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M5s – Pd, accordo su Francesca Di Maolo, l’ira di Fora | Di Maio: “Un candidato civico indipendente”

Massimo Sbardella

M5s – Pd, accordo su Francesca Di Maolo, l’ira di Fora | Di Maio: “Un candidato civico indipendente”

Proietti declassata a "uno dei nomi", l'ipotesi della presidente del Serafico sempre più solida | Ancora un "no" da un altro noto imprenditore, si guarda anche all'Università | Pd, sabato Assemblea con Verini: i nodi per la lista
Ven, 20/09/2019 - 18:52

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La trattativa tra Movimento 5 stelle e Partito democratico per un’alleanza per le prossime regionali in Umbria va avanti. A dirlo, ad Assisi, dove ha partecipato ad un convegno sulla Libia nell’ambito del “Cortile di Francesco”, il capo politico del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio.

Dopo aver lanciato in mattinata, attraverso il Blog delle Stelle, la candidatura della sindaca di Assisi Stefania Proietti, “declassata” poi ad “uno dei nomi“, Di Maio nel pomeriggio ha frenato: Tutte le questioni relative ai nomi – ha detto rispondendo ai giornalisti a proposito delle candidature in Umbria – le lascio a chi se ne sta occupando. Confermando che gli incontri vanno avanti, con il Pd, ma anche con altre forze politiche e con le liste civiche, a partire dall’Umbria dei Territori.


M5s – Pd 1-1, ma la palla è ancora al centro


Ed a poche ore dalla chiusura della consultazione nazionale sulla piattaforma Rousseau sulla sua proposta di appoggiare in Umbria un candidato civico, insieme eventualmente ad altre forze politiche, Di Maio è sembrato spingersi oltre, come se quel via libera online l’avesse già incassato. Parlando di “un’esperienza innovativa in Umbria, perché come Movimento – ha sottolineato – siamo riusciti a fare in modo che i partiti facessero un passo indietro e i cittadini umbri un passo avanti“. Assicurando che in caso di vittoria la Giunta regionale umbra non avrà “gente dei partiti” al suo interno.


Il popolo M5S ha detto sì al Patto Civico per l’Umbria


Departitizzare le Giunte regionali” è un principio cardine di quell’accordo che M5s e Pd stanno sperimentando per l’Umbria, pur con i tempi ristretti, in vista di un’alleanza organica per i prossimi appuntamenti elettorali, a cominciare dall’Emilia Romagna, che diventerà la Linea Gotica per il Governo giallorosso. “Basta, nelle Regioni, Giunte ostaggio della politica” ripete Di Maio. E non parla solo dell’Umbria. Anche se qui, visto lo scandalo Sanitopoli, c’è ancora di più l’esigenza di tenere fuori i partiti dal Palazzo.

Di Maio non incontrerà il commissario dem Walter Verini. “Ci sono persone che stanno discutendo” dice. Insomma, la trattativa per i cinquestelle non la condurrebbe lui. Ma in realtà, il ruolo degli sherpa locali è soprattutto quello di suggerire possibili nomi per uscire dal muro contro muro sul candidato. Affinché né il Pd, né soprattutto il Movimento 5 stelle, ci perdano la faccia. La mossa su Proietti consente di bloccare la proposta su Fora: 1-1, palla al centro. Guardiamo oltre.

Mister (o Miss X)

Resta però un candidato da trovare per sancire l’unione. Un candidato civico e indipendente ribadisce Di Maio. Nelle ultime ore la proposta è stata fatta anche ad un imprenditore dirigente di un’associazione di categoria. “No, grazie” è stata la risposta più volte sentita in questi giorni. Del resto comprensibile: quale imprenditore di un certo livello accetterebbe, da qui a un mese, di cambiare lavoro, assumendone uno più incerto (c’è infatti da battere Donatella Tesei) e certamente meno remunerativo?

Ecco perché sebbene si continui a bussare alle porte delle industrie, qualcuno degli emissari sta lavorando alla vecchia ipotesi di cercare nell’ambiente accademico. Ma c’è da fare presto.

La visita al Serafico: l’ipotesi Francesca Di Maolo

Ma il Movimento 5 stelle guarda anche al mondo del sociale. E la visita del ministro Di Maio all’Istituto Serafico di Assisi, con il colloquio avuto con la presidente Francesca Di Maolo, spinge alcuni negli ambienti grillini a suggerire che la 48enne avvocato possa essere la candidata.

Ipotesi che prende sempre più forma e inizia a trovare conferme sia tra i pentastellati che in ambiente dem. Il nome della Di Maolo sarebbe infatti anche condiviso dal commissario del PD regionale, Verini, soprattutto quando ad essere d’accordo sul nome sarebbe direttamente il segretario Zingaretti.

Già nel 2016 era stata sondata la disponibilità della Di maolo per le comunali di Assisi, ma allora disse no. La prospettiva delle regionali potrebbe essere diversa, anche se lei vive il lavoro al Serafico come una missione. A quanto è dato sapere la presidente dell’istituto dovrebbe sciogliere le riserve nella giornata di domani.

Le incognite per Verini e l’ira di Fora

Sabato mattina alle 10 al Decò Hotel si terrà un’altra assemblea tra gli esponenti del Pd che il commissario Verini chiama al confronto. Sebbene si tratti di una riunione ad invito (l’Assemblea è stata sciolta con il commissariamento, come certificato dal Nazionale) il trascinarsi della trattativa con il Movimento 5 stelle rischia di trasformarla in una Cambogia per il commissario. Per il quale la composizione delle liste, pur in assenza di contraddittorio tra le correnti interne, è diventata una corsa ad ostacoli. Corsa, perché manca ormai una settimana al gong.

Non bastasse, al caos si aggiungerebbe anche l’ira di Andrea Fora, fresco fresco di detronizzazione alla luce della probabile scelta di un’altro candidato a presidente. Decisione della quale non sarebbe neanche stato messo a parte. Ben informati lo vorrebbe determinato a proseguire la sua corsa come capolista. C’è da capire di quale lista.

Di ostacoli, poi, se ne aggiunge uno al giorno. Disinnescata la protesta dei “104”, Verini deve fare i conti con le condizioni post dai possibili alleati pentastellati. Con la sibillina etichetta di “impresentabili” che sta facendo sudare freddo tanti big del partito. L’esempio è l’attacco tentato dai pentastellati su Fabio Paparelli, chiamato in causa in quanto vice presidente della Giunta finita con due indagati, tra cui la dimissionaria Marini. Ma su Paparelli, Verini e Zingaretti fanno quadrato, vista anche la gestione in piena sintonia della crisi.

Poi c’è l’incognita legata ai renziani: nessuno dei candidabili alle regionali ha seguito Renzi, per ora. Ma il rischio del salto della quaglia una volta entrati a Palazzo Cesaroni è alto. Come accaduto in Parlamento, dove il Pd umbro ha perso due rappresentanti su quattro. Sospetto che alimenta la caccia al renziano camuffato.

Nella foto la presidente Francsca di Maolo durante una visita dell’arcivescovo Gualtiero Bassetti all’Istituto Serafico
[aggiornamento delle 21:30]

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