"Disagio orografico modesto" in Valnerina, per questo non riapre Punto nascita di Spoleto - Tuttoggi.info

“Disagio orografico modesto” in Valnerina, per questo non riapre Punto nascita di Spoleto

Sara Fratepietro

“Disagio orografico modesto” in Valnerina, per questo non riapre Punto nascita di Spoleto

Mar, 29/11/2022 - 15:35

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Il Movimento 5 stelle illustra i documenti alla base della non riapertura del reparto, "viziati" da dati non esatti

Circa i requisiti necessari alla richiesta di parere di deroga per un punto nascita con volumi <500 parti / anno, si ribadisce che il disagio orografico dei Comuni bacino di utenza del PN è modesto, limitato a pochi Comuni, come già rappresentato nel precedente parere di deroga in cui si individuavano PN alternativi quali quelli di Terni, Foligno, Perugia”. E’ il passaggio fondamentale contenuto nel documento del “Comitato percorso nascita nazionale”, il famoso parere negativo del ministero della Salute alla base del quale la Regione Umbria ha deciso di non riaprire il reparto di Ostetricia dell’ospedale di Spoleto.

Un parere che tra l’altro sarebbe consuntivo, ma che soprattutto sarebbe basato su dei dati errati. Perché non solo non si considerano le difficoltà oggettive degli utenti della Valnerina nel raggiungere i punti nascita attualmente presenti in Umbria (senza considerare le chiusure stradali continue per lavori, una su tutte quella notturna della galleria di Forca di Cerro) ma non si considerano soprattutto i nati negli anni passati a Spoleto provenienti dai comuni di Terni e Foligno, pur essendo numerosi. È noto infatti che in diversi hanno scelto il punto nascita del San Matteo degli Infermi anche da queste città, avendone uno nel proprio territorio, per la qualità del servizio offerto.

A puntare un faro su questi documenti – e sulla relazione dell’Usl Umbria 2 in base alla quale poi il comitato ministeriale ha dato il suo parere – è stato il Movimento 5 stelle durante una conferenza stampa che si è tenuta martedì mattina a palazzo Mauri. Presenti il consigliere regionale Thomas De Luca, i consiglieri comunali di Spoleto Samuele Bonanni ed Enrico Morganti ed il consigliere comunale ternano Claudio Fiorelli. A partecipare all’incontro diversi cittadini, tra cui i rappresentanti di varie associazioni e comitati che sono scesi in piazza a difesa dell’ospedale in più occasioni.

Ad aprire l’incontro è stato De Luca, che ha voluto ringraziare il Movimento 5 stelle locale (assente “giustificata” per un impegno istituzionale l’assessore Agnese Protasi) per aver “sempre mantenuto una posizione coerente sul punto nascite”. Ha quindi ripercorso quanto accaduto al reparto di Ostetricia e Ginecologia del San Matteo degli Infermi a partire dal novembre 2020, quando è stato chiuso per la trasformazione dell’intero ospedale in Covid hospital. Quindi le promesse della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, fino alla pietra tombale sulla riapertura del punto nascita.

L’incontro è servito ad illustrare alcuni elementi di novità, vista anche la “assoluta mancanza di trasparenza su una questione che non è privata, ma che attiene alla vita di una estesa area che comprende tante persone”. E dunque la relazione dell’Usl del 16 dicembre 2021 allegata alla richiesta di parere della Regione sulla deroga all’attività del punto nascita visto il numero di nati inferiore a 500. “Dal momento in cui questa è la relazione che viene posta nelle mani di una commissione ministeriale, posso dirvi che tutti avrebbero dato lo stesso parere” ha evidenziato il consigliere regionale pentastellato. Insomma nella relazione si sarebbero dati elementi per portare ad un parere negativo piuttosto che illustrare le reali difficoltà in particolare della Valnerina. “Da Monteleone di Spoleto – ha ricordato De Luca – ci vogliono 59 minuti per raggiungere l’ospedale di Foligno; da Civita di Cascia 1 ora e 20 minuti, da Castelluccio 1 ora e 35 minuti”. Senza considerare poi le chiusure stradali, che allungano i tempi di percorrenza di almeno una ventina di minuti.

L’altro elemento è la proiezione sul numero dei parti: “Si prendono in considerazione comuni di provenienza delle partorienti e non altri. Il Punto nascita di Spoleto era un punto di riferimento per l’approccio con cui venivano gestite le gravidanze, era un servizio di eccellenza per tutta la regione. Si prende in considerazione Massa Martana o Spello o San Gemini ma non Terni. Conosco decine di donne che hanno partorito a Spoleto, anche da Foligno. Conosco persone che anche da Perugia sono venute a partorire a Spoleto. In prima persona ho fatto nascere due figli a Spoleto. Assurdo che è stata fatta una proiezione in maniera arbitraria e discutibile” ha detto ancora il consigliere regionale del Movimento 5 stelle.

In tutto questo, altri ospedali che hanno molti meno parti di quello di Spoleto, che era sempre al limite dei 500 (nel 2019 i parti sono stati 498), hanno ottenuto la deroga ministeriale. “Perché il disagio orografico della Valnerina è inferiore a quello dell’Alto Chiascio o dell’Orvietano? Come può essere definito questo un disagio orografico modesto? Parliamo di un territorio che non si è ancora rialzato dal terremoto del 2016”.

Considerazioni condivise dagli altri esponenti del Movimento 5 stelle presenti, con il capogruppo consiliare spoletino Samuele Bonanni che ha spiegato che questi documenti appena venuti alla luce ora verranno condivisi con il resto della maggioranza per eventuali valutazioni. Mentre da diversi dei presenti all’incontro è arrivato un invito a manifestazioni e nuove azioni forti per non rassegnarsi alla chiusura del reparto.

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