La Uilca Uil rende noti i risultati dell'indagine demoscopica sugli orientamenti dei cittadini di fronte alla desertificazione bancaria.
Nove persone su dieci insoddisfatte della chiusura dei presidi bancari nel proprio comune. La Uilca Uil, a livello nazionale, ha portato avanti un’indagine demoscopica sulla desertificazione bancaria, con l’obiettivo di ascoltare il sentiment dei cittadini. A livello nazionale sono state ascoltate 2.870 persone. L’Umbria, insieme a Toscana, Lazio, Marche e Sardegna, è stata interessata da 596 interviste. Per otto persone su dieci non è sufficiente rimpiazzare lo sportello fisico con un semplice bancomat.
Le domande agli umbri sulla desertificazione bancaria
Le domande che sono state poste in Umbria sono state queste:
- In che misura gli umbri scelgono la banca per soddisfare le proprie necessità di ordine finanziario?La domanda ha per oggetto chi gestisce il denaro, rispetto alla quale 6 persone su10 scelgono solo la banca (59,4%). Il 20,2% sceglie sia la posta, sia la banca, mentre il restante 10,6% si affida solo alle poste.
- Con quale frequenza si reca in banca?
Circa la metà degli intervistati, esattamente il 54,4%, si reca generalmente nella propria filiale
bancaria almeno una volta al mese, di cui il 14,8% una volta alla settimana. Il 22,7% lo fa una volta
ogni sei mesi, il 9,1% almeno una volta l’anno, mentre il rimanente dichiara di non recarvisi mai. - Cosa va a fare in banca?
Tra le operazioni che vengono effettuate più spesso c’è il prelievo di contante (49,7%), seguito dai
pagamenti vari (32,6%), il residuo lo fa per effettuare investimenti o richiedere finanziamenti. - Quanto le manca lo sportello bancario di prossimità?
In Umbria, il 59,5% ha percepito la mancanza o la riduzione delle filiali sul territorio, in misura
notevole per il 30,6% mentre lo avverte abbastanza un altro 28,9%. - Quanto servono i servizi bancari in Umbria?
Per nove su dieci intervistati i servizi bancari in un comune sono molto o abbastanza utili (87,5%), di
questi il 69,3% li ritiene molto utili, il 18,2% abbastanza utili. - Quanto piace agli umbri parlare con un operatore bancario?
E’ determinante il rapporto umano: parlare con un operatore bancario per avere informazioni sui
servizi bancari e finanziari è utile per il 92%, per la maggior parte del campione lo è addirittura molto. - Cosa rappresenta la banca in termini di utilità per il cittadino?
Per ben otto persone su dieci la banca rappresenta un luogo utile per avere supporto ed assistenza in materia di risparmi, di investimenti e di prestiti (78,2%). - Quali sono le conseguenze della scomparsa dello sportello bancario nel luogo in cui si vive?
Il 50,3% deve impiegare più tempo per raggiungere la banca da quando non ha più lo sportello
bancario vicino. Il 19,8% si è adattato all’utilizzo dei servizi online sostitutivi, mentre un 5,7% è
costretto ad aspettare la disponibilità di familiari ed amici che lo possano accompagnare. - L’installazione di un bancomat in sostituzione della filiale fisica può essere un’alternativa
valida?
Per nove intervistati su dieci se si installasse un bancomat al posto della filiale non sarebbe lo stesso. - Per gli umbri la banca online rappresenta in futuro?
Se chiudesse la propria filiale bancaria, il 69,1% degli intervistati preferirebbe continuare a recarsi in
un ufficio fisico. Nel dettaglio, il 49,3% si recherebbe in un’altra filiale bancaria, il 19,8% in un
ufficio postale e il 21,5% utilizzerebbe i servizi della filiale online. - Cosa succede se sparisce la banca nel proprio comune di residenza?
Uno su dieci ha preferito lasciare il proprio comune per l’assenza di filiali o comunque di altri servizi
essenziali. In generale, per il 57,1% degli intervistati, la mancanza della banca e dei servizi in generale, pone delle serie riflessioni in ordine alla prospettiva di abbandonare il territorio dove si è scelto di vivere. - Quanto è importante lo sportello fisico per effettuare gli investimenti dei propri risparmi?
Secondo il 63% la prossimità della filiale bancaria influisce sulla propensione all’investimento in
prodotti finanziari, di questi, molto per il 30,2% e abbastanza per il 32,8%. - Che giudizio esprime sulla tendenza alla desertificazione bancaria in atto da tempo in Umbria?
Complessivamente la riduzione/chiusura delle filiali bancarie nella zona in cui si vive rende
insoddisfatte nove persone su dieci, due terzi dei quali totalmente insoddisfatte. - Quali sono le proposte emerse dalle comunità locali dell’Umbria sulla problematica in analisi?
In Umbria il 49,7% ha suggerito uno spazio dedicato all’interno del comune ove a turno si possano
fissare appuntamenti settimanali con un operatore del proprio istituto di credito come una delle forme di contatto preferita. Per il 25,3%, invece, nessuna delle forme di contatto alternative può sostituire la propria filiale bancaria. Dal 2018 al 2022 gli sportelli bancari sono diminuiti del 20,6%, passando da 431 a 342. Il numero
dei comuni serviti da banche è diminuito del 15,4% passando da 78 a 66 e i dipendenti del settore
impiegati nella regione sono scesi del 23,4%, passando da 3.342 a 2.561. Al 2022 le persone che non
hanno accesso allo sportello bancario sono 34.385, pari al 4% degli abitanti.
Luca Cucina, Segretario Generale Aggiunto, ritiene imprescindibile proseguire la sensibilizzazione
verso le istituzioni locali, non sempre attente rispetto a certe dinamiche.
Valentina Gallarato, Segretaria Regionale, sottolinea che oltre alle implicazioni economiche bisogna
prestare attenzione anche a quelle sociali, a tutela delle fasce di popolazione più deboli