Covid e caos scuola, Conte vuole il cambio di rotta e pensa ad Anna Ascani. La vice ministra umbra (che all’inizio dell’emergenza aveva contratto il Coronavirus, poi tornata al lavoro dopo la guarigione) potrebbe ritrovarsi promossa a capo del Ministero dell’Istruzione. Il premier non è infatti soddisfatto dei continui tentennamenti e scivoloni nell’attuale gestione in vista della riapertura dell’anno scolastico fissata per il 14 settembre.
Scuole e asili, le linee guida anti Covid
Nel frattempo, Conte ha esautorato la ministra Azzolina ed ha preso in mano il coordinamento delle attività per garantire la riapertura dell’anno scolastico secondo i tempi previsti. E in sicurezza di fronte ai focolai di Coronavirus che ancora si ripetono nel Paese. Una priorità per il Governo, ha ribadito.
Dall’Umbria la Lega attacca
Intanto dalla terra della possibile nuova ministra dell’Istruzione, l’Umbria, la Lega attacca sul fronte scuola. “Siamo alla follia, stiamo assistendo ad una serie di scivoloni e boutades che fanno preoccupare per il presente e il futuro dei nostri ragazzi“ dichiarano Paola Fioroni, vice presidente dell’Assemblea Legislativa dell’Umbria, e la senatrice Valeria Alessandrini membro della Commissione Istruzione del Senato.
Lezione in discoteca: la proposta anti Covid
“Quelle che riguardano l’istruzione e il rientro a scuola sono scelte
importanti indifferibili e urgenti considerando i mesi di sofferenza e
anche, diciamolo, di abbandono dell’infanzia in questo Paese.
Basti pensare che il presidente Conte ha pronunciato la parola
“infanzia” solo dopo 53 giorni dall’inizio dell’emergenza e solo dietro
le sollecitazioni di molte madri e famiglie” continuano le esponenti
della Lega.
Disturbi dopo il lockdown
“Da tempo, da troppo tempo si discute di banchi, rotelle, metri quadri,
trascurando precari e operatori, arrivando in ritardo su tutto perfino
sull’assegnazione delle risorse ai Comuni per l’adeguamento degli
edifici scolastici e sulla consegna degli arredi scolastici. Problemi comportamentali, sintomi di regressione, irritabilità, disturbi del sonno e d’ansia, sono solo alcuni degli effetti riscontrati nei bambini e nei ragazzi italiani durante il lockdown e rilevati da un’indagine sull’impatto psicologico della pandemia nelle famiglie promossa dall’Irccs Giannina Gaslini di Genova per non parlare dei problemi e delle difficoltà degli alunni più fragili e disabili” dichiarano ancora la Fioroni e la Alessandrini “e ancora una volta le scelte del Governo non parlano di supporto psicologico e ancor più non rilanciano, a fronte di quello che è un indebolimento di tutto il sistema, nemmeno la parvenza di un modello di istruzione muovo è più moderno che riporti l’Italia al livello che le spetta”.
“Siamo preoccupate, ognuna nei propri ambiti, per l’idiosincrasia di
ogni linea guida che viene partorita dagli esperti di questo Governo”
spiegano la vice presidente Fioroni e la senatrice Alessandrini “ed
anche per quanto riguarda l’indicazione della gestione delle future
malattie dei nostri figli alla riapertura delle scuole. Chi è madre come
noi, senza essere per forza tecnici, sa bene come i bambini e o ragazzi
siano molto spesso interessato da disturbi febbrili, delle vie
respiratorie o altro che possono essere facilmente confusi con quelli
del Covid 19: riteniamo che le previsioni contenute nelle linee del 21
agosto (“Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di
SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”) debbano
essere molto più chiare soprattutto nell’indicazione del coinvolgimento
dei pediatri di base e della medicina del territorio in generale.
Si parla, in quel documento delle varie tipologie di test accennando
alla possibilità di fornire i test veloci (salivari) anche ai MMG e ai
PLS sul territorio.
I test al personale della scuola
Molte sono state le preoccupazioni espresse, a livello nazionale, delle loro rappresentanze che chiedono se non altro di poter prescrivere i tamponi ed avere la certezza di una risposta immediata. “Facciamo presente – proseguono le esponenti della Lega – che quei test, seppure con una validità indicata all’85%, sono stati già acquistati (130mila) dal commissario Arcuri ed utilizzati negli aeroporti. Ci auguriamo che come al solito non si arrivi tardi anche su questo: non possiamo intasare i sistemi sanitari delle Regioni demandando tuffo alle Usca e ai DDP lasciando da soli MMG E PLS a gestire situazioni complicate e non possiamo trovarci senza strumenti diagnostici adeguati al momento in cui si rischierà di tenere a casa tutta una famiglia a fronte dei sintomi di un bambino”.
In Umbria, i 1334 test sierologici effettuati nei primi due giorni sul personale scolastico ha già riscontrato 20 persone entrate in contatto con il virus e quindi in isolamento preventivo in attesa del tampone.
Rimpallo tra Governo e Regioni
“Tutti siamo stanchi di vedere come, nell’indecisione e nelle
indicazioni poco chiare del Governo, la competenza concorrente sulla
sanità sia utilizzata troppo spesso in maniera arbitraria e
schizofrenica intimando l’adeguamento alle indicazioni, ma riversando
scelte e responsabilità sui governatori e sulle giunte delle regioni che
magari come in Umbria hanno bilanci già in crisi per le precedenti
gestioni, creando corto circuiti e difficoltà” concludono la vice
presidente Fioroni e la senatrice Alessandrini.