Il saluto al parroco - giornalista con i vescovi Sorrentino e Sigismondi
Qualche collega, i familiari, tanti sacerdoti e due vescovi. Ma soprattutto tanti fedeli. Don Germano Mancini, nel suo ultimo saluto, nella chiesa di Nocera Scalo, ha catalizzato l’attenzione, diventando notizia dopo aver passato una vita a ricercare fatti.
Lutto nella chiesa e nel giornalismo: si è spento don Germano Mancini
A celebrare monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi – Nocera – Gualdo Tadino e con lui anche l’amministratore apostolico di Foligno, Gualtiero Sigismondi. “E’ stato il padre che si è spesa per la comunità – ha detto Sorrentino – noi siamo una famiglia e sul nostro dolore risplende la luce della Pasqua. Don Germano se n’è andato come un combattente. Domenica – racconta Sorrentino – quando l’ho lasciato, sapevo quanto precaria fosse la sua condizione, ma lui diceva che qualche valore era risalito e pensava di farcela. Il suo era un grandissimo amore per la vita, ma era ormai inchiodato nella sua poltrona, da dove ricordava le passeggiate nei monti“.
Sorrentino ha ricordato il grande legame di don Germano con la chiesa di Nocera Scalo, per la cui ricostruzione si era tanto impegnato. “Ha voluto morire qui, sapendosi ben accudito dalla sua comunità. Il dolore del presbiterio, della comunità e della famiglia sono lo stesso dolore.
Qui si è toccato con mano l’affetto e la fratellanza”.
Uomo dell’altare e dell’ambone
Per Sorrentino, don Mancini era uomo dell’altare e dell’ambone: “la parola si intrecciava alla parola, la predicazione a stento si distingueva dal talento giornalistico. Il suo era un dono. Era rimasto alla carta stampata e, tornando alla sua terra, non aveva saputo fare a meno de l’Altranocera, periodico capace di reggersi da sè, diceva. Il suo era il mestiere dell’evangelizzatore per fermare la disinformazione. Era un combattente e, con questo, forse qualche passione e qualche eccesso. Ma il tratto umano non è mai stato smentito sotto il sorriso sornione e ammiccante. Si sentiva conoscitore dell’animo umano. Tante volte mi ha voluto mostrare le sorgenti nocerine.
Inseguiva i giochi del sole, andava a funghi. Quando ha saputo che ero stato eletto vescovo di Foligno mi ha detto che sarebbe stato il mio cicerone.
Aveva lasciato l’animo a foligno. Ringrazio Sigismondi per l’amicizia a don germano, che era contento di ricevere. Io ti ringrazio per il ministero che hai svolto. Il tuo popolo è qui a fartene testimonianza. Hai saputo camminare con i tempi e con la gente. Ora serve la tua intercessione“.
Il ricordo della comunità
I ricordi della comunità sono commoventi: “Grazie per quello che hai saputo insegnarci con le parole e con i gesti. Sei presente in noi. I tuoi occhi sono fissi in noi“, dice la nipote. I parrocchiani: “Grazie per essere stato presente in tutti i momenti e aver rispettato i tempi di tutti“. Il sindaco Giovanni Bontempi: “Tante persone hanno ricevuto tanto da don Germano. La comunità di Nocera ti deve tanto. La tua umanità sarà di stimolo per guardare avanti”. E poi Feliciana Menghini, a nome della comunità di Laverino, paesino della provincia di Macerata dal quale lui proveniva: “Per noi è stato un faro“.
Il saluto dell’ordine dei giornalisti
Il presidente Roberto Conticelli e il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria esprimono “profondo cordoglio per la scomparsa del collega Germano Mancini. Un sacerdote conoscitore dell’animo umano, un giornalista appassionato e battagliero alla ricerca della verità. Con lui se ne va un decano dell’informazione regionale – 50 anni di iscrizione all’Albo – che ha formato e avviato alla professione giornalistica i giovani umbri di più di una generazione. Storico direttore della Gazzetta di Foligno che lo ha visto in carica dal 1976 al 2009, dirigeva ora il mensile L’Altranocera, direttore per vari anni di Radio Gente Umbra, è stato componente per due legislature del Comitato di Controllo Televisivo. Un fine intellettuale, un entusiasta della carta stampata. Un caro amico.”