di Claudio Ricciarelli (*)
La recente denuncia disperata del sindaco di Poggiodomo è una ulteriore conferma, se c'è ne fosse stato ancora bisogno, di quanto sia urgente e non più rinviabile un processo di associazionismo e/o fusione fra piccoli comuni.
In Umbria oltre 2/3 dei comuni hanno meno di 5.000 abitanti, alla luce della manovra finanziaria del Governo centrale e dei tagli alle Regioni e enti locali, questi non sono ormai più nelle condizioni organizzative e finanziarie per gestire bene tutta le competenze che lo Stato gli demanda e con ciò garantire i livelli di servizi, a partire da quelli sociali, nei confronti delle famiglie e delle persone. Come Cisl lo abbiamo proposto e sollecitato anche nel nostro recente Convegno Regionale sulle riforme endoregionali. Si tratta di attuare, anche con una specifica norma di legge regionale, un processo di associazionismo dei piccoli comuni in ambiti di zona omogenei e prevedendo, là dove possibile, anche una loro fusione fra comuni piccoli confinanti. In questo processo è bene anche prevedere un ruolo di capofila per quei comuni intermedi al fine di gestire in modo associato le funzioni più importanti che vanno dalla gestione dei servizi quali, sociale, sanità, scuola, lavoro, la gestione del territorio, la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, azione di contrasto all'evasione fiscale e all'economia sommersa riducendo, nel contempo, i costi di funzionamento del sistema pubblico e della politica.
Questo processo di associazionismo e/o di fusione fra piccoli comuni consentirebbe e faciliterebbe, soprattutto per quelli di confine, un ruolo importante nel contribuire ad una apertura dell'Umbria verso i territori del Centro Italia facendo assumere a questi comuni una funzione di cerniera e di proiezione della Regione oltre i propri confronti amministrativi trasformando così la loro attuale debolezza geografica, di comune di confine, in una opportunità e in un punto di forza.
Al sindaco di Poggiodomo vogliamo dire: Bene fai a chiedere alla Regione di fare qualcosa, meglio ancora se decidessi anche da avviare da subito un processo di unificazione del tuo comune con gli altri comuni piccoli limitrofi della Valnerina. Allora sì che da un grido di allarme potrebbe davvero avviarsi un processo virtuoso e far nascere da un “male” un “bene”. Se così fosse il Comune più “piccolo” per abitanti potrebbe divenire il più “grande” per lungimiranza ed esempio.
(*) Segretario regionale Cisl Umbria