La centralità della persona e in particolare della persona che lavora è l’elemento che lega oggi il pensiero sociale della Chiesa e quello di un’organizzazione sindacale come la Cgil, unite nella convinzione che le degenerazioni del capitalismo, la finanziarizzazione dell’economia, il primato del profitto e lo sfruttamento del pianeta, siano elementi da contrastare, favorendo, per usare le parole di Papa Francesco, un “patto per un’economia più fraterna e solidale”.
È intorno a questi grandi temi che si è sviluppato il dialogo tra Maurizio Landini, segretario generale della Cgil e il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, moderati da Marina Rosati e ‘accompagnati’ da Melania Bolletta, studentessa universitaria. A dare il là il libro “Economia Umana, la lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo: una rilettura sistematica”, scritto proprio da monsignor Sorrentino che attualizza il pensiero del sociologo ed economista cattolico, che a cavallo tra ‘800 e ‘900, metteva in guardia sui rischi di un capitalismo ancora giovane, ma che già svelava la sua tendenza a mettere in secondo piano la persona, l’essere umano, rispetto alla ricchezza e al profitto.
“Per Toniolo, antesignano dell’idea del lavoro come fondamento di una comunità che sarà poi scolpita nella nostra Costituzione – ha spiegato Sorrentino – i lavoratori hanno e devono avere dignità infinita. Perché il senso dell’umano è un valore non negoziabile. Dobbiamo recuperare questa centralità dell’umano – ha aggiunto il vescovo – altrimenti il declino potrebbe essere irreversibile. Tutta l’economia ha senso se l’uomo cresce; ma oggi purtroppo l’economia non è riuscita a dare risposta al problema delle disuguaglianze; una piccola parte dell’umanità ha molte ricchezze e la maggior parte invece soffre. E anche per questo il Papa ha voluto The Economy of Francesco per invogliare i giovani a cercare la via di un rinnovamento economico”.
“In un’epoca in cui vediamo purtroppo crescere conflitti e muri, dobbiamo costruire ponti e parlare di pace – ha detto Maurizio Landini – E io vedo sempre più legami tra pensieri, con storie anche profondamente diverse, che vogliono restituire centralità alla persona, a partire dal lavoro. Questo significa non solo rivendicare diritti, salario e dignità, ma poter partecipare alle decisioni sul senso e sulla finalità di quel lavoro, significa mettere in discussione un sistema economico come il capitalismo finanziario che oggi governa il mondo e ribellarsi alla logica della guerra e del riarmo, spostando risorse e tecnologie dai sistemi di morte a quelli di vita e di progresso”.
“Oggi la precarietà è uno degli ostacoli più grandi verso un’economia più umana – ha detto la studentessa Melania Bolletta – e i desideri della mia generazione sono quelli di una maggiore stabilità, di salari dignitosi e diritti riconosciuti e di un superamento della logica del merito e della competizione che ci schiaccia”.