Una folta delegazione di asiatici ha fatto tappa a Città di Castello per degustare il presidio Slow Food
Continua a conquistare consensi, anche fuori dai confini europei, il Vinsanto affumicato dell’Alta Valle del Tevere, ormai vanto dell’enologia altotiberina.
Una folta delegazione della Corea del Sud, guidata dal presidente nazionale di Slow Food Corea Kim Jong Duk, ha fatto tappa all’agriturismo ‘La Miniera di Galparino’ di Città di Castello, nell’ambito di una reciproca amicizia cementata da diversi anni.
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Il gruppo di 20 asiatici, durante lo spostamento da Roma a Genova per partecipare alla edizione 2023 di Slow Fish, è voluto passare proprio dall’Altotevere per rinnovare il consolidato rapporto con l’azienda tifernate e approfondire la conoscenza del presidio Slow Food del Vinosanto da uve affumicate, che ha in questo luogo un punto nevralgico di produzione.
Gli ospiti hanno apprezzato, durante una vivace cena, il menù tipico del territorio preparato da Chiara Filippi, che conduce la ristorazione dell’azienda (“Chiocciola” nella prestigiosa Guida Osterie di Slow Food), con un buon uso di prodotti biologici certificati.
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Dopo la cena i curiosi coreani si sono trasferiti nella “vinsantaia” dove la giovanissima Lucia Ceccarelli, portavoce della Comunità dei produttori del Vinsanto, e Sergio Consigli, Slow Food Umbria e presidente del Consorzio dei produttori, hanno illustrato storia e caratteristiche del Presidio Slow Food, rispondendo anche a numerose domande dopo l’immancabile degustazione del prodotto con una verticale di diverse annate che ha letteralmente conquistato gli ospiti con il suo complesso sapore.