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“Dimenticati” storie di ‘ndrangheta da ricordare

Redazione

“Dimenticati” storie di ‘ndrangheta da ricordare

Ven, 23/12/2011 - 17:40

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Chi sono i dimenticati della ‘ndrangheta? Sono dimenticate le vittime o sono dimenticati i carnefici? O entrambi? Queste sono le domande che sembra porsi Danilo Chirico autore del libro il cui titolo “Dimenticati. Vittime della ‘ndrangheta” rimanda alle questioni sopra riportate. L’opera – vincitrice del premio Montanelli Sezione Giovani – è stata presentata presso la libreria Carnevali lo scorso lunedì. Dimenticare le vittime è un errore in cui i cittadini non debbono incorrere, dimenticare i carnefici invece è ciò che più favorisce l’insediarsi di fenomeni mafiosi nel territorio.
Tra le poltroncine rosse, ricordo del passato cinematografico dell’attuale sala conferenze della libreria, il nuovo Consigliere Comunale per Sinistra Ecologia e Libertà (SEL) Matteo Santarelli, ha introdotto l’autore del libro che ha intrattenuto il pubblico presente con una sinossi dei temi principali trattati nel libro e con riferimenti attuali alla realtà della nostra regione, che non può sentirsi immune da contaminazioni mafiose in genere. Il fenomeno riguarda infatti l’intero nostro paese e non solo.
Altro merito del libro consiste nello sfatare alcuni dei luoghi comuni spesso associati a quest’organizzazione. Falso è ritenere che la ‘ndrangheta non colpisca donne e bambini, a supportare la tesi, il caso di Annunziata Pesce, uccisa dal fratello per ordine dello zio per aver avuto una relazione extra-coniugale. Altro esempio l’uccisione a sangue freddo dei figli di 9 e 12 anni del boss della famiglia Facchineri; famiglia nota in Umbria per le infiltrazioni scoperte negli anni ’70. Falso è ritenere che la ‘ndrangheta non compia omicidi eccellenti: già nel 1991 infatti l’organizzazione si scagliò, uccidendolo, contro il giudice Scopelliti rappresentante la pubblica accusa in Cassazione nel maxi processo a Cosa nostra. Falso è ritenere che la resistenza al clan sia nata solo di recente in seguito all’omicidio Fortugno, perché molti sono i casi passati sotto silenzio di resistenza alla ‘ndrangheta di persone che hanno pagato con la propria vita. Molte altre credenze popolari vengono sfatate nelle oltre 250 storie di cronache passate troppo in fretta nel dimenticatoio.
Al giorno d’oggi l’affermazione più eclatante della potenza dell’organizzazione secondo Chirico e dallo stesso descritta come la più imponente tra le organizzazioni mafiose si sta verificando nella città di Roma, dove sono già morte 36 persone e si susseguono i sequestri d’armi.
L’opera di denuncia svolta dall’autore risulta dunque come un tentativo di elevare il lettore da quello stato di ignoranza che costituisce il territorio più fertile perché le organizzazioni criminali possano porre sempre nuove basi.
(fm)

modificato alle 19:30

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