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Elezioni Umbria, paura per Perugia bis | I commenti dei politici

Redazione

Elezioni Umbria, paura per Perugia bis | I commenti dei politici

Orfini, "non ci aspettavamo una sfida difficile in Umbria" | Grillo, "il tacchino del Pd nel forno"
Lun, 01/06/2015 - 16:00

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Umbria al “fotofinish”. Anche in una delle regioni “rosse” per eccellenza del Centro Italia, insieme a Toscana e Marche, la “ricetta francescana” del sindaco di Assisi, Claudio Ricci, che è riuscito a mettere insieme tutti i partiti del centrodestra, dalla Lega a Forza Italia a Fratelli d’Italia e anche Udc e Ncd, era diventata, anche nelle proiezioni dell’Istituto Piepoli, una regione contendibile. Ad ammetterlo, nella prima dichiarazione della nottata alla sede nazionale del Nazareno a Roma, è il presidente del Pd, Matteo Orfini, che non nasconde la “sorpresa” rispetto al dato dell’ incertezza sull’Umbria, che comunque lo stesso premier e segretario del partito, nella sua visita pre-elettorale a Perugia, aveva invitato a “non dare per vinta“. E nella sua dichiarazione, Orfini ammette che comunque l’anno scorso la sinistra, e il Pd, avevano perso il Comune di Perugia, quando al secondo turno il sindaco uscente, Wladimiro Boccali, fu battuto a sorpresa dal forzista Andrea Romizi.

Grillo non ci va leggero: “dopo i risultati delle elezioni regionali è d’obbligo un post di ringraziamenti“. Inizia così il post del leader pentastellato intitolato ‘Grazie, Danke, Merci, Thank you’. “Ora il tacchino del Pd nel forno“. Per l’onorevole Gallinella, “l’ingresso del M5S nel Consiglio regionale dell’Umbria e l’affermazione come secondo partito regionale rappresentano senza alcun ombra di dubbio una vittoria“: così l’on. Filippo Gallinella. Per il parlamentare del Movimento Cinquestelle “è stata premiata la nostra coerenza e la nostra chiarezza”. “Per il Pd e per i suoi alleati – aggiunge – sono finalmente finite le rendite di posizione. Il risultato elettorale dimostra a livello locale e nazionale che la direzione intrapresa dal M5S è quella giusta. Il M5S si struttura definitivamente a livello territoriale inserendosi in sette regioni. In Umbria, volevano fermarci con una legge elettorale incostituzionale ma non ci sono riusciti”.
Il segretario del Pd di Perugia, Giacopetti, è invece più fiducioso: “Dopo la dolorosa sconfitta alle amministrative dello scorso anno, il Pd di Perugia ha scelto di rimettersi in piedi attraverso un percorso, spesso non facile, di radicamento, rinnovamento e ricostruzione, con un coraggio e una lungimiranza che oggi vengono riconosciuti e premiati dall’esito del voto”.

Arrivano le congratulazioni alla presidente Marini anche dall’onorevole Ronconi: “in un contesto difficile è riuscita ad essere riconfermata presidente della Regione dell’Umbria. Ora l’attende un impegno difficile teso soprattutto a riconciliare gli umbri con la Regione e con la politica, a rilanciare l’economia e particolarmente l’occupazione giovanile. La lista Civica e Popolare – prosegue Ronconi – in un contesto difficilissimo e non potendo attingere al voto di opinione, con un simbolo presentato solo alla vigilia delle elezioni e sconosciuto ai più, con candidati tutti provenienti dalla società civile, non ha conquistato il seggio ma ha ottenuto complessivamente un risultato politico accettabile recuperando per il futuro agibilità politica per tutti quei moderati che escono mortificati da questa consultazione”.
Secondo Ronconi, “Ricci nella sua sconfitta ha trascinato alla estinzione i moderati che incautamente si erano affiancati a lui, consegnando il monopolio della opposizione alla Lega xenofoba e senza tradizioni di reale radicamento in Umbria. Quella di Ricci è una sconfitta politica che purtroppo annienta i centristi del centro destra. Ora la Lista Civica e Popolare – conclude la nota – è pronta con assoluta lealtà a sostenere politicamente la Marini”. 

