione dell’ex Convitto femminile da parte dell’INPS”; le ricordiamo che l’INPS ha richiesto ed ottenuto parere favorevole dalla Sovrintendenza dell’Umbria alla valorizzazione dell’immobile e che per questo ha dovuto attendere il 30 Ottobre 2018 per conferirlo al fondo i-3 Silver gestito da INVIMIT SGR S.p.A. per procedere alla sua riqualificazione.
Lo stesso Governo intervenuto ieri a rispondere ad un interrogazione parlamentare in merito, ribadisce quanto da noi scritto e tutto quello che continuiamo a dire da mesi, confermando le intenzioni ed i tempi del progetto così come li abbiamo sempre riportati!
Troviamo singolare che un Assessore della Lega a Spoleto neghi l’esistenza di un progetto e che al contrario l’On. Durigon, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali, del suo stesso partito, a Roma ribadisca con forza l’esistenza del progetto di riqualificazione. Quindi ci domandiamo: lei ora ha capito che l’Inps ha ceduto quest’anno l’edificio ad un Fondo a partecipazione pubblica creato appositamente per riqualificare immobili selezionati in tutta Italia, compreso il nostro? E che questa è la prima volta che si sta passando realmente ad una fase operativa? Non sarebbe più opportuno da parte vostra cercare in tutti i modi di realizzare il progetto proposto dai vertici Inps, magari agevolando ed accelerandone i tempi, invece di andare infondatamente a contestare punti dell’atto di cessione del 1924 e insistere con ulteriori e suggestive richieste di risarcimenti danni che, viste le diverse e confliggenti posizioni, fanno profilare l’ipotesi di una risoluzione della controversia solo attraverso un procedimento giudiziario che immobilizzerebbe ulteriormente l’iter di riqualificazione dell’edificio ed inoltre -e sopratutto – potrebbe far venir meno l’interesse dell’investitore?
A proposito di perdite di tempo e di ritardi nel progetto, vogliamo solo ripetere che se aveste accettato di incontrare i vertici INPS e dell’INVIMIT fin da fine Agosto o i primi di Settembre, come da loro richiesto e come risulta dalle mail inviate, non avremmo perso forse altri 6 mesi! Noi come opposizione possiamo solo costatare la gravità e l’infondatezza delle vostre intenzioni. Vi chiediamo per il bene di Spoleto di non far naufragare un progetto che può solo aiutare la nostra Città e soprattutto di non farlo senza una prospettiva alternativa altrettanto realistica”.