'Esto es mi sangre', grazie a Bisse rivive l'arcivescovo di San Salvador - Tuttoggi.info

‘Esto es mi sangre’, grazie a Bisse rivive l’arcivescovo di San Salvador

Redazione

‘Esto es mi sangre’, grazie a Bisse rivive l’arcivescovo di San Salvador

Il concerto si terrà venerdì 8 nella chiesa di San Domenico con ingresso ad offerta
Gio, 07/05/2015 - 07:43

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Oscar Arnulfo Romero y Galdámez. Per i campesinos latino-americani l’arcivescovo di San Salvador è già santo, per la Chiesa diventerà beato il prossimo 23 maggio. A 35 anni dalla sua morte annunciata e, a pochi giorni dalla cerimonia che si svolgerà nel Paese centroamericano, l’associazione culturale Bisse, in collaborazione con la Pastorale Giovanile Diocesana, proporrà ‘Esto es mi Sangre’ (‘Questo è il mio Sangue’).

L’evento, che si terrà venerdì 8 maggio (ore 21.15, ingresso ad offerta) nella Chiesa di San Domenico è un mix di musiche ispirate alla Misa Criolla – che Ariel Ramirez dedicò a due suore tedesche (Elizabeth e Regina Brückne) che avevano sfidato la morte per assistere i prigionieri di un lager nazista – e di letture e testimonianze del messaggio di grandi personalità della storia cristiana. Come lo è stato Romero: un vescovo fedele al Vangelo e al popolo che gli era stato affidato, condannato a morte per una sola colpa: aver rotto la cortina di silenzio attorno a lui senza temere la persecuzione e aver condiviso il destino dei suoi fratelli. Ai poveri dell’America Latina, infatti, Romero lo aveva promesso: “Se verrò ucciso, risorgerò nel mio popolo”.

Assieme a Bisse, condivideranno questo momento il coro brasiliano ArtEncanto di Curitiba e il gruppo musicale romano Maanpa, che fonda il suo repertorio nella tradizione sudamericana e andina. Dopo la messa in scena di ‘Carapintada’, il recital sui desaparecidos d’Argentina, l’associazione spoletina torna quindi ad illuminare, con ‘Esto es mi Sangre’, una realtà rimasta per troppo tempo nel buio dell’indifferenza e lo fa con la testimonianza di Romero: un vescovo capace di schierarsi dalla parte dei più deboli e contro il regime militare; un prete scomodo, con le scarpe impolverate e il suo stare dalla parte di chi ha bisogno.

Per seguire il Vangelo, Romero è stato ucciso il 24 marzo 1980, con un colpo di fucile durante l’Eucarestia, mentre stava preparando la mensa per il Sacrificio Eucaristico. Ma il sacrificio di Cristo che si prolunga in chi offre la vita per la Verità e l’Amore, fa sì che la Messa non sia ancora finita.

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