Dalla sinistra, l’assessore regionale uscente, Stefano Vinti afferma: è un “grande risultato che conferma la presenza della sinistra in Consiglio regionale” quello di Umbria più uguale che ha ottenuto il 2,56 per cento e un seggio, con Giuseppe Biancarelli, nelle elezioni regionali. Che ricorda di “avere candidato per primi” Catiuscia Marini. “Abbiamo pensato – ha sostenuto Vinti – che in un processo di rinnovamento del centro sinistra occorresse presidiare questa area politica. Umbria più uguale è una lista dichiaratamente di sinistra che punta a governare la regione. Altre liste hanno avuto invece un insuccesso clamoroso e inaspettato. Adesso si apre una nuova stagione – ha concluso Vinti – e non può che cominciare anche dall’Umbria la ricostruzione dell’unità della sinistra”.

Tutta colpa dell’Umbricellum“, per l’onorevole di Scelta Civica, Adriana Galgano. “Quella emersa dalle elezioni è un’Umbria diversa, che spazza via il cliché di una regione ‘rossa’ a prescindere. Quasi la metà degli elettori ha deciso di non andare alle urne manifestando un’insoddisfazione e una sfiducia nei confronti del governo uscente, oggi riconfermato, che non si può ignorare. La legge elettorale consegni il governo della regione nelle mani di una coalizione con appena il 23% dei voti, questo è l’‘effetto Umbricellum’ contro cui abbiamo combattuto e che ci motiva ad andare avanti con il ricorso”.

Sconfitta cocente invece per i sindacati, che non sono riusciti ad entrare in consiglio con Bravi e Mariotti: “Un cittadino umbro su due ha deciso di non partecipare al voto, abbiamo tutti il compito di creare le condizioni perché ciò non si ripeta”. È questo il primo commento sull’esito delle elezioni regionali 2015 di Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell’Umbria. “Purtroppo – prosegue Sgalla – siamo convinti che gran parte di questo ‘primo partito’, quello dell’astensione, sia riconducibile proprio a quella fetta di popolazione in difficoltà, che come Cgil abbiamo il compito di rappresentare e difendere: le persone che non hanno un lavoro o che l’hanno perso, le migliaia di cassaintegrati, i pensionati al minimo, i giovani scoraggiati. E allora – aggiunge il segretario Cgil – scongiurato il pericolo di consegnare l’Umbria nelle mani del centrodestra guidato da Salvini, ora abbiamo bisogno di un forte cambiamento, che non può che partire dal Lavoro”. “Cambiare per ridare speranza a questa fetta di popolazione che non ci crede più – insiste Sgalla – questo deve essere l’obiettivo comune. E come Cgil continueremo a batterci affinché i valori della dignità del lavoro, della solidarietà, della giustizia sociale e dell’uguaglianza siano al centro dell’azione politica e di governo dell’Umbria”.

Ed infine il commento del candidato Fabiani: “le elezioni in Umbria come ampiamente previsto sono state appannaggio dei due Comitati d’Affari della borghesia nostrana, il Centro Sinistra della Marini e il Centro Destra di Ricci che si sono portati via più di 4 voti su cinque. Il vero vincitore però è l’astensionismo, un umbro su due non ha votato, manifestando così la propria rabbia contro un sistema fondato sulla miseria e sull’ingiustizia sociale. Il voto di protesta cosiddetto, cioè quello che cerca di raccogliere i “mal di pancia” di ogni tipo, insomma i 5 stelle, ha avuto un risultato inferiore a quello di tutte le altre regioni in cui si è votato. Il voto con la testa, quello che spiega in questa fase di durissima crisi del capitalismo che affama,  “perché succede” e “di chi è la colpa”, ma ancor più indica “che fare”, cioè il voto a CASA ROSSA PCL ha avuto solo lo 0,5 per cento, ovvero 1500 voti circa”. 

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